sanguinamenti

Rischio di bleeding e TAVI

La terapia antitrombotica abitualmente utilizzata dopo TAVI in pazienti senza indicazione ad anticoagulante è stata la doppia terapia antipiastrinica (DAPT), riflettendo lo schema terapeutico applicato alla PCI. Questa scelta è stata recentemente messa in discussione in quanto aumenta il rischio di bleeding senza offrire una maggiore protezione ischemica rispetto a una terapia antipiastrinica singola, come dimostrato dallo studio ARTE (Aspirin Versus Aspirin þlus Clopidogrel Following Transcatheter Aortic Valve Implantation). Analoghi risultati sono stati ottenuti nello studio POPularTAVI. La “dual-pathway inhibition”, un’associazione di anticoagulante e antipiastrinico, non ha dato risultati clinici apprezzabili, in quanto lo studio GALILEO ha mostrato come tale strategia terapeutica, benchè capace di ridurre la trombosi dei lembi valvolari protesici (un effetto peraltro di incerto significato clinico), si associ a un maggior rischio di un endpoint composito di morte e complicanze tromboemboliche, aumentando in modo non significativo anche il rischio di bleeding. Un beneficio clinico della “dual pathway inhibition” non è stato mostrato in altri due studi con finalità simili, l’ATLANTIS.

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Syndrome di HEYDE: il rischio di sanguinamento gastrointestinale diminuisce dopo intervento di TAVI?

La sindrome di Heyde è caratterizzata dalla concomitanza di stenosi aortica, sindrome di von Willebrand acquisita (per proteolisi dei multimeri del fattore di von Willebrand causata dall’elevato shear stress a livello della valvola stenotica) e angiodisplasie (dilatazioni di capillari arteriosi e venosi nella mucosa gastrointestinale). Tale associazione, che comporta un alto rischio emorragico, è presente sino al 10% dei pazienti con stenosi aortica (anche se tale percentuale potrebbe essere sottostimata per le difficoltà a diagnosticare le angiodisplasie), ma si riduce notevolmente dopo intervento di sostituzione valvolare. Non è nota, invece, l’evoluzione di queste alterazioni dopo intervento di TAVI.

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Direct oral anticoagulants for the treatment of left ventricular thrombosis: an updated systematic review and meta-analysis.

Nei pazienti con trombosi ventricolare sinistra (LVT), il trattamento farmacologico ottimale, tra gli antagonisti della vitamina K (VKA) e i nuovi anticoagulanti orali diretti (DOAC), è oggetto di intenso dibattito nella comunità scientifica. Nel presente studio gli autori hanno eseguito una meta-analisi includendo 14 studi di confronto tra DOAC e VKA con i seguenti endpoint: risoluzione della LVT (endpoint primario), incidenza di ictus e sanguinamento (endpoint secondari). Nello studio sono stati inclusi 1.332 pazienti, di cui 424 trattati con DOAC e 908 con VKA. Per quanto riguarda l’endpoint primario dello studio non si è osservata nessuna differenza tra DOAC e VKA (odds ratio [OR] 1.00; intervallo di confidenza 95% [95% CI]) 0.77-1.31, I2 0%]. Il rischio di ictus è risultato ridotto con DOAC (OR 0.58; 95% CI 0.36-0.93; I2 0%) così come l’insorgenza di sanguinamenti (OR 0.64; 95% CI 0.44-0.94; I2 0%). In conclusione, i DOAC hanno un’efficacia simile a VKA nella risoluzione della LVT, mostrando, inoltre, un beneficio consistente nella riduzione di ictus e sanguinamenti.

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