Stefano De Servi

Doppia o triplice terapia antitrombotica nei pazienti in fibrillazione atriale che necessitano di trattamento antiaggregante: una analisi dello studio AUGUSTUS.

Circa il 6-8% dei pazienti con sindrome coronarica acuta (ACS), o sottoposti a PCI con impianto di stent sono in fibrillazione atriale e necessitano di anticoagulante. Benchè le Linee Guida siano chiare nell’indicare una breve durata della triplice terapia antitrombotica (con qualche incertezza se debba essere limitata all’ospedalizzazione o estendersi sino alla fine del primo mese) seguita da doppia terapia antitrombotica per 1 anno, queste raccomandazioni provengono da meta-analisi di studi che hanno una certa eterogeneità per disegno, selezione di pazienti e farmaci impiegati. Tra questi studi…

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Incremento di troponina dopo PCI elettiva: quando ha valore prognostico?

Vi è un notevole dibattito riguardo al significato prognostico dell’infarto miocardico periprocedurale (PMI). Benchè alcune analisi abbiano mostrato che anche modeste elevazioni di troponina (5 volte il limite superiore di “normalità”) dopo un intervento di rivascolarizzazione percutanea (PCI) o di bypass aortocoronarico (CABG) si correlino con l’outcome dei pazienti una recente analisi dello studio ISCHEMIA ha mostrato] come un infarto miocardico spontaneo (SpMI) si associ a un maggior rischio successivo di…

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Alto rischio emorragico nei pazienti sottoposti a PCI: prognosi a distanza

Molti pazienti sottoposti a procedure di PCI presentano un alto rischio emorragico (HBR). In questi pazienti le Linee Guida suggeriscono di individualizzare la terapia antipiastrinica tenendo conto delle caratteristiche del paziente. .  La difficoltà maggiore per il clinico, in questi casi, è rappresentata dal fatto che molti pazienti HBR hanno anche un elevato rischio ischemico in quanto molte variabili sono predittive sia del rischio ischemico che di quello emorragico…

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Indagine fisiopatologica delle stenosi coronariche: quando FFR e indici derivati dall’analisi delle curve pressorie non basate sull’iperemia danno risultati discordanti

La Fractional Flow Reserve (FFR) è considerata il gold standard per la valutazione funzionale delle stenosi epicardiche da sottoporre a PCI; iFR costituisce una alternativa, essendosi dimostrata non-inferiore a FFR negli studi DEFINE-FLAIR e iFR-SWEDEHEART. .  Sono stati proposti altri indici non-iperemici (NHPRs “nonhyperemic pressure ratios”), come il rapporto diastolico non iperemico e il rapporto…

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Leading Causes of Death in the US, 2019-2023.

Le malattie cardiovascolari (che hanno subito un incremento dello 0.4% tra 2019 e 2023, da 660.000 a 680.000 decessi) e i tumori (in declino numericamente rispetto al 2019) si confermano le due più frequenti cause di mortalità; Il COVID-19 nel 2020 e nel 2021 è stata la terza causa di decesso, ma nel 2022 è sceso al quarto posto per divenire la decima causa più frequente nel 2023. I dati, tratti dal report del National Center for Health Statistics sulle cause principali di morte negli Stati Uniti tra il 2019 e il 2023, mostrano una netta riduzione…

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Guida angiografica o oct per guidare la pci delle stenosi coronariche calcifiche

Il trattamento delle stenosi coronariche calcifiche rappresenta una sfida per il cardiologo interventista, sia per la difficoltà di esecuzione della PCI che per le complicanze procedurali e a distanza. ). Il recente documento di consenso dell’European Association of Percutaneous Cardiovascular Interventions (EAPCI) sottolinea la necessità di preparare adeguatamente le stenosi (rotablator, litotripsia intravascolare) e di utilizzare tecniche di imaging per guidare…

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PCI dei piccoli vasi: meglio lo stent o il pallone medicato al paclitaxel?

La meta-analisi dei tre studi che hanno confrontato l’outcome di pazienti sottoposti a PCI per la presenza di lesioni su vasi piccoli (mediana 2.5 mm) ha un proposito lodevole, fornendo informazioni a medio-lungo termine (follow-up medio 3 anni) che sono molto importanti per individuare i benefici di un trattamento alternativo allo stent tradizionale, rappresentato dall’utilizzo del pallone medicato. Infatti, è presumibile supporre che i vantaggi di una PCI che non inserisca metallo in vasi piccoli e che rispetti la fisiologia vascolare (“leave nothing behind!”) si manifestino soprattutto a distanza dall’intervento, in quanto capaci di ridurre le complicanze tardive dell’impianto di stent. In effetti, a una prima analisi, i risultati appaiono convincenti e sembrano confortare l’ipotesi poichè i MACE sono risultati significativamente differenti all’analisi statistica “one stage”. In particolare, osservando le componenti dell’endpoint composito, risulta significativamente ridotta dal pallone medicato l’incidenza di infarto miocardico (4.7% versus 7.8%, OR 0.58, 0.35–0.94) e numericamente la necessità di rivascolarizzazione (7.6% versus 10.1%, OR 0.73 (0.47–1.13). Tuttavia…

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Livelli di colesterolo LDL, lipoproteina(a) e proteina c reattiva dopo infarto miocardico: sono predittori indipendenti di eventi?

I livelli di colesterolo LDL (LDL-C), di lipoproteina- LP- (a) e di proteina C reattiva sono correlati al verificarsi di eventi cardiovascolari futuri. Esistono tuttora incertezze se ognuno di questi parametri abbia valore prognostico indipendente. Lo studio ODYSSEY-OUTCOMES ha valutato l’occorrenza di eventi cardiovascolari in una popolazione di pazienti con sindrome coronarica acuta (ACS) che assumevano statine, ma rimanevano con valori di LDL-C ≥70 mg/dL, non-HDL C >100 mg/dl o apolipoproteina B >80 mg/dL). Essi sono stati randomizzati ad alirocumab (un inibitore di PCSK9) o a placebo. Essendo stati determinati nel corso dello studio i livelli di LDL-C, LP(a) e proteina C reattiva ad alta sensibilità (hs-CRP), i pazienti del gruppo placebo…

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Beta-blocker therapy after acute myocardial infarction – to block or not to block?

La controversia si apre con la presentazione di un paziente di 54 anni senza fattori di rischio coronarico (e senza alcuna terapia farmacologica) in cui viene diagnosticato un NSTEMI ed eseguita PCI su una stenosi dell’80% della coronaria destra (la sinistra non presenta stenosi significative). L’esame obiettivo è nella norma e la pressione arteriosa nei limiti. La funzione ventricolare sinistra alla dimissione è nella norma (FE 55%). Non si sono registrati episodi aritmici durante la degenza. La domanda è: prescrivereste un betabloccante alla dimissione?

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