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Uno degli aspetti più ampiamente dibattuti del trattamento antitrombotico delle sindromi coronariche acute (ACS) concerne la durata della doppia terapia antipiastrinica (DAPT).

L’impatto prognostico a lungo termine e la recidiva dei sintomi nei pazienti affetti da angina microvascolare (MVA) è oggetto di intenso dibattito nella comunità scientifica. In questo studio, condotto su 132 pazienti con MVA (età media 61 anni, 40% donne), la mortalità per cause cardiovascolari è risultata pari al 7% a un follow-up medio di 10 anni.

Quick Survey 04

Nella sua pratica clinica utilizza gli score di rischio emorragico per personalizzare la terapia antipiastrinica dopo sindrome coronarica acuta o angioplastica coronarica?

Le Linee Guida per le sindromi coronariche acute con sopraslivellamento del tratto ST (STEMI) raccomandano l’angioplastica primaria (P-PCI) se i pazienti vengono trattati entro 120 minuti dalla diagnosi elettrocardiografica.

Lo studio SCOT HEART ha dimostrato che la TC coronarica, eseguita in pazienti con sospetta angina pectoris, permette una migliore definizione diagnostica e riduce il rischio di infarto a 5 anni rispetto a un approccio standard tradizionale che può includere un elettrocardiogramma da sforzo.

La presenza di anemia e fragilità rappresentano due condizioni comuni nei pazienti anziani con sindrome coronarica acuta (SCA) e sono frequentemente associati a prognosi sfavorevole.

Quick Survey 03

In quale percentuale di casi utilizzi la TC coronarica nel percorso diagnostico dei pazienti con sospetta angina pectoris?

Lo studio AUGUSTUS, come noto, è basato su un confronto randomizzato in aperto, fattoriale 2x2, tra apixaban e warfarin e di ASA vs placebo in pazienti con fibrillazione atriale e sindrome coronarica acuta - ACS - o intervento di angioplastica coronarica - PCI - trattati con un inibitore del recettore P2Y12 (nella stragrande maggioranza dei casi il clopidogrel).

È noto che, benché gli anziani siano una parte rilevante della popolazione ricoverata per sindrome coronarica acuta (ACS) pochi siano gli studi compiuti in pazienti con età avanzata.

La fibrillazione atriale (FA) rappresenta un’aritmia comune nei pazienti con sindrome coronarica acuta (SCA), con un’incidenza che va dal 6 al 21%. Nello studio in oggetto, gli autori hanno analizzato l’impatto della FA su outcomes clinici intraospedalieri e a medio-termine in 12.288 pazienti con SCA (di cui il 10% con FA) arruolati in due registri multicentrici italiani (IN-ACS Outcome e MANTRA).

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