stent

Coronary calcified nodules versus nonnodular coronary calcifications: a systematic review and meta-analysis

Il ruolo della rivascolarizzazione coronarica percutanea (PCI) nelle lesioni coronariche marcatamente calcifiche è oggetto di dibattito. Il nodulo coronarico calcifico (CN) si riferisce a una calcificazione coronarica eccentrica e sporgente all’interno del lume del vaso. In questa revisione sistematica della letteratura e meta-analisi (5 studi, n=1.456 pazienti), gli autori hanno analizzato …

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Predictors of target lesion failure after treatment of left main, bifurcation, or chronic total occlusion lesions with ultrathin-strut drug-eluting coronary stents in the ULTRA registry.

Background: Data about the long-term performance of new-generation ultrathinstrut drug-eluting stents (DES) in challenging coronary lesions, such as left main (LM), bifurcation, and chronic total occlusion (CTO) lesions are scant.

Methods: The international multicenter retrospective observational ULTRA study included consecutive patients treated from September 2016 to August 2021 with ultrathinstrut (<70 μm) DES in challenging de novo lesions. Primary endpoint was target lesion failure (TLF): composite of cardiac death, target-lesion revascularization (TLR), target- vessel myocardial infarction (TVMI), or definite stent thrombosis (ST). Secondary endpoints included all-cause death, acute myocardial infarction (AMI), target vessel revascularization, and TLF components. TLF predictors were assessed with Cox multivariable analysis. Results: Of 1801 patients (age: 66.6 ± 11.2 years; male: 1410 [78.3%]), 170 (9.4%) experienced TLF during follow-up of 3.1 ± 1.4 years. In patients with LM, CTO, and bifurcation lesions, TLF rates were 13.5%, 9.9%, and 8.9%, respectively. Overall, 160 (8.9%) patients died (74 [4.1%] from cardiac causes). AMI and TVMI rates were 6.0% and 3.2%, respectively. ST occurred in 11 (1.1%) patients while 77 (4.3%) underwent TLR. Multivariable analysis identified the following predictors of TLF: age, STEMI with cardiogenic shock, impaired left ventricular ejection fraction, diabetes, and renal dysfunction. Among the procedural variables, total stent length increased TLF risk (HR: 1.01, 95% CI: 1-1.02 per mm increase), while intracoronary imaging reduced the risk substantially (HR: 0.35, 95% CI: 0.12-0.82).

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Stent ricoperti di titanio-ossido nitrico: una alternativa agli stent a rilascio di farmaco?

Gli stent a maglie molto sottili di cobalto cromo ricoperti di titanio che espongono ossido nitrico verso il lume vasale (TiNO coated) – noti anche come “stent bioattivi”- mostrano una più rapida endotelizzazione rispetto agli stent medicati a rilascio di everolimus (EES) e si sono dimostrati “non-inferiori” rispetto a questi ultimi in uno studio con un follow-up di 12 mesi in pazienti con sindrome coronarica acuta. I risultati clinici a lungo termine non sono tuttavia noti.

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Long-Term Outcome of Drug-Coated Balloon vs Drug-Eluting Stent for Small Coronary Vessels: PICCOLETO-II 3-Year Follow-Up.

Background: Native vessel coronary artery disease represents 1 of the most attractive fields of application for drug-coated balloons (DCBs). To date, several devices have been compared with drug-eluting stents (DESs) in this setting with different outcomes.

Objectives: The authors sought to compare the short- and long-term performance of the paclitaxel DCB with the everolimus-eluting stent in patients with de novo lesions in small coronary vessel disease.

Methods: PICCOLETO II (Drug Eluting Balloon Efficacy for Small Coronary Vessel Disease Treatment) was an academic, international, investigator-driven, multicenter, open-label randomized clinical trial in which patients were allocated to a DCB (n=118) or DES (n=114). We previously reported the superiority of DCBs regarding in-lesion late lumen loss at 6 months. Herein we report the final 3-year clinical follow-up with the occurrence of major adverse cardiac events (MACEs), a composite of cardiac death, nonfatal myocardial infarction, target lesion revascularization, and its individual components. Results: The 3-year clinical follow-up (median 1,101 days; IQR: 1,055-1,146 days) was available for 102 patients allocated to DCB and 101 to DES treatment. The cumulative rate of all-cause death (4% vs 3.9%; P=0.98), cardiac death (1% vs 1.9%; P=0.56), myocardial infarction (6.9% vs 2%; P=0.14), and target lesion revascularization (14.8% vs 8.8%; P=0.18) did not significantly differ between DCBs and DESs. MACEs and acute vessel occlusion occurred more frequently in the DES group (20.8% vs 10.8% [P=0.046] and 4% vs 0% [P= 0.042], respectively).

Conclusions: The long-term clinical follow-up of the PICCOLETO II randomized clinical trial shows a higher risk of MACEs in patients with de novo lesions in small vessel disease when they are treated with the current-generation DES compared with the new-generation paclitaxel DCB. (Drug Eluting Balloon Efficacy for Small Coronary Vessel Disease Treatment [PICCOLETO II].

