Dalla letteratura internazionale

Terapia statinica: quale strategia utilizzare in prevenzione secondaria

La terapia con statine è un caposaldo della prevenzione secondaria per ridurre l’incidenza di eventi cardiovascolari. A tale scopo, le statine ad alta intensità sono preferibili a quelle a intensità moderata per la loro capacità di abbassare i livelli di colesterolo LDL ai valori raccomandati dalle Linee Guida. Tuttavia, le statine ad alta intensità presentano un maggior numero di effetti collaterali che possono indurre il paziente ad abbandonare la terapia. Recentemente, sono stati condotti studi di confronto…

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Trombectomia meccanica o trombolisi attraverso catetere nell’embolia polmonare a rischio intermedio-alto: lo studio PEERLESS.

Nell’embolia polmonare a rischio intermedio-alto con impegno emodinamico del ventricolo destro, le Linee Guida raccomandano una terapia anticoagulante, essendo alto il rischio emorragico associato alla fibrinolisi sistemica Tuttavia, oscillando la mortalità tra il 3% e il 15%(2) e il deterioramento clinico tra il 5% e il 18%, appare talora necessario…

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Lesioni coronariche non culprit in pazienti con infarto miocardico acuto: è prognosticamente più importante la severità oppure la morfologia?

È noto che le stenosi ostruttive non-culprit dei pazienti con infarto miocardico possono essere causa di successivi eventi acuti . Non è chiaro se il rischio connesso alla presenza di queste stenosi sia secondario alla severità del restringimento o alle caratteristiche morfologiche che le contraddistinguono come potenziali fonti di…

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Significato prognostico di valori elevati della lipoproteina(a)

I livelli di colesterolo LDL e di lipoproteina(a) (Lp[a]) sono indipendentemente associati con il rischio di eventi cardiovascolari , ma la risposta alle statine è differente, in quanto questi farmaci abbassano i livelli di colesterolo LDL, ma non modificano i valori di Lp[a]. La relazione, descritta dai Cholesterol Treatment Trialists, tra eventi cardiovascolari e valori di colesterolo LDL…

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Sostituzione valvolare per via percutanea nell’insufficienza tricuspidalica severa: quali risultati rispetto alla sola terapia medica?

L’insufficienza tricuspidalica (IT) severa è una patologia spesso invalidante, i cui sintomi compaiono tardivamente e frequentemente precedono di poco l’exitus. Il suo trattamento comporta notevoli problematiche, in quanto la chirurgia isolata è gravata da alta mortalità , mentre il trattamento percutaneo mediante l’inserimento di clip migliora la qualità di vita senza tuttavia modificare significativamente la sopravvivenza…

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Efficacia clinica dell’intervento di riparazione percutanea della valvola tricuspide: i risultati del TRI.FR trial.

L’insufficienza tricuspidalica severa (IT) è una condizione clinica che comporta episodi ricorrenti di scompenso cardiaco con evoluzione sfavorevole. Questi pazienti, per lo più anziani, sono stati sempre considerati di pertinenza medica anche per l’elevato rischio chirurgico e solo recentemente sono stati presentati dati relativi a interventi percutanei di riparazione tricuspidalica (T-TEER) mediante l’impianto di dispositivi, come il TriClip , che riducono il grado dell’IT a lieve o moderato nella stragrande maggioranza dei pazienti trattati. I primi dati a disposizione mostrano…

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Un flusso coronarico lento può predireuna disfunzione del microcircolo nei pazienti con ischemia miocardica in assenza di lesioni coronariche significativamente ostruttive?

I pazienti con evidenza di ischemia miocardica in assenza di lesioni epicardiche ostruttive (INOCA) hanno una alterazione della funzione microcircolatoria (CMD), oppure una propensione allo spasmo coronarico. Tra i criteri diagnostici, il documento di consenso del gruppo COVADIS indica la presenza di una ridotta riserva coronarica (CFR), la dimostrazione di uno spasmo microvascolare o un aumento delle resistenze microcircolatorie (tutti parametri che necessitano di uno studio invasivo), oppure la presenza di un flusso lento (“slow flow”) alla coronarografia, cioè un “TIMI frame count” 25, un parametro semplice da calcolare sulla base dei fotogrammi angiografici e che non richiede…

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Studio funzionale del circolo coronarico in pazienti ANOCA: non sempre “less is more”.

Circa la metà dei pazienti sottoposti a coronarografia invasiva per angina stabile, non presentano stenosi emodinamicamente significative (ANOCA). . La patogenesi dei sintomi risiede o in una vasomotricità aumentata a livello dei vasi epicardici o in una disfunzione microcircolatoria. Le Linee Guida raccomandano di eseguire, in questi pazienti, uno studio funzionale utilizzando sia l’adenosina, per indagare la riserva coronarica, sia…

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