Dalla letteratura internazionale

Riserva frazionale di flusso coronarico (FFR) misurata mediante optical coherence tomography (OCT): è capace di predire gli eventi avversi cardiovascolari?

L’OCT è una tecnica di imaging intravascolare che permette una valutazione anatomica dei vasi coronarici. Osservazioni recenti hanno suggerito un’applicazione di questa metodica anche per la valutazione fisiopatologica delle stenosi coronariche (OCT-FFR), utilizzando equazioni di dinamica dei fluidi, sulla base di una correlazione con la FFR determinata con la guidina pressoria. Non ci sono ancora dati, tuttavia sulla capacità di questa tecnica di predire successivi eventi avversi cardiovascolari.

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Aneurisma dissecante dell’aorta ascendente: qual è la mortalità?

La mortalità dell’aneurisma dissecante dell’aorta ascendente di tipo A è tuttora elevata (soprattutto nelle prime 24 ore) nonostante i progressi degli ultimi anni nel trattamento chirurgico o endovascolare. Benché la maggior parte dei pazienti venga trattata in urgenza alcuni pazienti non vengono operati rapidamente soprattutto quando sia presente uno stato di ipotensione o shock o perché decedono prima dell’intervento.

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Storia naturale dell’aneurisma dell’aorta ascendente: quando intervenire?

Poiché ci sono pochi dati sulla storia naturale dei pazienti con aneurisma dell’aorta ascendente (AA), esiste molta incertezza sul timing dell’intervento. Inoltre non ci sono studi randomizzati che guidino il clinico nel porre l’indicazione chirurgica, individuando cioé il momento in cui il rischio di dissezione (AD) conseguente alla dilatazione del vaso superi il rischio operatorio.

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Aneurisma dissecante di tipo B non complicato: come trattarlo?

Un aneurisma dissecante di tipo B (ADB) è una patologia che riguarda 3 pazienti su 100.000 persone e nel 60% dei casi decorre senza complicanze. In questi casi rimane incertezza sul trattamento, se ci si debba affidare all’osservazione ed alla sola terapia medica oppure utilizzare tecniche endovascolari (TEVAR).

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Riduzione di eventi cardiovascolari con le statine: è tempo di una analisi “revisionista”?

Le statine sono un caposaldo importante della prevenzione primaria e secondaria delle vasculopatie su base aterosclerotica. Le meta-analisi della Cholesterol Treatment Trialists’ (CTT) collaboration hanno mostrato una relazione logaritmico/lineare tra riduzione di colesterolo LDL e diminuzione del rischio relativo (RRR) degli eventi cardiovascolari. Una riduzione di colesterolo LDL di 38.7 mg/Dl comporta una diminuzione del 21% degli eventi vascolari maggiori e del 10% della mortalità per ogni causa. Tuttavia, queste analisi si riferiscono a endpoint compositi che spesso includono componenti soggettive, quali la necessità di rivascolarizzazione. Inoltre, riportare i dati come RRR e non fornire contestualmente anche la riduzione del rischio assoluto (ARR) non esprime compiutamente la portata clinica dell’intervento farmacologico.

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Un nuovo score diagnostico per la cardiomiopatia amiloidotica da transtiretina

Lo scompenso cardiaco (SC) con frazione d’eiezione preservata (HFpEF) è una sindrome clinica che colpisce spesso persone anziane con cardiopatia ipertensiva e ipertrofia cardiaca((McDonagh TA, Metra M, Adamo M, Gardner RS, Baumbach A, Bohm M, et al. 2021 ESC Guidelines for the diagnosis and treatment of acute and chronic heart failure. Eur Heart J. 2021;42(36):3599-726.)). La cardiomiopatia amiloidotica da transtiretina (ATTR-CM) è una patologia infiltrativa caratterizzata da ispessimento delle pareti del ventricolo sinistro e SC, di solito nel contesto di un HFpEF, di cui rappresenta un’eziologia ben identificabile con prevalenza signifi cativa nei pazienti anziani. La scintigrafia totalbody con tracciante osseo (PYP) ha un ruolo diagnostico principale: uno score di captazione miocardica del tracciante (“Perugini” grade) ≥2 è indicativo di ATTR-CM, quando i possibili falsi positivi (ossia i pazienti con amiloidosi cardiaca da catene leggere) sono esclusi dalle indagini di primo livello. Al contrario, in pazienti non selezionati la PYP potrebbe rivelarsi uno strumento diagnostico inefficiente e costoso. Uno score diagnostico semplice potrebbe avere un certo grado di utilità nell’individuare i pazienti da sottoporre a work-up diagnostico per ATTR-CM.

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La misurazione della riserva coronarica può essere utile in aggiunta alla riserva frazionale di flusso per definire il significato fisiopatologico delle stenosi coronariche di grado intermedio?

Come noto, la Fractional Flow Reserve (FFR) è di grande utilità nel definire il significato fisiopatologico delle stenosi coronariche e l’utilità di un loro trattamento invasivo. Tuttavia, per valori di FFR compresi tra 0.80 e 0.75 (zona grigia di incertezza) esistono dati controversi su una effettiva utilità dell’angioplastica coronarica (PCI) nel migliorare l’outcome dei pazienti. Quando l’FFR presenta valori compresi entro questo intervallo, la misurazione della Riserva coronarica (CFR definita come rapporto tra flusso coronarico in condizioni di iperemia massima diviso per il flusso basale, un indice fisiologico che riflette eventuali limitazioni di flusso della circolazione coronarica incluso il microcircolo) potrebbe offrire un ulteriore elemento di valutazione, il cui effettivo valore prognostico aggiuntivo rimane tuttavia incerto.

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Syndrome di HEYDE: il rischio di sanguinamento gastrointestinale diminuisce dopo intervento di TAVI?

La sindrome di Heyde è caratterizzata dalla concomitanza di stenosi aortica, sindrome di von Willebrand acquisita (per proteolisi dei multimeri del fattore di von Willebrand causata dall’elevato shear stress a livello della valvola stenotica) e angiodisplasie (dilatazioni di capillari arteriosi e venosi nella mucosa gastrointestinale). Tale associazione, che comporta un alto rischio emorragico, è presente sino al 10% dei pazienti con stenosi aortica (anche se tale percentuale potrebbe essere sottostimata per le difficoltà a diagnosticare le angiodisplasie), ma si riduce notevolmente dopo intervento di sostituzione valvolare. Non è nota, invece, l’evoluzione di queste alterazioni dopo intervento di TAVI.

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Acute Kidney Injury (AKI): può una campagna di prevenzione ridurne l’incidenza dopo procedure di diagnostica o interventistica coronarica?

Benché la problematica del verificarsi di AKI, dopo procedure diagnostiche e interventistiche, sia nota da tempo e molta letteratura sia stata prodotta su questo argomento, molti semplici provvedimenti per ridurne l’incidenza (idratazione adeguata, attenzione alla quantità del mezzo di contrasto usato sono disattese nella pratica clinica. Non è noto se un programma basato su interventi educazionali, supporto nelle decisioni cliniche, valutazioni tramite audit e feedback possano tradursi in una riduzione significativa di questa complicanza e in migliori risultati clinici.

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