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Questo studio è il primo a valutare in maniera sistematica l’utilizzo dei più recenti criteri ESC per la diagnosi di ipertensione polmonare (PH) in una popolazione di pazienti affetti da stenosiaortica severa e sottoposti a procedura TAVI. Inoltre, l’analisi permette un confronto diretto tra...

Non è ancora chiaro quale sia la strategia migliore da adottare nei pazienti anemici con infarto miocardico (MI), se cioè trasfondere liberamente al di sotto di una soglia di 10 g/dl di emoglobina, per migliorare il trasporto di ossigeno ai tessuti, oppure seguire una strategia più restrittiva ponendo a 8 g/dl la soglia di trasfusione onde evitare alcune complicanze connesse a un ampio uso di trasfusioni, che possono dipendere dalla maggiore viscosità del sangue e a infiammazione. Gli studi, spesso di piccole dimensioni, hanno dato risultati contrastanti...

Il beneficio prodotto dalla PCI in pazienti con coronaropatia stabile (CCS) consiste nella riduzione dei sintomi anginosi. Tuttavia, lo studio ORBITA ha dimostrato che non vi è alcun effetto positivo della PCI rispetto a una terapia antianginosa intensa basata sulle Linee Guida...

Gli score di rischio emorragico nei pazienti in terapia con anticoagulanti orali diretti (DOAC) per fibrillazione atriale, come l’HAS-BLED , hanno una accuratezza limitata poichè sono stati proposti per pazienti in terapia con antagonisti della vitamina K, in coorti di pazienti con basso rischio di bleeding....

Nel numero 79 di Journal Map abbiamo presentato lo studio NOAH-AFNET 6 he ha indagato gli effetti di edoxaban versus placebo in pazienti con tachiaritmie atriali asintomatiche rilevate da dispositivi impiantati quali defibrillatori o pacemaker. Lo studio, condotto in 2.536 pazienti si proponeva di verificare l’efficacia e la sicurezza di una terapia anticoagulante (edoxaban versus placebo) per la prevenzione dello stroke e delle complicanze tromboemboliche in pazienti con aritmie atriali veloci...

Gli score di rischio tradizionali (come il CHADS2 e CHA2DS2-Vasc) sono utilizzati per predire il rischio di eventi tromboembolici nei pazienti con fibrillazione atriale (AF) e sono stati associati al rischio di eventi fatali. Sebbene altri score di rischio più complessi siano stati sviluppati per predire la sopravvivenza, la loro performance comparativa...

Background and aims: An electrical storm (ES) is a clinical emergency with a paucity of established treatment options. Despite initial encouraging reports about the safety and effectiveness of percutaneous stellate ganglion block (PSGB), many questions remained unsettled and evidence from a prospective multicentre study was still lacking. For these purposes, the STAR study was designed. Methods: This is a multicentre observational study enrolling patients suffering from an ES refractory to standard treatment from 1 July 2017 to 30 June 2023. The primary outcome was the reduction of treated arrhythmic events by at least 50% comparing the 12 h following PSGB with the 12 h before the procedure. STAR operators were specifically trained to both the anterior anatomical and the lateral ultrasoundguided approach.

Nei pazienti con stenosi aortica severa e anulus aortico piccolo, non si è osservata alcuna differenza di outcome a breve o medio termine (2 anni) o di emodinamica valvolare tra i pazienti sottoposti a TAVI o SAVR. La scelta tra le due procedure dovrà perciò riguardare altre caratteristiche di rischio e la preferenza del paziente. Vanno considerati tuttavia i limiti dello studio, in particolare la ridotta casistica.

La storia naturale della bicuspidia valvolare aortica (BVA) non è del tutto chiarita: infatti vi sono oggettive difficoltà nell’accertarla, essendo una condizione che attraversa tutta la vita dei pazienti. Gli studi in proposito devono quindi avere un follow-up molto lungo e devono distinguere le popolazioni nelle quali la diagnosi viene posta, cioè se in età adulta oppure in età pediatrica. Non stupisce quindi che i report in letteratura sulla storia naturale della BVA abbiano dato esiti contrastanti

Lo studio BUDAPEST dimostra in un’ampia casistica e con dati incontrovertibili, la superiorità di una stimolazione biventricolare rispetto alla stimolazione della sola camera ventricolare destra in pazienti con scompenso cardiaco, riduzione della frazione di eiezione ed elevato burden di stimolazione. Le precedenti evidenze a favore della stimolazione biventricolare in questa tipologia di pazienti provenivano da piccole casistiche (6 studi per un totale di 161 pazienti); benchè tale scelta fosse ribadita nelle Linee Guida (peraltro con oscillazioni nella classe di raccomandazione nelle varie edizioni), in pratica essa veniva spesso disattesa, come indica lo studio RAFT che  mostra come nel 60% dei pazienti che presentavano tale indicazione, l’upgrade a CRT non venisse eseguito...

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