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La fibrillazione atriale (AF) è una aritmia di riscontro molto frequente nella popolazione generale, con un ruolo patogenetico non solo nello stroke, ma anche nello scompenso cardiaco e nello sviluppo di demenza. L’ablazione si è dimostrata superiore rispetto alla terapia medica nel controllo dei sintomi e nel miglioramento della qualità di vita , riducendo anche la mortalità e le riospedalizzazioni nei pazienti con scompenso...

I pazienti che presentano un “transient ischemic attack” (TIA) o uno stroke minore (definito in base a uno score ≤3 sulla scala National Institutes of Health Stroke Scale-NIHSS-) hanno una probabilità del 5/10% di avere un nuovo stroke entro 90 giorni; le Linee Guida raccomandano in questi pazienti una doppia terapia antipiastrinica (DAPT), quando essa può essere instaurata entro 24 ore dall’evento...

Il recente studio dell’International Collaborative LBBAP Study group (I-CLAS) ha dimostrato che la resincronizzazione cardiaca (CRT), ottenuta attraverso la stimolazione nell’area della branca sinistra (LBBAP), si associa a un outcome migliore rispetto alla stimolazione biventricolare classica (BVP) in pazienti con EF ridotta, sintomi di scompenso cardiaco e QRS allargato...

Le Linee Guida non pongono un tetto all’intake giornaliero di potassio tranne che nei pazienti in stadio 3 e 4 di nefropatia cronica in cui le raccomandazioni del Kidney Disease Improving Global Outcomes (KDIGO) indicano 2–4 g/die senza restrizioni per pazienti negli stadi precedenti...

Circa due terzi dei pazienti con insufficienza cardiaca con frazione di eiezione ridotta (HFrEF) presentano una disfunzione ventricolare destra. La terapia beta-bloccante (β-BT) riduce la mortalità e le ospedalizzazioni nei pazienti con HFrEF. Tuttavia...

Questo studio è il primo a valutare in maniera sistematica l’utilizzo dei più recenti criteri ESC per la diagnosi di ipertensione polmonare (PH) in una popolazione di pazienti affetti da stenosiaortica severa e sottoposti a procedura TAVI. Inoltre, l’analisi permette un confronto diretto tra...

Non è ancora chiaro quale sia la strategia migliore da adottare nei pazienti anemici con infarto miocardico (MI), se cioè trasfondere liberamente al di sotto di una soglia di 10 g/dl di emoglobina, per migliorare il trasporto di ossigeno ai tessuti, oppure seguire una strategia più restrittiva ponendo a 8 g/dl la soglia di trasfusione onde evitare alcune complicanze connesse a un ampio uso di trasfusioni, che possono dipendere dalla maggiore viscosità del sangue e a infiammazione. Gli studi, spesso di piccole dimensioni, hanno dato risultati contrastanti...

Il beneficio prodotto dalla PCI in pazienti con coronaropatia stabile (CCS) consiste nella riduzione dei sintomi anginosi. Tuttavia, lo studio ORBITA ha dimostrato che non vi è alcun effetto positivo della PCI rispetto a una terapia antianginosa intensa basata sulle Linee Guida...

Gli score di rischio emorragico nei pazienti in terapia con anticoagulanti orali diretti (DOAC) per fibrillazione atriale, come l’HAS-BLED , hanno una accuratezza limitata poichè sono stati proposti per pazienti in terapia con antagonisti della vitamina K, in coorti di pazienti con basso rischio di bleeding....

Nel numero 79 di Journal Map abbiamo presentato lo studio NOAH-AFNET 6 he ha indagato gli effetti di edoxaban versus placebo in pazienti con tachiaritmie atriali asintomatiche rilevate da dispositivi impiantati quali defibrillatori o pacemaker. Lo studio, condotto in 2.536 pazienti si proponeva di verificare l’efficacia e la sicurezza di una terapia anticoagulante (edoxaban versus placebo) per la prevenzione dello stroke e delle complicanze tromboemboliche in pazienti con aritmie atriali veloci...

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