Inquadramento
La resincronizzazione cardiaca (CRT), indicata per i pazienti con scompenso cardiaco, ridotta frazione di eiezione (FE) e QRS largo all’ECG non si accompagna a miglioramento dei sintomi e della funzione cardiaca in una percentuale ampia di pazienti cui viene applicata. Nel blocco completo di branca sinistra la ridotta contrattilità del setto interventricolare ha un effetto negativo sulla funzione globale del ventricolo sinistro, inizialmente compensata da una iperfunzione della parete laterale che, nel tempo, condiziona tuttavia un rimodellamento avverso del ventricolo sinistro. Una asimmetria di lavoro tra setto e parete laterale è condizione importante per il ripristino della funzione ventricolare dopo CRT[1]Vernooy K, Cornelussen RNM, Verbeek X, et al. Cardiac resynchronization therapy cures dyssynchronopathy in canine left bundle-branch block hearts. Eur Heart J 2007;28: 2148–2155.. La vitalità del setto sembra – anch’essa – una condizione necessaria per un recupero contrattile dopo CRT, ma la sua importanza non è mai stata indagata su un’ampia casistica.
Lo studio in esame
In questo studio multicentrico europeo, guidato dall’Università di Oslo, sono stati inclusi 236 pazienti con sintomi di scompenso cardiaco e indicazione a CRT (escludendo pazienti con infarto recente e stenosi aortica). Il lavoro della parete laterale e del setto è stato calcolato utilizzando lo “strain” miocardico con tecnica di “speckle tracking” e una determinazione indiretta non-invasiva della pressione ventricolare sinistra, secondo una metodologia precedentemente validata[2]Russell K, Eriksen M, Aaberge L, et al. A novel clinical method for quantification of regional left ventricular pressure-strain loop area: a non-invasive index of myocardial work. Eur Heart J … Continua a leggere. La vitalità del setto è stata indagata con risonanza magnetica (CMR), eseguita in 125 pazienti prima dell’intervento di CRT. Il primary endpoint (un rimodellamento favorevole espresso come riduzione del volume telesistolico a 6 mesi di almeno il 15%) è stato raggiunto in 135 pazienti (68%) ed è stato predetto da una differenza di lavoro tra parte laterale e setto prima della CRT. La determinazione della vitalità del setto ha significativamente aumentato l’area sotto la curva (AUC) delle curve ROC, con un potere predittivo superiore alla morfologia e alla durata del QRS (vedi Tabella). Tale dato si confermava anche per i pazienti che avevano una durata del QRS compresa tra 120 e 150 msec. La differenza di lavoro tra setto e parete laterale e la vitalità del setto erano anche predittivi della sopravvivenza, senza necessità di trapianto a 35 mesi di follow-up (rispettivamente HR 0.36, 95% CI: 0.18–0.74; 0.21, 95% CI: 0.072–0.61).
Take home message
La misura del lavoro cardiaco regionale del ventricolo sinistro e la vitalità del setto predicono con elevata accuratezza i responder all’intervento di CRT.
Interpretazione dei dati
Studio elegante che apre nuove strade per la valutazione pre-impianto dei pazienti con indicazione clinica ed elettrocardiografica a CRT. I dati dello studio vanno tuttavia considerati con cautela in quanto, come sottolineano Prinzen e Lumens di Maastricht[3]Prinzen FW, Lumens J: Investigating myocardial work as a CRTresponse predictor is not a waste of work.Eur Heart J 2020; doi:10.1093/eurheartj/ehaa677. nell’editoriale di accompagnamento, la CMR è stata eseguita in un numero limitato di casi (125 dei 200 pazienti) e la subanalisi dei pazienti con durata di QRS tra 120 e 150 msec condotta in solo 44 pazienti (di cui 27 studiati anche con CMR). Questi dati indicano la necessità di uno studio di più ampie proporzioni in cui i dati ecocardiografici siano letti sia in “core labs”, ma anche individualmente nei vari centri, in quanto l’abilità e l’esperienza dell’operatore risulta decisiva nella lettura delle immagini. Infatti un requisito per cui una tecnica (o una modalità di misurazione) sia raccomandata dalle Linee Guida è quello di poter dare risultati attendibili in tutti i centri che la utilizzino.
L’opinione di Maurizio Landolina
Dipartimento Cardio-Cerebro-Vascolare, Ospedale Maggiore di Crema
La CRT è una terapia efficace per lo scompenso cardiaco a ridotta frazione di eiezione e, in studi randomizzati controllati, ha determinato un miglioramento della qualità della vita, un rimodellamento favorevole del ventricolo sinistro e, soprattutto, una riduzione delle ospedalizzazioni e della mortalità in pazienti con una durata del QRS >130 msec[4]Cleland JG, Abraham WT, Linde C, Gold MR, Young JB, Claude DJ, Sherfesee L, Wells GA, Tang AS. An individual patient meta-analysis of five randomized trials assessing the effects of cardiac … Continua a leggere. Le Linee Guida si basano prevalentemente su criteri elettrocardiografici per selezionare i candidati alla CRT; i pazienti con FE ridotta (<35%) e blocco di branca sinistra con durata del QRS >150 msec sono in classe I con livello di evidenza A[5]Ponikowski P, Voors AA, Anker SD, Bueno H, Cleland JGF, Coats AJS, et al. 2016 ESC Guidelines for the diagnosis and treatment of acute and chronic heart failure: the task force for the diagnosis and … Continua a leggere. