Leggi tutti gli articoli

We carried out a multicentric, cross-sectional, retrospective analysis of 431 consecutive COVID-19 patients hospitalized between 10 March and 14 April 2020 who died or were treated with invasive mechanical ventilation.

L’infarto periprocedurale è una non rara complicanza degli interventi di angioplastica coronarica (PCI) in pazienti con coronaropatia stabile. Nello studio ISCHEMIA gli infarti periprocedurali hanno avuto un peso rilevante, se non decisivo, nel computo degli eventi a carico della strategia interventistica in confronto a quella conservativa.

Le Linee Guida della Società Europea di Cardiologia (ESC) raccomandano la sostituzione valvolare (sia essa chirurgica o mediante procedura TAVI) nei pazienti con stenosi aortica severa sintomatica, mentre in assenza di sintomi le indicazioni all’intervento appaiono più sfumate, tranne quando coesista una depressione della funzione ventricolare sinistra o quando il test da sforzo induca sintomi chiaramente riferibili alla patologia valvolare (classe I evidenza C).

Come è noto la Quarta Definizione Universale di Infarto Miocardico (MI) prevede 5 diversi tipi di MI, di cui il tipo 1 e 2 sono i più comuni.

La risonanza magnetica cardiaca da stress (stress-CMR) rappresenta una metodica di imaging utile nel work-up diagnostico della cardiopatia ischemica cronica.

Quick Survey 08

Un ulteriore aspetto controverso delle “2020 ESC Guidelines for the management of acute coronary syndromes in patients presenting without persistent ST-segment elevation” è la raccomandazione (classe IIa, evidenza B) che prasugrel sia da preferire a ticagrelor quando i pazienti vengano sottoposti a procedura di PCI.

Era senz’altro necessario produrre nuove Linee Guida della Società Europea di Cardiologia (ESC), in quanto le precedenti erano datate 2010 e 2016, per cui l’edizione uscita alla fine di agosto 2020 si colloca nell’intervallo di tempo giusto per offrire una nuova visione di questo settore in grande sviluppo.

Lo studio ISCHEMIA recentemente pubblicato, non ha mostrato differenza di outcome (a una mediana di follow-up di 3.2 anni) tra pazienti con segni di ischemia miocardica moderata o severa (valutata a uno stress test) e randomizzati a una strategia conservativa (rivascolarizzazione solo in caso di fallimento della terapia medica) o invasiva (rivascolarizzazione a tutti i pazienti quando possibile).

La prescrizione di betabloccante dopo un infarto miocardico in assenza di scompenso cardiaco è una prassi consolidata tra i cardiologi, supportata dalle Linee Guida, ma non presenta dati di evidenza solida a suo favore nei pazienti trattati con rivascolarizzazione miocardica sia percutanea che chirurgica. Gli studi osservazionali dai risultati contrastanti e un solo studio randomizzato, peraltro sottodimensionato, non permettono di esprimere un giudizio definitivo al riguardo.

ECG Challenge

A un uomo di 37 anni, sportivo, senza precedenti cardiologici di rilievo né fattori di rischio cardiovascolari noti, vengono prescritti dal Medico di Medicina Generale ECG (Figura 1) e visita aritmologica per episodi ricorrenti di cardiopalmo e riscontro di polso aritmico. Il paziente nega sincopi o lipotimie, angor o dispnea. Non assume alcuna terapia e nega abuso di stupefacenti o caffeina; l’anamnesi familiare è negativa per cardiomiopatie e morte improvvisa.

Cerca un articolo
Gli articoli più letti
Rubriche
Leggi i tuoi articoli salvati
La tua lista è vuota