Pericarditi

Incidence and mortality of infective endocarditis in the last decade: a single center study.

L’endocardite infettiva (IE) è caratterizzata da un’elevata mortalità e morbidità la cui incidenza varia in base alla popolazione considerata. Lo scopo della presente analisi è stato quello di analizzare l’incidenza e la mortalità intraospedaliera nei pazienti con IE nell’ultimo decennio in una provincia italiana (Ravenna, Emilia-Romagna). Dal 2010 al 2020, l’incidenza di IE è aumentata significativamente da 6.29 casi/100.000 abitanti a 19.58 casi/100.000 abitanti (P<0.001). Allo stesso modo, la mortalità ospedaliera per IE è aumentata negli anni, passando da 1.8 decessi/100.000 abitanti nel 2010 a 4.4 decessi/100.000 abitanti nel 2020 (P<0.001). Il tasso di mortalità per IE è rimasto tuttavia costante nel corso dell’ultimo decennio. Inoltre, non è stata documentata alcuna differenza nella sede dell'infezione, nella localizzazione e/o tipo di valvola coinvolta (nativa o protesica). All'analisi di regressione logistica, l'età è risultata come l'unico fattore predittivo di mortalità ospedaliera (odds ratio: 1.045; intervallo di confidenza al 95%: 1.015- 1.075; P=0.003).

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La terapia della pericardite acuta e delle sue recidive

Recidive di pericardite si verificano nel 15-30% dei pazienti dopo un episodio iniziale e in oltre
il 40% di essi dopo una prima recidiva. Spesso questi nuovi episodi sono di difficile trattamento in quanto refrattari alla terapia anti-infiammatoria tradizionale. In questi casi (pazienti dipendenti da steroidi e refrattari alla colchicina) le Linee Guida ESC(1) contemplano l’uso dell’antagonista del recettore dell’interleuchina-1 anakinra, sulla base di alcune esperienze aneddotiche positive. Recentemente anakinra si è dimostrato efficace nel ridurre significativamente le recidive di pericardite in pazienti dipendenti da steroidi e refrattari alla colchicina (AIRTRIP trial -2-). È stato sufficiente randomizzare 21 pazienti per ottenere un significativo risultato clinico. È stata dimostrata efficacia clinica anche per rinolacept, un farmaco con analogo meccanismo d’azione. Se da un lato questi farmaci rappresentano un vero “paradigm shift” nel trattamento delle recidive di pericardite resistenti alla colchicina e dipendenti dall’uso di steroidi, restano problemi ancora aperti, quali la durata della terapia e il loro potenziale utilizzo in alternativa all’uso dei corticosteroidi per evitarne gli effetti collaterali. In realtà questa possibilità è avanzata in un’altra recente review (Sachin Kumar, MD; Shameer Khubber, MD; Reza Reyaldeen, MD; Ankit Agrawal, MD; Paul C. Cremer, MD; Massimo Imazio, MD; Deborah H. Kwon, MD; Allan L. Klein, MD Advances in Imaging and Targeted Therapies for Recurrent Pericarditis A Review. JAMA Cardiol. doi:10.1001/jamacardio.2022.2584. Published online August 17, 2022). In essa si propone una flow chart basata sulla presenza di un fenotipo infiammatorio che utilizza l’imaging (presenza di “late gadolinium enhancement” alla risonanza magnetica) e il laboratorio (innalzamento della PCR) per introdurre più precocemente (dalla seconda recidiva) una terapia con antagonisti del recettore della interleuchina-1 anzichè utilizzare i corticosteroidi.

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Incidence of acute myocarditis and pericarditis during the Coronavirus disease 2019 pandemic: comparison with the prepandemic period.

La miocardite o pericardite acuta sono emerse come potenziali responsabili di danno miocardico acuto nei pazienti affetti da SARS-CoV-2. Tuttavia, l’impatto della pandemia COVID-19 sull’incidenza di mio/pericardite non è stato valutato in modo sistematico e rappresenta l’oggetto della presente analisi. Gli autori hanno analizzato l’incidenza e la prevalenza di cardiopatie infiammatorie acute in tre centri italiani in due intervalli temporali: prima (pre COVID-19, dal 1° giugno 2018 al 31 maggio 2019) e durante la pandemia COVID-19 (dal 1° giugno 2020 al maggio 2021). L’incidenza annuale di cardiopatia infiammatoria acuta non è risultata significativamente diversa (12.1/100.000 abitanti nel periodo pre COVID-19 versus 10.3/100.000 nel periodo COVID, P=0.22). L’incidenza annuale di miocardite è stata significativamente più alta nel periodo preCOVID-19 rispetto al COVID, rispettivamente pari a 8.1/100.000 abitanti/anno versus 5.9/100.000 abitanti/anno (P=0.047), con una riduzione netta del 27% dei casi. Nonostante ciò, le miocarditi durante il periodo COVID presentavano un maggior numero di alterazioni della cinetica regionale e di fibrosi miocardica. L’incidenza annuale di pericardite non è risultata significativamente diversa (4.03/100.000 abitanti versus 4.47/100.000 abitanti, P=0.61). In conclusione, i dati preliminari di questo studio indicano una minore incidenza di miocardite acuta e un’incidenza stabile di pericardite durante la pandemia da COVID-19 rispetto al periodo pre-pandemia.

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