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La terapia antitrombotica nei pazienti sottoposti a impianto percutaneo di valvola aortica (TAVI) non ha basi solide in letteratura. La pratica clinica attuale prevede 3 mesi di duplice terapia antiaggregante (DAPT) con ASA e clopidogrel, seguita da una terapia antiaggregante singola (SAPT) a vita.

Analisi di 778 pazienti inseriti nel registro Post-MI in quanto reduci da infarto miocardico, sottoposti a PCI e con caratteristiche cliniche tali da consigliare un trattamento con doppia terapia antipiastrinica (DAPT) oltre i 12 mesi canonici.

This study compared left ventricular end-diastolic pressure (LVEDP)-guided and urine flow rate (UFR)-guided hydration.

Delle quattro survey proposte, due riguardavano la doppia terapia antipiastrinica (DAPT) nelle sindromi coronariche acute; le risposte mostrano le incertezze che tuttora sussistono per gli argomenti proposti, cioé la tipologia di DAPT da utilizzare nell’anziano e il ricorso agli score di rischio emorragico per valutare la durata della DAPT.

ASA è considerato il trattamento antipiastrinico basilare su cui fondare la prevenzione secondaria dopo un evento cardiovascolare o cerebrale.

l ruolo della rivascolarizzazione miocardica (mediante angioplastica coronarica o intervento di bypass aortocoronarico) nel trattamento del paziente con coronaropatia stabile è ancora molto dibattuto. Questo nonostante una serie di trial (di cui il più recente, ISCHEMIA, è anche il più ampio) che non hanno però dissipato dubbi e perplessità.

Scopo del lavoro è stato quello di valutare efficacia e sicurezza degli anticoagulanti orali diretti (DOAC) - valutate con la Reported Edmonton Frail Scale - in una popolazione di anziani ottuagenari.

Quick Survey 06

Pensa che i risultati dello studio ISCHEMIA modificheranno la sua condotta clinica nel trattamento delle sindromi coronariche croniche?

L’Academic Research Bleeding Consortium ha pubblicato, lo scorso anno, un documento di consenso sui criteri necessari per giudicare ad alto rischio emorragico i pazienti che vengono sottoposti a procedure percutanee di rivascolarizzazione coronarica (PCI).

Nello studio ODYSSEY OUTCOMES alirocumab, un inibitore della PCSK9 (acronimo di Proproteina Convertasi Subtilisina/Kexina di tipo 9), in aggiunta a una terapia statinica alle dosi massime tollerate, ha significativamente ridotto gli eventi ischemici e la mortalità per ogni causa rispetto al placebo, dimostrando il beneficio derivante da una riduzione drastica dei livelli di colesterolo LDL in prevenzione secondaria.

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