OBESITY AND CARDIOVASCULAR DISEASE: A NEW DAWN.

Naveed Sattar, Ian J. Neeland, Darren K. McGuire.
Circulation 2024;149:1621-1623. doi:10.1161/CIRCULATIONAHA.123.065485.

Indice

Circa 40 anni fa, la prevalenza dell’obesità nella popolazione generale era piuttosto bassa (5%-10%), mentre era elevata la prevalenza del fumo, ipertensione e ipercolesterolemia. Di conseguenza, l’incidenza di infarto miocardico e stroke era piuttosto alta e i pazienti con scompenso cardiaco avevano una breve attesa di vita (Figura). Oggi, la prevalenza dell’obesità è molto aumentata rispetto a quei giorni, oscillando tra il 25% e il 40%, in conseguenza di sedentarietà e abitudini alimentari che indulgono in cibi ricchi di calorie ma poveri di contenuto nutrizionale. L’eccessiva adiposità colpisce spesso soggetti giovani che restano a lungo esposti a essa e sviluppano una serie di patologie cardiovascolari correlate all’obesità, quali vasculopatie a genesi aterosclerotica, ma anche scompenso cardiaco e fibrillazione atriale. Benché l’obesità sia associata con rapporto causale ad alcuni fattori di rischio (ipertensione, diabete, dislipidemia) non si è mai dimostrata una riduzione di eventi cardiovascolari in seguito all’implementazione di strategie, sia farmacologiche che basate sulla modificazione dello stile di vita, volte alla riduzione del peso[1]Gregg E, Jakicic J, Blackburn G, et al. Look AHEAD Research Group. Association of the magnitude of weight loss and changes in physical fitness with long-term cardiovascular disease outcomes in … Continua a leggere. Una svolta epocale è stata rappresentata dal recente studio SELECT che, utilizzando semaglutide al dosaggio di 2,4 mg, ha ridotto del 20% gli eventi cardiovascolari[2]Lincoff AM, Brown-Frandsen K, Colhoun HM, et al. SELECT Trial Investigators. Semaglutide and cardiovascular outcomes in obesity without diabetes. N Engl J Med. 2023;389:2221–2232. … Continua a leggere; parallelamente a una maggior diminuzione dell’8.5% del peso rispetto al gruppo placebo si è ridotta la mortalità per ogni causa, gli eventi correlati allo scompenso e l’incidenza di diabete di tipo 2. Nonostante non si possa escludere un’azione diretta, benefica dell’agonista del recettore GLP-1, la separazione delle curve all’analisi di Kaplan Meier potrebbe far pensare a un effetto legato alla diminuzione del peso. Vantaggi collaterali di questa strategia farmacologica di riduzione del peso riguardano i benefici sullo sviluppo delle complicanze dell’obesità, come lo scompenso cardiaco a FE conservata, la nefropatia cronica e le patologie osteoarticolari. Sono significativi anche gli effetti favorevoli sulla riduzione della pressione arteriosa e l’attenuazione dei processi infiammatori. Una potenziale area in cui è necessario uno sviluppo delle conoscenze è quella che riguarda i rapporti tra l’obesità e la fibrillazione atriale. Studi epidemiologici e genetici hanno dimostrato come l’eccedenza ponderale contribuisca al manifestarsi dell’aritmia. È necessario perciò indagare con studi ad hoc se la riduzione del peso possa diminuire il ricorso alle procedure di ablazione.

Bibliografia

Bibliografia
1 Gregg E, Jakicic J, Blackburn G, et al. Look AHEAD Research Group. Association of the magnitude of weight loss and changes in physical fitness with long-term cardiovascular disease outcomes in overweight or obese people with type 2 diabetes: a post-hoc analysis of the Look AHEAD randomized clinical trial. Lancet Diabetes Endocrinol. 2016;4:913–921. doi:10.1016/S2213-8587(16)30162-0.
2 Lincoff AM, Brown-Frandsen K, Colhoun HM, et al. SELECT Trial Investigators. Semaglutide and cardiovascular outcomes in obesity without diabetes. N Engl J Med. 2023;389:2221–2232. doi:10.1056/NEJMoa2307563.

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