Marzo 6, 2021

Quanti pazienti guariti da COVID-19 presentano alterazioni cardiache alla risonanza magnetica e quali sono le correlazioni con l’infezione?

In pazienti affetti da COVID-19 è stata segnalata l’insorgenza di complicanze cardiovascolari acute, anche in pazienti precedentemente non affetti da patologie cardiache. Inoltre, un incremento patologico di troponina (hsTN) indicativo di “myocardial injury” si verifica frequentemente. Le cause possono essere diverse, dalla rottura di placca coronarica su base infiammatoria con successiva trombosi, “stress” miocardico da elevata portata circolatoria, endotelite sistemica, sino a una miocardite fulminante, ritenuta responsabile dell’exitus in circa il 7% dei casi letali. Inoltre, è stata dimostrata un’infiltrazione a livello miocardico di cellule infiammatorie mononucleari interstiziali.

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Risultati dell’angioplastica primaria nei pazienti STEMI in era COVID: una ampia esperienza europea.

Alcune osservazioni nel corso dell’anno scorso avevano segnalato come, durante l’esplosione della pandemia da COVID-19, il numero di pazienti presentatisi per infarto miocardico con sopraslivellamento del tratto ST (STEMI) negli ospedali fosse notevolmente diminuito e la mortalità aumentata a motivo di una maggior frequenza di accessi tardivi. La causa invocata per tale fenomeno è la paura del contagio da SARS-CoV-2.

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ECG Challenge-COVID Case

In PS la paziente si presentava emodinamicamente stabile (pressione arteriosa 120/70 mmHg, frequenza cardiaca 70 bpm), febbrile (TC 38.5°C), con tachipnea (30 respiri al minuto) e desaturazione arteriosa (SpO2 80% in aria ambiente).

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