Dicembre 5, 2023

Efficacia e sicurezza dell’acido bempedoico in prevenzione primaria

Le statine sono un caposaldo della prevenzione secondaria, e sono raccomandate dalle Linee Guida anche in prevenzione primaria in pazienti ad alto rischio di eventi. Inoltre, alcuni pazienti non tollerano le statine; in questi casi l’acido bempedoico può essere proposto come alternativa terapeutica, ma l’efficacia e sicurezza di questa scelta di trattamento in prevenzione primaria non ha al momento una evidenza certa.

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Pazienti fragili in fibrillazione atriale trattati con antagonisti della vitamina K: proseguimento oppure “switch” a anticoagulanti orali diretti?

I pazienti anziani affetti da fibrillazione atriale (AF) hanno spesso sindromi geriatriche, tra cui la fragilità, una condizione rappresentata da una maggiore vulnerabilità a situazioni di stress (come malattie, traumi etc). Questi pazienti non sono stati inclusi nei grandi trial di confronto tra antagonisti della vitamina K (VKA) e anticoagulanti orali diretti (DOAC). Poiché spesso questi pazienti sono trattati con VKA ci si pone la domanda se si debba proseguire con questo trattamento oppure “switchare” a DOAC.

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Determinanti biochimici della riperfusione spontanea nell’infarto STEMI: rilevanza clinica

La riperfusione spontanea negli infarti STEMI è un segnale favorevole che si accompagna a infarti di dimensioni ridotte e a una buona prognosi anche a distanza. Il fenomeno è stato messo in correlazione con una più potente attività fibrinolitica e a alla presenza di un trombo occlusivo con tralci fibrinici meno densi rispetto ai trombi che non riperfondono spontaneamente. Tuttavia uno studio ampio che consideri biomarker di coagulazione, attività fibrinolitica endogena e correlati clinici e prognostici nei pazienti STEMI nei pazienti con riperfusione spontanea non è stato sinora condotto.

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Transcatheter tricuspid valve repair/replacement should be offered to all patients with severe tricuspid regurgitation: pros and cons.

L’insufficienza tricuspidalica severa è una patologia orfana di cure se si eccettua la sola terapia diuretica. I pazienti refrattari a questo trattamento medico vengono riferiti alla chirurgia in condizioni di scompenso avanzato e disfunzione ventricolare destra, così che i risultati della chirurgia sono mediocri. Il trattamento percutaneo è un’alternativa praticabile in questi pazienti. Recentemente è stato pubblicato lo studio randomizzato TRILUMINATE.

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An Unusual Cause of ST-Segment Elevation in the Right Precordial Leads-A Clue From the Humble Waves.

Qual è la diagnosi più probabile del sopraslivellamento del tratto ST?Questo ECG è di un paziente anziano, portatore di ICD in prevenzione secondaria (pregresso episodio di fibrillazione ventricolare pochi anni fa) che giungeva all’attenzione medica riferendo scariche del defibrillatore per 3 volte negli ultimi 6 mesi. L’esame fisico e gli esami di laboratorio erano nei limiti di norma.

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Cost-effectiveness of empagliflozin in heart failure patients irrespective of ejection fraction in England.

L’insufficienza cardiaca (HF) è una sindrome complessa comunemente classificata in base al grado di riduzione della frazione di eiezione (EF) ventricolare. Sebbene l’empagliflozin sia il primo farmaco approvato con efficacia clinica comprovata, il suo rapporto costo-efficacia nel trattamento dell’intera popolazione di pazienti con HF rimane sconosciuto. Empagliflozin + standard di cura (SoC) è risultato associato a 6.13 anni di vita (LY) e 3.92 anni di vita aggiustati per la qualità (QALY), rispetto a 5.98 LY e 3.76 QALY con il trattamento standard (SoC), con una differenza incrementale di 0.15 LY e 0.16 QALY, rispettivamente. I costi sanitari totali per paziente nell’arco della vita sono di 15.246 sterline per empagliflozin + SoC e di 13.982 sterline per SoC, con una differenza incrementale di 1.264 sterline. In conclusione, l’empagliflozin è la prima opzione terapeutica approvata, efficace e con un discreto rapporto costo-efficacia per i pazienti con HF, indipendentemente dalla EF.

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Prognostic Role of Early Cardiac Magnetic Resonance in Myocardial Infarction With Nonobstructive Coronary Arteries.

Background: Cardiac magnetic resonance (CMR) plays a pivotal diagnostic role in myocardial infarction with nonobstructive coronary arteries (MINOCA). To date, a prognostic stratification of these patients is still lacking.

Methods: The authors assessed 437 MINOCA from January 2017 to October 2021. They excluded acute myocarditis, takotsubo syndromes, cardiomyopathies, and other nonischemic etiologies. Patients were classified into 3 subgroups according to the CMR phenotype:

presence of late gadolinium enhancement (LGE) and abnormal mapping (M) values (LGE+/M+);

regional ischemic injury with abnormal mapping and no LGE (LGE-/M+); and

nonpathological CMRs (LGE-/M-). The primary outcome was the presence of major adverse cardiovascular events (MACE). The mean follow-up was 33.7 ± 12.0 months and CMR was performed on average at 4.8 ± 1.5 days from the acute presentation.

Results: The final cohort included 198 MINOCA; 116 (58.6%) comprised the LGE+/M+ group. During follow-up, MACE occurred significantly more frequently in MINOCA LGE+/M+ than in the LGE+/M- and normal-CMR (LGE-/M-) subgroups (20.7% vs 6.7% and 2.7%; P=0.006). The extension of myocardial damage at CMR was significantly greater in patients who developed MACE. In multivariable Cox regression, %LGE was an independent predictor of MAC

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