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a prevalenza e l’impatto prognostico del danno miocardico acuto (ACI) in corso di infezione da SARS-CoV-19 (COVID-19) è oggetto di grande interesse nella comunità scientifica internazionale ed è stato recentemente affrontato in una meta-analisi di Zuin e coll.

Abstract Importance Acute coronary syndromes are the leading cause of death worldwide and the leading cause of disease burden in high-income countries.

L'individuazione di soggetti a rischio di morte improvvisa, soprattutto tra coloro che non hanno una storia di malattia cardiovascolare e sono asintomatici al momento dell’osservazione, costituirebbe un risultato di grande rilevanza clinica.

Quale sia la migliore tecnica per trattare le biforcazioni coronariche è da anni oggetto di controversia.

La terapia antitrombotica nei pazienti sottoposti a impianto percutaneo di valvola aortica (TAVI) non ha basi solide in letteratura. La pratica clinica attuale prevede 3 mesi di duplice terapia antiaggregante (DAPT) con ASA e clopidogrel, seguita da una terapia antiaggregante singola (SAPT) a vita.

Analisi di 778 pazienti inseriti nel registro Post-MI in quanto reduci da infarto miocardico, sottoposti a PCI e con caratteristiche cliniche tali da consigliare un trattamento con doppia terapia antipiastrinica (DAPT) oltre i 12 mesi canonici.

This study compared left ventricular end-diastolic pressure (LVEDP)-guided and urine flow rate (UFR)-guided hydration.

Delle quattro survey proposte, due riguardavano la doppia terapia antipiastrinica (DAPT) nelle sindromi coronariche acute; le risposte mostrano le incertezze che tuttora sussistono per gli argomenti proposti, cioé la tipologia di DAPT da utilizzare nell’anziano e il ricorso agli score di rischio emorragico per valutare la durata della DAPT.

ASA è considerato il trattamento antipiastrinico basilare su cui fondare la prevenzione secondaria dopo un evento cardiovascolare o cerebrale.

l ruolo della rivascolarizzazione miocardica (mediante angioplastica coronarica o intervento di bypass aortocoronarico) nel trattamento del paziente con coronaropatia stabile è ancora molto dibattuto. Questo nonostante una serie di trial (di cui il più recente, ISCHEMIA, è anche il più ampio) che non hanno però dissipato dubbi e perplessità.

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