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La storia naturale dei graft impiantati a valle di stenosi coronariche durante intervento di bypass aortocoronarico (CABG), è stata descritta in numerosi studi, ma molti di questi non riflettono la pratica corrente e sussistono tuttora incertezze riguardo la relazione tra occlusione dei graft ed eventi clinici.

L’amministrazione Biden, in accordo con l'FDA, ha annunciato una iniziativa volta a porre un tetto alla quantità di nicotina contenuta nelle sigarette tradizionali. Questo provvedimento tuttavia non si rivolge, come dovrebbe, ai consumatori più giovani, in quanto solo il 2% dei ragazzi delle medie superiori fuma sigarette tradizionali contro il 14% (dato aggiornato al 2022) che fa uso di sigarette elettroniche: il contenuto di nicotina di queste ultime è cresciuto nel tempo, essendo originariamente dell’1 - 2%, mentre attualmente è del 5%-7%. . Vi è da osservare che in Europa, come nel Regno Unito, il limite è posto al 2%.

Un’intensa risposta fibrotica dopo infarto miocardico (MI) può condurre a un rimodellamento avverso del ventricolo sinistro (LV). In questo studio preclinico, gli autori hanno analizzato gli effetti del farmaco antifibrotico in ratti Wistar maschi randomizzati a: procedura fittizia (n = 13), MI riperfuso indotto legando l’arteria discendente anteriore sinistra (LAD) per 45 minuti (n = 17), MI riperfuso più terapia standard (ASA, ACE inibitore, beta bloccante e antagonista del recettore dei mineralcorticoidi) (n = 17), MI riperfuso più pirfenidone da solo (n = 17) o MI riperfuso più terapia standard e pirfenidone (n = 17). Non sono emerse differenze significative tra i volumi del ventricolo sinistro, la frazione di eiezione o la massa ventricolare valutate mediante risonanza magnetica cardiaca a 30 giorni. Sono emerse piccole differenze non statisticamente significative tra i ratti trattati con solo pirfenidone rispetto a quelli trattati con la terapia standard.

Objective: Severe secondary tricuspid regurgitation (STR) causes significant right atrial (RA) volume overload, resulting in structural and functional RA-remodelling. This study evaluated whether patients with severe STR and reduced RA function, as assessed by RA-reservoirstrain (RASr), show lower long-term prognosis. Results: A total of 586 patients with severe STR (age 68±13 years; 52% male) were included. Patients presented with mild right ventricular (RV) dilatation (end-diastolic area 13.8±6.5 cm2/m2) and dysfunction (free-wall strain 16.2±7.2%), and with moderate-to-severe RA dilatation (max area 15.0±5.3 cm2/m2); the median value of RASr was 13%. In the overall population, 10-year overall survival was low (40%, 349 deaths), and was significantly lower in patients with lower RASr (defined by the median value): 36% (195 deaths) for RASr ≤13% compared with 45% (154 deaths) for RASr >13% (log-rank p=0.016). With a median follow-up of 6.6 years, RASr was independently associated with all-cause mortality (HR per 5% RASr increase:0.928; 95% CI 0.864 to 0.996; p=0.038), providing additional value over relevant clinical and echocardiographic covariates (including RA size and RV function/size).

Nei pazienti con sindrome coronarica acuta (ACS), in assenza di una condizione di high-bleeding-risk (HBR), la durata della doppia terapia antipiastrinica (DAPT) raccomandata dalle Linee Guida è tuttora di 12 mesi . Tuttavia, la tendenza attuale degli operatori a impiantare un numero minore di stent ri spetto al passato e per lo più a maglie metalliche ultrasottili, così come il timore di eventi emorragici correlati alla DAPT anche in pazienti senza un profilo specifico HBR, hanno spianato la strada all’utilizzo di periodi sempre più brevi di DAPT proseguendo la terapia con inibitori del recettore P2Y12.

