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L’ipercolesterolemia familiare omozigote è una malattia genetica rara (prevalenza 1:300.000 soggetti), causata nel 90% dei casi da una variazione nella sequenza del gene che codifica per il recettore LDL (LDLR), che comporta valori molto elevati di colesterolo LDL (LDL-C) e conseguente alto rischio di eventi cardiovascolari . I farmaci ipolipemizzanti tradizionali (statine, ezetimibe) non abbassano in modo sostanziale il colesterolo LDL, mentre inclisiran, un siRNA (small interfering RNA) che previene la produzione epatica della proteina PCSK9...

La sensibilità e la specificità del test da sforzo (TS) è stata storicamente studiata avendo come “gold standard” l’esito della coronarografia invasiva, cioè la presenza di stenosi coronariche ischemizzanti. Un TS positivo per criteri elettrocardiografici, in assenza tuttavia di una malattia coronarica significativa, è sempre stato giudicato come un “falso positivo”. Tuttavia, sappiamo che l’ischemia miocardica può verificarsi anche in assenza di una malattia coronarica epicardica...

I principi basilari della diagnosi e trattamento delle sindromi coronariche acute (ACS) sono simili per le tre modalità di presentazione clinica: STEMI, NSTEMI, angina instabile. Pensa A.C.S.: A) considera l’ECG: è Anormale? C) considera la presentazione Clinica S) il paziente è in condizioni Stabili? ....

Lo studio ISCHEMIA, che ha randomizzato pazienti con cardiopatia ischemica stabile a rivascolarizzazione o terapia medica ottimale a una strategia conservativa (CONS) o invasiva (INV), non ha mostrato differenze significative nell’endpoint composito (morte cardiovascolare, infarto miocardico -MI-, o ospedalizzazione per angina instabile, scompenso, arresto cardiaco risuscitato) valutato a una mediana di follow-up di 3.2 anni. Dei pazienti rivascolarizzati, la maggior parte (74.1%) sono stati trattati con ...

La IV definizione universale di infarto miocardico esige la presenza di un criterio addizionale (angiografico o elettrocardiografico o di imaging) all’aumento di troponina per porre diagnosi di infarto miocardico peri-procedurale. Benchè l’aggiunta di questi criteri abbia permesso di...

Nei pazienti con scompenso cardiaco, la carenza di ferro può essere assoluta o funzionale. Nel primo caso, la deplezione dei depositi di ferro è da riferire a perdite ematiche, malassorbimento (la congestione epatica causa un aumento della epdicina che riduce l’assorbimento duodenale) o a inadeguato apporto dietetico. Invece, la carenza funzionale di ferro è secondaria a un difetto di mobilizzazione dai depositi del ferro verso gli eritroblasti e i cardiomiociti o verso le cellule muscolari per sostenerne la contrattilità. Un aumento di epdicina...

L’infiammazione sistemica nelle fasi preoperatorie e lo stato nutrizionale influenzano la prognosi nei pazienti sottoposti a impianto di valvola aortica transcatetere (TAVI). In questo studio...

È nota la stretta relazione tra fibrillazione atriale (FA) e malattia renale cronica (IRC): la FA favorisce lo sviluppo e la progressione della IRC e, viceversa, la prevalenza e l’incidenza di FA, anche asintomatica, aumentano con la riduzione della funzione renale I pazienti con FA sono esposti a un elevato rischio di stroke, sanguinamenti maggiori e morte che aumenta progressivamente con la riduzione del filtrato glomerulare...

Negli ultimi anni, una serie di studi ha messo in discussione che la doppia terapia antipiastrinica (DAPT) prescritta dopo una procedura di PCI con impianto di stent, dovesse essere continuata per 12 mesi nei pazienti con sindrome coronarica acuta e per 6 mesi in quelli con coronaropatia cronica. Una “short DAPT”, da 1 a 3 mesi, ha il vantaggio di ridurre le complicanze emorragiche ed è particolarmente indicata nei pazienti ad alto rischio di bleeding. I dati a favore di questa strategia antipiastrinica sono a oggi...

Mentre l’angioplastica coronarica (PCI) può migliorare i sintomi e la qualità di vita nei pazienti anginosi, il suo ruolo nel trattamento della disfunzione ventricolare sinistra dei pazienti coronaropatici con HFrEF risulta controverso. La cardiomiopatia ischemica è il risultato di aree disfunzionanti per presenza di tessuto cicatriziale, esito irreversibile di un infarto miocardico, e di tessuto “ibernato” la cui funzione è potenzialmente reversibile con un intervento di...

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