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Le indicazioni di classe I per il trattamento dell'insufficienza mitralica degenerativa raccomandano di considerare, soprattutto, la presenza di sintomi o una riduzione della funzione ventricolare sinistra. É noto, tuttavia, che un aumento delle dimensioni atriali (≥60 mL/m2-LAVI-), della pressione polmonare elevata (≥50 mmHg - PH-), la concomitanza di fibrillazione atriale (AF) e di insufficienza tricuspidalica moderato/severa (MSRT) hanno un peso prognostico rilevante in questi pazienti, anche se non costituiscono elementi che permettano di porre una indicazione chirurgica di classe I. Non è noto se questi marker secondari di outcome condizionino anche la prognosi di questi pazienti dopo l’intervento chirurgico.

L’impianto transcatetere di protesi valvolare aortica (TAVI) si è notevolmente diffuso negli ultimi anni, non essendo più riservato solamente a popolazioni molto anziane ad alto rischio chirurgico. Una delle maggiori perplessità, tuttavia, di questa espansione di indicazioni è rappresentato dai dubbi circa la durata della valvola in quanto un reintervento in un paziente che ha ricevuto una TAVI può essere gravato da complicanze procedurali, maggiori di quelle osservate a seguito di un primo impianto.

The year in cardiovascular medicine 2022: The top 10 papers in acute cardiac care and ischaemic heart disease. 1. Maslove DM, Tang B, Shankar-Hari M, Lawler PR, Angus DC, Baillie JK, et al. Redefining  critical illness. Nat Med 2022;28:1141–1148. Critical illness needs to be reframed. Owing to the rapid changes and multi-organ manifestations seen in critical illness, it is likely to be more complicated and to take a correspondingly greater effort than the precedents of oncology and cardiology.

Le implicazioni cliniche degli indici di rigidità arteriosa nei pazienti con stenosi aortica (AS) prima e dopo la sostituzione valvolare aortica transcatetere (TAVI) sono sconosciute. In questo studio osservazionale monocentrico che ha arruolato 150 pazienti TAVI, l’indice vascolare cardio-caviglia (CAVI) è stato misurato prima e dopo la TAVI. I pazienti sono stati divisi in due gruppi in base ai valori di CAVI prima e dopo la TAVI. I dati clinici (morte cardiaca e ospedalizzazione per insufficienza cardiaca-HF) ed ecocardiografici sono stati confrontati tra i due gruppi. I valori di CAVI pre- e post-procedurale erano rispettivamente di 7.90 (6.75-9.30) e 9.65 (8.90-10.65). La velocità di picco del flusso valvolare aortico pre-procedurale era significativamente più bassa nei pazienti con CAVI elevato.

Background: Treatment of aortic stenosis in patients with small annuli is challenging and can result in prosthesis-patient mismatch (PPM). Aims: We aimed to compare the forward flow haemodynamics and clinical outcomes of contemporary transcatheter valves in patients with small annuli. Methods: The TAVI-SMALL 2 international retrospective registry included 1,378 patients with severe aortic stenosis and small annuli (annular perimeter <72 mm or area <400 mm2) treated with transfemoral self-expanding (SEV; n=1,092) and balloon-expandable valves (BEV; n=286) in 16 high-volume centres between 2011 and 2020. Analyses comparing SEV versus BEV and supra-annular (SAV; n=920) versus intraannular valves (IAV; n=458) included inverse probability of treatment weighting (IPTW). The primary endpoints were the predischarge mean aortic gradient and incidence of severe PPM. The secondary endpoint was the incidence of more than mild paravalvular leak (PVL).

Le fratture da trauma minimo sono molto frequenti nell’anziano; si stima che possano riguardare il 25% degli uomini e il 44% delle donne di età superiore ai 60 anni. Le fratture da trauma minimo sono molto frequenti nell’anziano; si stima che possano riguardare il 25% degli uomini e il 44% delle donne di età superiore ai 60 anni[1]Frost SA, Kelly A, Gaudin J, et al. Establishing baseline absolute risk of subsequent fracture among adults presenting to hospital with a minimal-trauma-fracture. BMC Musculoskelet … Continua a leggere. Una metaanalisi recente, che ha incluso 12 studi trasversali o caso-controllo, ha mostrato una correlazione tra osteoporosi e valori elevati di colesterolo HDL (HDL-C).

