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La doppia terapia antiaggregante (DAPT) è un caposaldo del trattamento dei pazienti sottoposti ad angioplastica coronarica (PCI).

Lo studio CANTOS, pubblicato tre anni fa, ha dimostrato come l’inibizione di interleukina(IL) -1beta con canakinumab in pazienti con storia di infarto miocardico e valori di proteina C reattiva (PCR) >2 mg/L porti ad una riduzione degli eventi clinici cardiovascolari senza interferire con i valori di colesterolemia ad un follow-up medio di 3.7 anni.

La scelta dell’inibitore del recettore P2Y12 da utilizzare in associazione all’acido acetilsa[1]licilico nei pazienti con sindrome coronarica acuta (ACS) è ancora oggi oggetto di intenso dibattito nella comunità scientifica, particolarmente nei pazienti anziani.

a prevalenza e l’impatto prognostico del danno miocardico acuto (ACI) in corso di infezione da SARS-CoV-19 (COVID-19) è oggetto di grande interesse nella comunità scientifica internazionale ed è stato recentemente affrontato in una meta-analisi di Zuin e coll.

Abstract Importance Acute coronary syndromes are the leading cause of death worldwide and the leading cause of disease burden in high-income countries.

L'individuazione di soggetti a rischio di morte improvvisa, soprattutto tra coloro che non hanno una storia di malattia cardiovascolare e sono asintomatici al momento dell’osservazione, costituirebbe un risultato di grande rilevanza clinica.

Quale sia la migliore tecnica per trattare le biforcazioni coronariche è da anni oggetto di controversia.

La terapia antitrombotica nei pazienti sottoposti a impianto percutaneo di valvola aortica (TAVI) non ha basi solide in letteratura. La pratica clinica attuale prevede 3 mesi di duplice terapia antiaggregante (DAPT) con ASA e clopidogrel, seguita da una terapia antiaggregante singola (SAPT) a vita.

Analisi di 778 pazienti inseriti nel registro Post-MI in quanto reduci da infarto miocardico, sottoposti a PCI e con caratteristiche cliniche tali da consigliare un trattamento con doppia terapia antipiastrinica (DAPT) oltre i 12 mesi canonici.

This study compared left ventricular end-diastolic pressure (LVEDP)-guided and urine flow rate (UFR)-guided hydration.

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