Una coronaropatia significativa è presente in circa il 50% dei pazienti con indicazione a TAVI per stenosi aortica severa e un terzo di essi viene sottoposto a PCI. . Pur essendo il riscontro di malattia coronarica una evenienza clinica piuttosto frequente, non ci sono raccomandazioni precise delle Linee Guida...
I materiali plastici, ampiamente utilizzati, vengono degradati a microplastiche (particelle <5 mm) e a nanoplastiche (particelle <1 micrometro). Sia le micro che le nanoplastiche (MNP) possono entrare nel corpo umano attraverso ingestione, inalazione ed esposizione della cute, ed entrare nei tessuti umani essendo state riscontrate nei polmoni, nel fegato, nella placenta, persino nel latte materno. Dati sperimentali in vitro hanno mostrato come la presenza di questi corpi estranei determini stress ossidativo, infiammazione e apoptosi delle cellule endoteliali, favorendo potenzialmente lo sviluppo del processo aterosclerotico. . Tuttavia, non vi sono riscontri sull’eventuale impatto clinico di questi dati....
La restenosi dopo angioplastica coronarica (ISR) nonostante l’evoluzione tecnologica degli ultimi decenni, prima con l’introduzione degli stent metallici (BMS) e poi con l’utilizzo generalizzato degli stent a rilascio di farmaco (DES) continua a rappresentare uno dei principali eventi sfavorevoli della rivascolarizzazione coronarica percutanea, con una incidenza stimata nel primo anno dopo l’impianto, tra il 6% e 8% delle procedure e con esordio talora anche come sindrome coronarica acuta...
L’insufficienza mitralica funzionale (FMR) ha un impatto prognostico negativo nei pazienti con scompenso cardiaco acuto (ADHF), ma è dipendente dalle variazioni di volemia e dalla terapia farmacologica. In questo studio åretrospettivo di 782 pazienti ricoverati per ADHF con almeno due valutazioni ecocardiografiche del grado di FMR, gli Autori hanno valutato...
Scelta del pacemaker appropriato in base alla patologia del paziente. I dispositivi elettronici impiantabili cardiaci includono i pacemaker (PM) anti-bradicardici, quelli biventricolari e i defibrillatori. Negli Stati Uniti ne vengono impiantati circa 400.000 ogni anno. Per i pazienti con sick sinus syndrome e blocco atrioventricolare di secondo grado tipo II o BAV totale, il pacing bicamerale è da preferiore al monocamerale, perchè previene la sindrome da pacemaker[1]Kusumoto FM, Schoenfeld MH, Barrett C, et al. 2018 ACC/AHA/HRS guideline on the evaluation and management of patients with bradycardia and cardiac conduction delay: executive summary: report of the … Continua a leggere, caratterizzata da modificazioni emodinamiche e bioumorali secondarie a varia- zioni della sequenza temporale di contrazione atriale e ventricolare. Tuttavia, i PM convenzionali transvenosi presen- tano complicanze in circa il 10% dei casi in 5 anni (dislocazioni, infezioni della tasca) per cui è stato introdotto, grazie a progressi tecnologici, il PM senza elettrocateteri (“leadless”), inizialmente impiantato soltanto nella camera ventricolare destra (e quindi monocamerale), mentre ora sono disponibili versioni capaci di “sentire” l’attività atriale e di stimolare il ventricolo destro in modo sequenziale. Dati di confronto tra PM tradizionali e “leadless”, hanno dimostrato che questi ultimi si associano a un minor numero di complicanze e di necessità di reintervento nel primo anno post- impianto. Tuttavia, i “leadless” presentano un maggior numero di perforazioni (0.8%) rispetto ai PM tradizionali (0.4%) e la mortalità a 2-3 anni appare simile[2]El-Chami MF, Bockstedt L, Longacre C, et al. Leadless vs. transvenous singlechamber ventricular pacing in the Micra CED study: 2-year follow-up. Eur Heart J 2022; 43:1207-15.Somma V, Ha FJ, Palmer … Continua a leggere. Il rischio di infezioni per i “leadless” è decisamente inferiore, così che essi appaiono indicati quando devono essere impiantati in pazienti in trattamento emodialitico, a maggior rischio di complicanze infettive. La cardiomiopatia “pacing-indotta” è legata alla dissincronia di contrazione dei due ventricoli e si verifica nel 6-25% dei casi[3]Somma V, Ha FJ, Palmer S, Mohamed U, Agarwal S. Pacing-induced cardiomyopathy:a systematic review and metaanalysis of definition, prevalence, risk factors, and management. Heart Rhythm 2023;20:282-90. Viene diagnosticata quando la FE ventricolare sinistra si riduce, dopo l’impianto, del 5-10% abbassandosi sotto il 50%. I fattori di rischio sono l’età avanzata, il sesso maschile, l’anamnesi di fibrillazione atriale e un elevato “burden” di stimolazione (>20%)[4] Somma V, Ha FJ, Palmer S, Mohamed U, Agarwal S. Pacing-induced cardiomyopathy:a systematic review and metaanalysis of definition, prevalence, risk factors, and management. Heart Rhythm … Continua a leggere. In questi casi, se la FE è tra 36% e 50%, vi è indicazione a impianto di PM biventricolare, in base ai risultati dello studio BLOCK HF (Biventricular versus Right Ventricular Pacing in Heart Failure Patients with Atrioventricular Block) che in questa tipologia di pazienti ha mostrato una superiorità del pacing biventricolare rispetto al pacing ventricolare destro per un endpoint di mortalità, scompenso cardiaco e aumento di almeno il 15% del volume telesistolico indicizzato[5]Curtis AB, Worley SJ, Adamson PB, et al. Biventricular pacing for atrioventricular block and systolic dysfunction. N Engl J Med 2013;368:1585-93.. Nei pazienti in fibrillazione atriale, nei quali si decida di sottoporre ad ablazione la giunzione AV e la FE del ventricolo sinistro sia <50%, è raccomandato (classe IIa) l’impianto di PM biventricolare oppure il pacing selettivo della branca sinistra[6]Chung MK, Patton KK, Lau CP, et al. 2023 HRS/APHRS/LAHRS guideline on cardiac physiologic pacing for the avoidance and mitigation of heart failure. Heart Rhythm 2023;20(9): e17-e91.
