Marzo 26, 2024

Abbandono della doppia terapia antiaggregante entro un mese dalla sindrome coronarica acuta e prosecuzione con ticagrelor: un’altra evidenza favorevole dallo studio T-PASS

Nei pazienti con sindrome coronarica acuta (ACS), in assenza di una condizione di high-bleeding-risk (HBR), la durata della doppia terapia antipiastrinica (DAPT) raccomandata dalle Linee Guida è tuttora di 12 mesi . Tuttavia, la tendenza attuale degli operatori a impiantare un numero minore di stent ri spetto al passato e per lo più a maglie metalliche ultrasottili, così come il timore di eventi emorragici correlati alla DAPT anche in pazienti senza un profilo specifico HBR, hanno spianato la strada all’utilizzo di periodi sempre più brevi di DAPT proseguendo la terapia con inibitori del recettore P2Y12.

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Possiamo dare l’addio all’ASA nel trattamento della sindrome coronarica acuta?

Una serie di studi recenti ha dimostrato la sicurezza di strategie farmacologiche basate su breve durata di doppia terapia antipiastrinica (DAPT) dopo sindrome coronarica acuta (ACS) e successivo trattamento con monoterapia basata su inibitore del recettore piastrinico P2Y12. . Tuttavia nessuno studio ha sperimentato una strategia “ASA”, basata su una monoterapia immediata con un inibitore del recettore P2Y12, senza una fase iniziale di DAPT.

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Monoterapia con ticagrelor nelle sindromi coronariche acute: risultati di un’analisi congiunta degli studi TWILIGHT e TICO.

Tra le strategie antipiastriniche utilizzate per ridurre i sanguinamenti nei pazienti con sindrome coronarica acuta sottoposta a PCI a rischio ischemico non elevato, la sospensione dell’ASA dopo un periodo di DAPT di tre/sei mesi, continuando la terapia antipiastrinica con il solo inibitore del recettore P2Y12, è attualmente contemplata dalle Linee Guida con una raccomandazione di classe IIa. Tuttavia, gli studi che hanno utilizzato tale strategia confrontandola con la DAPT standard di 12 mesi esclusivamente in pazienti ACS non hanno dato esiti omogenei, in quanto ai risultati favorevoli a una “short DAPT” nello studio TICO , che ha utlizzato ticagrelor quale inibitore del recettore P2Y12, si sono contrapposti i risultati meno confortanti di STOPDAPT-2 ACS che ha invece utilizzato clopidogrel. Inoltre è da notare che un altro studio, il TWILIGHT aveva un disegno molto simile a quello dello studio TICO, pur rivolgendosi a una popolazione mista di ACS (63.5%) e coronaropatia stabile (36.5%). Una valutazione globale di TICO e TWILIGHT, limitatamente ai pazienti ACS, potrebbe dare una maggiore evidenza all’efficacia e sicurezza di una strategia antipiastrinica basata su una “short DAPT”, seguita da monoterapia con ticagrelor.

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Including measures of chronic kidney disease to improve cardiovascular risk prediction by SCORE2 and SCORE2-OP

I pazienti con nefropatia cronica moderata e severa sono considerati a rischio di sviluppare eventi cardiovascolari . La quantificazione del rischio può essere effettuata includendo le informazioni relative a due misurazioni di danno renale, quali GFR e il rapporto albuminuria/creatininuria (ACR), entro modelli predittivi. Utilizzando questo approccio, le due misurazioni di danno renale, incorporate entro gli algoritmi “Systemic Coronary Risk Estimation 2 (SCORE2) e Systemic Coronary Risk Estimation 2 nelle persone anziane (SCORE2-OP) ne hanno migliorato la capacità predittiva con un aumento di C-statistics per SCORE2 aumentato di 0.016 (0.010– 0.023) e per SCORE2-OP nelle persone anziane di 0.024 (0.014, 0.035).

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Implantable-cardioverter-defibrillator after ST-elevation myocardial infarction: when and how frequently is it implanted and what is the rate of appropriate interventions? Insight from TRIESTE registry.

Esistono dati limitati sulla frequenza, tasso di intervento e predittori di impianto di defibrillatore impiantabile (ICD) dopo infarto miocardico con sopraslivellamento del tratto ST (STEMI) trattato con angioplastica primaria (pPCI). In questo studio monocentrico, retrospettivo, il 3.6% di 1.805 pazienti con STEMI sottoposti a pPCI sono stati sottoposti a impianto di ICD (follow-up mediano di 6.7 anni). A 12 mesi, il numero medio di impianti di ICD è stato di 2.3/100 pazienti [intervallo di confidenza al 95% (95% CI): 1.7–3.1] ed è rimasto stabile nel tempo (a 24 mesi: 2.5/100 pazienti, a 36 mesi: 2.6/100 pazienti). Nel 83% dei pazienti l’impianto di ICD è stato effettuato in prevenzione primaria e più della metà (55%) degli impianti è avvenuto in pazienti con frazione di eiezione (FE) superiore al 35% al momento della dimissione.

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Prosthesis-patient mismatch after transcatheter implantation of contemporary balloon-expandable and self-exspandable valves in small aortic annuli

Background: Evidence of clinical impact of PPM after TAVI is conflicting and might vary according to the type of valve implanted.

Aims: To assess the clinical impact of prosthesispatient mismatch (PPM) after transcatheter aortic valve implantation (TAVI) with balloon-expandable (BEV) and self-expandable valves (SEV) in patients with small annuli.

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