Febbraio 8, 2021

Dobbiamo rivascolarizzare i pazienti con coronaropatia stabile e disfunzione ventricolare sinistra non severa? Un’analisi dello studio ischemia

Lo studio ISCHEMIA recentemente pubblicato, non ha mostrato differenza di outcome (a una mediana di follow-up di 3.2 anni) tra pazienti con segni di ischemia miocardica moderata o severa (valutata a uno stress test) e randomizzati a una strategia conservativa (rivascolarizzazione solo in caso di fallimento della terapia medica) o invasiva (rivascolarizzazione a tutti i pazienti quando possibile).

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Dobbiamo somministrare il betabloccante nei pazienti con infarto miocardico non complicato da scompenso cardiaco sottoposti a rivascolarizzazione miocardica?

La prescrizione di betabloccante dopo un infarto miocardico in assenza di scompenso cardiaco è una prassi consolidata tra i cardiologi, supportata dalle Linee Guida, ma non presenta dati di evidenza solida a suo favore nei pazienti trattati con rivascolarizzazione miocardica sia percutanea che chirurgica. Gli studi osservazionali dai risultati contrastanti e un solo studio randomizzato, peraltro sottodimensionato, non permettono di esprimere un giudizio definitivo al riguardo.

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ECG Challenge

A un uomo di 37 anni, sportivo, senza precedenti cardiologici di rilievo né fattori di rischio cardiovascolari noti, vengono prescritti dal Medico di Medicina Generale ECG (Figura 1) e visita aritmologica per episodi ricorrenti di cardiopalmo e riscontro di polso aritmico. Il paziente nega sincopi o lipotimie, angor o dispnea. Non assume alcuna terapia e nega abuso di stupefacenti o caffeina; l’anamnesi familiare è negativa per cardiomiopatie e morte improvvisa.

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