Kusumoto FM, Schoenfeld MH, Barrett C, et al. 2018 ACC/AHA/HRS guideline on the evaluation and management of patients with bradycardia and cardiac conduction delay: executive summary: report of the American College of Cardiology/American Heart Association Task Force on Clinical Practice Guidelines, and the Heart Rhythm Society. J Am Coll Cardiol 2019;74:932-87.El-Chami MF, Bockstedt L, L
El-Chami MF, Bockstedt L, Longacre C, et al. Leadless vs. transvenous singlechamber ventricular pacing in the Micra CED study: 2-year follow-up. Eur Heart J 2022; 43:1207-15.Somma V, Ha FJ, Palmer S, Mohamed U, Agarwal S
Somma V, Ha FJ, Palmer S, Mohamed U, Agarwal S. Pacing-induced cardiomyopathy:a systematic review and metaanalysis of definition, prevalence, risk factors, and management. Heart Rhythm 2023;20:282-90
Somma V, Ha FJ, Palmer S, Mohamed U, Agarwal S. Pacing-induced cardiomyopathy:a systematic review and metaanalysis of definition, prevalence, risk factors, and management. Heart Rhythm 2023;20:282-90
Chung MK, Patton KK, Lau CP, et al. 2023 HRS/APHRS/LAHRS guideline on cardiac physiologic pacing for the avoidance and mitigation of heart failure. Heart Rhythm 2023;20(9): e17-e91
Studio randomizzato, condotto in Svizzera, in 1.246 pazienti fumatori (47% donne), ma con intenzione di smettere. Sono stati randomizzati (n=622) all’uso di sigaretta elettronica (2 starter kit gratuiti e liquidi per 6 mesi potendo scegliere tra sei aromi di tabacco, mentolo o frutta) e 4 concentrazioni di nicotina (19.6 mg, 11 mg, 6 mg, 0 mg per millilitro, scelta media 11 mg/ml) oltre a counseling antifumo (intervention group) o a un gruppo di controllo (n=624) che riceveva counseling antifumo oltre a un buono di 50 euro per l’acquisto di farmaci sostitutivi di nicotina. Come mostra la Figura, la percentuale di pazienti che si asteneva dal fumare sigarette di tabacco tradizionali (con validazione biochimica, cioè livelli di anabinasi urinaria <3 ng per millilitro) era significativamente superiore nel gruppo che aveva utilizzato la sigaretta elettronica. Tuttavia, dai dati dichiarati dai partecipanti si rilevava che l’astensione dalla nicotina, nella settimana precedente alla visita a 6 mesi, risultava maggiore tra i controlli (33.7%) che tra i pazienti dell’intervention group (20.1%). Gli Autori concludono che l’utilizzo di sigarette elettroniche in aggiunta al counseling antifumo comporta una maggiore astinenza dal fumo di tabacco rispetto al solo counseling. Tuttavia c’è ancora molta diffidenza da parte delle autorità sanitarie nei confronti della sigaretta elettronica. L’Organizzazione Mondiale della Sanità e gli US Centers for Disease Control and Prevention sostengono che i metodi migliori per abbandonare il fumo siano i farmaci approvati da FDA e il counseling comportamentale[1]Hatsukami DK, Prochaska JJ. Electronic Cigarettes for Smoking Cessation-A Clinician’s Dilemma. JAMA Intern Med. 2024 Mar 1;184:299-300. doi: 10.1001/jamainternmed.2023.7855.. Per le sigarette elettroniche si sostiene che i pazienti utilizzatori, non lo facciano in modo transitorio per abbandonare il fumo, ma come sostituzione permanente. Se è vero che sono cancerogeni, soprattutto i prodotti di combustione del tabacco, gli effetti a lungo termine dell’utilizzo delle sigarette elettroniche non sono noti. Inoltre, queste attraggono i giovani e il loro ingresso sul mercato ha invertito la tendenza di riduzione del fumo che si era verificata negli anni antecedenti alla loro introduzione. Tuttavia, in attesa di nuovi dati l’alternativa della sigaretta elettronica alla sigaretta tradizionale deve essere considerata una valida opzione da offrire ai pazienti fumatori che intendono abbandonare il fumo[2]Hatsukami DK, Prochaska JJ. Electronic Cigarettes for Smoking Cessation-A Clinician’s Dilemma. JAMA Intern Med. 2024 Mar 1;184:299-300. doi: 10.1001/jamainternmed.2023.7855.
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