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Quick Survey 06

Pensa che i risultati dello studio ISCHEMIA modificheranno la sua condotta clinica nel trattamento delle sindromi coronariche croniche?

L’Academic Research Bleeding Consortium ha pubblicato, lo scorso anno, un documento di consenso sui criteri necessari per giudicare ad alto rischio emorragico i pazienti che vengono sottoposti a procedure percutanee di rivascolarizzazione coronarica (PCI).

Nello studio ODYSSEY OUTCOMES alirocumab, un inibitore della PCSK9 (acronimo di Proproteina Convertasi Subtilisina/Kexina di tipo 9), in aggiunta a una terapia statinica alle dosi massime tollerate, ha significativamente ridotto gli eventi ischemici e la mortalità per ogni causa rispetto al placebo, dimostrando il beneficio derivante da una riduzione drastica dei livelli di colesterolo LDL in prevenzione secondaria.

Lo scopo del lavoro è stato quello di valutare l’impatto della nefropatia cronica (CKD) sulla reattività piastrinica in pazienti con Sindrome Coronarica Acuta.

Quick Survey 05

Qual è la tua esperienza con gli inibitori della PCSK9?

Una delle novità più importanti (e attese) del recente congresso virtuale ESC è stata la presentazione delle Linee Guida nelle Sindromi Coronariche Acute senza sopraslivellamento permanente del tratto ST (NSTE-ACS). In proposito abbiamo posto alcune domande a Marco Valgimigli, cardiologo interventista di fama internazionale che ha condotto numerosi trial in questo ambito clinico.

Uno degli aspetti più ampiamente dibattuti del trattamento antitrombotico delle sindromi coronariche acute (ACS) concerne la durata della doppia terapia antipiastrinica (DAPT).

L’impatto prognostico a lungo termine e la recidiva dei sintomi nei pazienti affetti da angina microvascolare (MVA) è oggetto di intenso dibattito nella comunità scientifica. In questo studio, condotto su 132 pazienti con MVA (età media 61 anni, 40% donne), la mortalità per cause cardiovascolari è risultata pari al 7% a un follow-up medio di 10 anni.

Quick Survey 04

Nella sua pratica clinica utilizza gli score di rischio emorragico per personalizzare la terapia antipiastrinica dopo sindrome coronarica acuta o angioplastica coronarica?

Le Linee Guida per le sindromi coronariche acute con sopraslivellamento del tratto ST (STEMI) raccomandano l’angioplastica primaria (P-PCI) se i pazienti vengono trattati entro 120 minuti dalla diagnosi elettrocardiografica.

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