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Meno stent e più palloni medicati: come potrebbe cambiare la PCI nei pazienti multivasali

L’uso di stent multipli e stent lunghi (anche in era DES di nuova generazione) durante le procedure di PCI, soprattutto nei pazienti multivasali, comporta un aumento di trombosi e di “target vessel failure” (TVF), cioè un composito di morte cardiaca, infarto miocardico e necessità di nuova rivascolarizzazione correlata al vaso trattato. Una strategia che utilizzi con parsimonia i DES e per alcune lesioni i “drug-coated balloons” (DCB), è stata proposta come alternativa all’uso estensivo di DES, ma mancano dati provenienti da ampie casistiche e da studi di confronto tra le due strategie.

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Configuration of two-stent coronary bifurcation techniques in explanted beating hearts: the MOBBEM study

Background: In patients with complex coronary bifurcation lesions undergoing percutaneous coronary intervention (PCI), various 2-stent techniques might be utilised. The Visible Heart Laboratories (VHL) offer an experimental environment where PCI results can be assessed by multimodality imaging.

Aims: We aimed to assess the post-PCI stent configuration achieved by 2-stent techniques in the VHL and to evaluate the procedural factors associated with suboptimal results.

Methods: Bifurcation PCI with 2-stent techniques, performed by expert operators in the VHL on explanted beating swine hearts, was studied. The adopted bifurcation PCI strategy and the specific procedural steps applied in each procedure were classified according to Main, Across, Distal, Side (MADS)-2 and to their adherence to the European Bifurcation Club (EBC) recommendations. Microcomputed tomography (micro-CT) was used to assess the post-PCI stent configuration. The primary endpoint was “suboptimal stent implantation”, defined as a composite of stent underexpansion (<90%), side branch ostial area stenosis >50% and the gap between stents.

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Lesioni complesse sottoposte a PCI: quanto è utile l’imaging intracoronarico?

È noto come la guida intravascolare (soprattutto la ultrasonografia intracoronarica –IVUS) sia utile sia per favorire la sede e la dimensione degli stent da utilizzare durante le procedure di PCI che per ottimizzarne l’impianto. Gli studi in proposito sono indicativi di questo beneficio, ma hanno delle limitazioni, perché talora eseguiti in casistiche sottodimensionate o in gruppi di pazienti definiti in base a singole caratteristiche anatomiche. Nessuno studio di ampie dimensioni ha indagato l’utilità dell’utilizzo dell’IVUS nelle procedure di PCI complesse, la cui esecuzione è più impegnativa e il cui esito a distanza meno favorevole.

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Prevenzione secondaria a lungo termine dopo impianto di stent con farmaci antipiastrinici: ASA o clopidogrel?

Lo studio HOST-EXAM ha mostrato una superiorità di clopidogrel (CLO) 75 mg/die sull’ASA 100 mg/die, quale farmaco antipiastrinico somministrato in monoterapia al termine della doppia terapia antipiastrinica (DAPT) per la prevenzione di un endpoint composito (morte per ogni causa, infarto miocardico, stroke, riospedalizzazione per sindrome coronarica acuta -ACS- e bleeding maggiore -BARC ≥3-) in pazienti sottoposti a impianto di stent coronarico a rilascio di farmaco (DES). Tuttavia, il follow-up è stato di solo due anni, un periodo troppo breve per decretare la superiorità di un farmaco che deve essere somministrato per tutta la vita; inoltre, l’utilizzo di CLO si associava a un incremento numerico (non significativo) di mortalità.

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Può una DAPT prolungata oltre l’anno essere utile nei pazienti sottoposti a impianto di stent coronarico?

La durata della doppia terapia antiaggregante (DAPT), dopo impianto di stent, è oggetto di dibattito e di studio. La cardiologia interventistica è in continua evoluzione, sia per il miglioramento dei materiali utilizzati (soprattutto per quanto riguarda la tecnologia degli stent), l’esperienza crescente degli operatori e l’utilizzo, sempre maggiore, di tecniche di imaging che hanno permesso di ridurre il rischio di trombosi dello stent. Applicare i risultati di trial, datati a una realtà dinamica, può comportare errori di valutazione clinica. È necessario, perciò, verificare se i risultati dei trial che hanno esplorato la corretta durata della DAPT siano tuttora applicabili alla popolazione di pazienti che attualmente viene sottoposta a impianto di stent.

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Qual è il rischio di mortalità dopo un evento emorragico o un infarto miocardico successivi a impianto di stent in una popolazione “high bleeding risk”

Uno dei dilemmi tuttora irrisolti della terapia antipiastrinica dopo impianto di stent è la durata della doppia terapia antipiastrinica, soprattutto in una popolazione ad alto rischio emorragico. Recentemente l’Academic Research Consortium (ARC) ha proposto una definizione di “high bleeding risk” (HBR), basata sulla presenza di criteri maggiori e minori. Journal Map ha già dedicato spazio e commenti a questo tema (vedi numero 5). Tuttavia alcuni di questi criteri ARC-HBR si associano non solo a un alto rischio emorragico, ma anche a un rischio ischemico elevato. Quale sia poi la mortalità successiva al verificarsi di un evento emorragico o ischemico in questa popolazione non è noto.

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