Una serie di studi recenti ha dimostrato la sicurezza di strategie farmacologiche basate su breve durata di doppia terapia antipiastrinica (DAPT) dopo sindrome coronarica acuta (ACS) e successivo trattamento con monoterapia basata su inibitore del recettore piastrinico P2Y12. . Tuttavia nessuno studio ha sperimentato una strategia “ASA”, basata su una monoterapia immediata con un inibitore del recettore P2Y12, senza una fase iniziale di DAPT.

Tra le strategie antipiastriniche utilizzate per ridurre i sanguinamenti nei pazienti con sindrome coronarica acuta sottoposta a PCI a rischio ischemico non elevato, la sospensione dell’ASA dopo un periodo di DAPT di tre/sei mesi, continuando la terapia antipiastrinica con il solo inibitore del recettore P2Y12, è attualmente contemplata dalle Linee Guida con una raccomandazione di classe IIa. Tuttavia, gli studi che hanno utilizzato tale strategia confrontandola con la DAPT standard di 12 mesi esclusivamente in pazienti ACS non hanno dato esiti omogenei, in quanto ai risultati favorevoli a una “short DAPT” nello studio TICO , che ha utlizzato ticagrelor quale inibitore del recettore P2Y12, si sono contrapposti i risultati meno confortanti di STOPDAPT-2 ACS che ha invece utilizzato clopidogrel. Inoltre è da notare che un altro studio, il TWILIGHT aveva un disegno molto simile a quello dello studio TICO, pur rivolgendosi a una popolazione mista di ACS (63.5%) e coronaropatia stabile (36.5%). Una valutazione globale di TICO e TWILIGHT, limitatamente ai pazienti ACS, potrebbe dare una maggiore evidenza all’efficacia e sicurezza di una strategia antipiastrinica basata su una “short DAPT”, seguita da monoterapia con ticagrelor.

I pazienti con nefropatia cronica moderata e severa sono considerati a rischio di sviluppare eventi cardiovascolari . La quantificazione del rischio può essere effettuata includendo le informazioni relative a due misurazioni di danno renale, quali GFR e il rapporto albuminuria/creatininuria (ACR), entro modelli predittivi. Utilizzando questo approccio, le due misurazioni di danno renale, incorporate entro gli algoritmi “Systemic Coronary Risk Estimation 2 (SCORE2) e Systemic Coronary Risk Estimation 2 nelle persone anziane (SCORE2-OP) ne hanno migliorato la capacità predittiva con un aumento di C-statistics per SCORE2 aumentato di 0.016 (0.010– 0.023) e per SCORE2-OP nelle persone anziane di 0.024 (0.014, 0.035).

Esistono dati limitati sulla frequenza, tasso di intervento e predittori di impianto di defibrillatore impiantabile (ICD) dopo infarto miocardico con sopraslivellamento del tratto ST (STEMI) trattato con angioplastica primaria (pPCI). In questo studio monocentrico, retrospettivo, il 3.6% di 1.805 pazienti con STEMI sottoposti a pPCI sono stati sottoposti a impianto di ICD (follow-up mediano di 6.7 anni). A 12 mesi, il numero medio di impianti di ICD è stato di 2.3/100 pazienti [intervallo di confidenza al 95% (95% CI): 1.7–3.1] ed è rimasto stabile nel tempo (a 24 mesi: 2.5/100 pazienti, a 36 mesi: 2.6/100 pazienti). Nel 83% dei pazienti l’impianto di ICD è stato effettuato in prevenzione primaria e più della metà (55%) degli impianti è avvenuto in pazienti con frazione di eiezione (FE) superiore al 35% al momento della dimissione.

Background: Evidence of clinical impact of PPM after TAVI is conflicting and might vary according to the type of valve implanted. Aims: To assess the clinical impact of prosthesispatient mismatch (PPM) after transcatheter aortic valve implantation (TAVI) with balloon-expandable (BEV) and self-expandable valves (SEV) in patients with small annuli.

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