La doppia terapia antiaggregante (DAPT) è parte essenziale della prevenzione secondaria dopo una sindrome coronarica acuta. Le Linee Guida raccomandano (in assenza di un rischio emorragico rilevante) una durata di 12 mesi, ma quando il rischio ishemico è elevato la DAPT (ASA associata a ticagrelor al dosaggio di 60 mg x 2) può essere prolungata sulla base dello studio PEGASUS-TIMI 54(1), che ha mostrato una riduzione degli eventi ischemici rispetto alla monoterapia con ASA. Tuttavia, l’incremento degli eventi emorragici attenua la portata clinica di questa strategia terapeutica.

Lo studio HOST-EXAM ha mostrato una superiorità di clopidogrel (CLO) 75 mg/die sull’ASA 100 mg/die, quale farmaco antipiastrinico somministrato in monoterapia al termine della doppia terapia antipiastrinica (DAPT) per la prevenzione di un endpoint composito (morte per ogni causa, infarto miocardico, stroke, riospedalizzazione per sindrome coronarica acuta -ACS- e bleeding maggiore -BARC ≥3-) in pazienti sottoposti a impianto di stent coronarico a rilascio di farmaco (DES). Tuttavia, il follow-up è stato di solo due anni, un periodo troppo breve per decretare la superiorità di un farmaco che deve essere somministrato per tutta la vita; inoltre, l’utilizzo di CLO si associava a un incremento numerico (non significativo) di mortalità.

La crescita maggiore di attesa di vita tra 2020 e 2021 è stata osservata in Belgio (+1,1%); la decrescita maggiore in Slovacchia e Bulgaria (-2,2%). In Italia l’attesa di vita maggiore nel 2021 si è registrata nelle provincie di Firenze (83.9) e Treviso (83.8). La minore attesa di vita invece si è verificata nelle provincie di Caltanissetta e Siracusa (80.2). La crescita maggiore di attesa di vita tra il 2020 e il 2021 si è registrata a Bergamo (da 79,7 a 83,3 anni) e a Cremona (da 79,7 a 82,8 anni). La decrescita maggiore ad Agrigento (da 81,8 a 80,3 anni) e a Campobasso (da 82,4 a 81,1 anni).

I dati sulla mortalità correlata all'ipertensione polmonare (PH), e i relativi trend nel tempo restano limitati e rappresentano l’oggetto della presente analisi. Mediante il database globale dell’OMS, sono stati calcolati i dati relativi alla mortalità causa-specifica e alla dimensione della popolazione interessata stratificata per sesso. In Italia, il tasso di mortalità annuale per PH standardizzato per età è diminuito da 2.34 (95% CI: 2.32-2.36) decessi per 100.000 abitanti a 1.51 (95% CI: 1.48-1.53) decessi per 100.000 abitanti. Nell’intero periodo, gli uomini hanno avuto tassi di mortalità correlati alla PH più elevati rispetto alle donne. L’analisi di regressione ha rivelato una diminuzione lineare significativa della mortalità per PH standardizzata per età dal 2005 al 2017 nell'intera popolazione italiana. Tuttavia, il calo è stato più pronunciato tra gli uomini rispetto alle donne. In conclusione, i tassi di mortalità correlati alla PH sono diminuiti linearmente dal 2005 al 2017 nella popolazione italiana.

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1 Frost SA, Kelly A, Gaudin J, et al. Establishing baseline absolute risk of subsequent fracture among adults presenting to hospital with a minimal-trauma-fracture. BMC Musculoskelet Disord.2020;21:133. doi:10.1186/s12891-020-3161-4.