Maggio 21, 2024

Stenosi aortica severa con anulus piccolo: TAVI o chirurgia?

Nei pazienti con stenosi aortica severa e anulus aortico piccolo, non si è osservata alcuna differenza di outcome a breve o medio termine (2 anni) o di emodinamica valvolare tra i pazienti sottoposti a TAVI o SAVR. La scelta tra le due procedure dovrà perciò riguardare altre caratteristiche di rischio e la preferenza del paziente. Vanno considerati tuttavia i limiti dello studio, in particolare la ridotta casistica.

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Follow-up a lungo termine della bicuspidia valvolare aortica: un’ampia casistica della mayo clinic.

La storia naturale della bicuspidia valvolare aortica (BVA) non è del tutto chiarita: infatti vi sono oggettive difficoltà nell’accertarla, essendo una condizione che attraversa tutta la vita dei pazienti. Gli studi in proposito devono quindi avere un follow-up molto lungo e devono distinguere le popolazioni nelle quali la diagnosi viene posta, cioè se in età adulta oppure in età pediatrica. Non stupisce quindi che i report in letteratura sulla storia naturale della BVA abbiano dato esiti contrastanti

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Upgrading da pacing ventricolare destro a resincronizzazione cardiaca in pazienti scompensati: lo studio BUDAPEST.

Lo studio BUDAPEST dimostra in un’ampia casistica e con dati incontrovertibili, la superiorità di una stimolazione biventricolare rispetto alla stimolazione della sola camera ventricolare destra in pazienti con scompenso cardiaco, riduzione della frazione di eiezione ed elevato burden di stimolazione. Le precedenti evidenze a favore della stimolazione biventricolare in questa tipologia di pazienti provenivano da piccole casistiche (6 studi per un totale di 161 pazienti); benchè tale scelta fosse ribadita nelle Linee Guida (peraltro con oscillazioni nella classe di raccomandazione nelle varie edizioni), in pratica essa veniva spesso disattesa, come indica lo studio RAFT che  mostra come nel 60% dei pazienti che presentavano tale indicazione, l’upgrade a CRT non venisse eseguito…

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Novel Prediction Equations for Absolute Risk Assessment of Total Cardiovascular Disease Incorporating Cardiovascular-Kidney-Metabolic Health: A Scientific Statement From the American Heart Association

n recente consensus statement dell’American Heart Association ha focalizzato l’attenzione sulle relazioni che intercorrono tra malattie metaboliche (in particolare l’obesità e il diabete), nefropatia cronica ed eventi cardiovascolari. Parlare di sindrome cardio-nefro-metabolica (CKM syndrome) significa non solo descrivere gli aspetti clinici di rispettiva influenza di una patologia rispetto all’evoluzione delle altre, ma anche di individuare una base patogenetica comune. Il documento individua 5 stadi di questa sindrome (vedi Figura), partendo dallo stadio 0 in cui non è presente alcun segnale. Nella fase 1 si evidenzia una eccessiva adiposità che comporta una condizione pro-infiammatoria e pro-ossidativa che determina un iniziale danno tissutale e riduce la sensibilità all’insulina. Nella fase 2 si manifestano i disturbi metabolici quali ipetrigliceridemia, ipertensione, diabete e compare un iniziale danno renale…

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Prognostic role of coronary artery ectasia in patients with nonobstructive coronary artery disease

L’ectasia coronarica (CAE) è associata al rischio di eventi avversi nei pazienti con ischemia/angina e assenza di malattia coronarica ostruttiva (INOCA/ANOCA), mentre la relazione tra CAE e infarto miocardico con assenza di malattia coronarica ostruttiva (MINOCA) è stata poco studiata. In questo studio retrospettivo (n=97 pazienti con CAE),49 (50.5%) presentavano MINOCA e 48 (49.5%) INOCA/ANOCA. Il MINOCA è risultato associato a una maggiore frequenza di malattie infiammatorie, CAE multivasale e flusso TIMI <3. A un follow-up mediano di 38 mesi...

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Transcatheter Aortic Valve Replacement Without On-Site Cardiac Surgery: Ready for Prime Time?

A oggi, la TAVI è diventata la terapia standard della stenosi valvolare aortica con conseguente rapido incremento del numero di procedure in tutto il mondo. Le attuali Linee Guida raccomandano l’esecuzione della TAVI in ospedali dotati di cardiochirurgia on-site. L’esponenziale aumento di richieste rischia di superare la capacità di questi centri, determinando un prolungamento delle liste di attesa e della mortalità a essa associata. Il nostro lavoro ha l’intento di offrire un modello organizzativo per poter estendere le procedure di TAVI anche in ospedali non dotati di cardiochirurgia on-site. Per sostenere questa ipotesi abbiamo eseguito una meta-analisi sugli studi a oggi disponibili, su un totale di 21.173 TAVI, e l’assenza di cardiochirurgia in loco non aumenta il rischio di morte a breve termine. Elemento fondamentale, secondo il nostro modello, è l’adeguata esperienza dei centri e l’attenta valutazione multidisciplinare in sede di Heart Team. Una dettagliata pianificazione pre-procedurale per identificare i pazienti a maggior rischio di complicanze è essenziale per garantire…

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