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Background: Acute kidney injury (AKI) after transcatheter aortic valve replacement (TAVR) is associated with increased mortality. However, it is controversial whether AKI affects prognosis per se, being linked to baseline chronic kidney disease (CKD) and bleeding complications. The aim of this study was to disentangle, applying mediation analysis, the association between AKI and clinical outcome, considering CKD and bleedings.

Le raccomandazioni delle Linee Guida si basano sull’evidenza proveniente da studi randomizzati (RCT) che hanno testato varie ipotesi strategiche e terapeutiche. Tuttavia, per essere estese a tutti i pazienti, le Linee Guida devono basarsi su studi che abbiano una ampia rappresentatività dei pazienti incontrati nel mondo reale. È noto, invece, che alcune tipologie di pazienti non sono inclusi negli studi randomizzati, soprattutto soggetti di sesso femminile e anziani.

Una causa di frequente riscontro di insufficienza tricuspidalica (I.T.) idiopatica è la presenza di fibrillazione atriale che comporta una progressiva dilatazione atriale e dell’anello tricuspidalico. Non ci sono dati, tuttavia, sulla storia naturale della I.T. idiopatica, in particolare sulla sua progressione nei pazienti con storia di fibrillazione atriale e l’impatto che la valvulopatia può avere sulla sopravvivenza.

Il Syntax score residuo (rSS) è stato utilizzato come indice di completezza di rivascolarizzazione ottenuta con la PCI. Aggiungendo il risultato della FFR postprocedurale sulle lesioni non dilatate, è possibile ottenere il “residual functional Syntax score”, (rfSS) il cui valore prognostico si è rivelato superiore rispetto al semplice rSS.

I testi di screening comunemente utilizzati (mediante la raccolta dell'anamnesi familiare, l'esame fisico, l'elettrocardiogramma a riposo e il test da sforzo) sono stati concepiti allo scopo di prevenire la morte cardiaca improvvisa nei giovani atleti attraverso l'identificazione precoce di patologie cardiache misconosciute. Il ruolo additivo dell'ecocardiografia transtoracica, in questo setting, rimane sconosciuto e rappresenta l’oggetto della presente analisi. Da un campione di 7.500 pazienti arruolati in un registro, 500 pazienti (420 maschi, età media 33.7 anni) sono stati inclusi tra il 2017 e il 2022. Di questi il 67.8% non presentavano referti anomali allo screening “standard”. In questi pazienti, anche in assenza di motivazioni cliniche, è stato comunque eseguito un ecocardiogramma (screening pre-partecipazione “avanzato”). In 31 pazienti (9.1%) sono stati documentati referti cardiovascolari anomali all'ecocardiografia, come forame ovale pervio, valvola aortica bicuspide, ectasia della radice aortica o prolasso della valvola mitrale. In conclusione, l’ecocardiografia ha dimostrato un valore aggiuntivo (circa il 10% in più) nell'individuare i pazienti con anomalie cardiovascolari altrimenti non diagnosticate con protocolli di screening “standard”.

Gli anticorpi monoclonali che hanno come target il PCSK9i circolante sono terapie potenti che riducono il livello di colesterolo LDL del 50-70%. Inclisiran è uno “small interfering RNA” (siRNA), classe di molecole di RNA a doppio filamento capaci di degradare l’mRNA dopo la trascrizione impedendo la produzione di proteine, nel caso specifico di quella epatica di PCSK9. Gli studi di fase III, sinora effettuati, hanno incluso pazienti con ipercolesterolemia familiare eterozigote (ORION-9), malattia cardiovascolare aterosclerotica (ORION-10) e soggetti ad alto rischio in prevenzione primaria (ORION-11), mostrando una riduzione marcata di colesterolo LDL.

Un paziente di circa 40 anni, affetto da insufficienza renale cronica sottoposta a regolare emodialisi (ad eccezione delle ultime due sedute), giunge in pronto soccorso per insorgenza acuta di dispnea in assenza di ulteriore sintomatologia. Il paziente si presentava bradicardico (frequenza cardiaca di 52 battiti/min.) e normoteso (160/100 mmHg). L’elettrocardiogramma (ECG) a 12 derivazioni è presentato nella Figura (modificata).

L’uso di cangrelor può essere una strategia valida durante procedure di PCI complessa che, notoriamente, espongono i pazienti ad alto rischio di complicanze trombotiche durante la procedura stessa e nell’immediato periodo post-PCI. Tuttavia, la transizione da cangrelor a inibitore orale del recettore P2Y12 è potenzialmente critica perché potrebbe esporre i pazienti a un rischio di inadeguata inibizione piastrinica post-PCI e, dunque, a rischio di complicanze acute e pericolose come la trombosi acuta di stent. Specificamente, nel nostro studio abbiamo osservato che molti pazienti che ricevono clopidogrel in dose di carico, somministrata a fine infusione di cangrelor, presentano una inadeguata inibizione piastrinica nelle ore successive.

L’ipertensione è una condizione clinica molta diffusa, non sempre di facile controllo farmacologico e dalle conseguenze spesso severe. La denervazione renale per via endovascolare è stata proposta come trattamento aggiuntivo a quello medico, ma i risultati iniziali ottenuti con questa procedura hanno dati contrastanti.

Molti pazienti con valvulopatia mitralica non sono operati perchè considerati ad alto rischio chirurgico. In questi pazienti l’impianto transcatetere di una protesi aortica “balloon expandable” può rappresentare una soluzione accettabile per il minor rischio connesso all’intervento. Lo studio MITRAL (Mitral Implantation of Transcatheter Valves) è il primo studio prospettico, condotto in 13 centri statunitensi, che ha valutato l’outcome di pazienti sottoposti a impianto transcatetere di valvola aortica in sede mitralica per insufficienza valvolare da calcificazione severa (ViMAC), disfunzione di anello da annuloplastica (MViR) e di protesi biologica (MViV) precedentemente impiantata. I risultati a 1 anno sono stati già pubblicati ma mancano dati su un follow-up più prolungato.

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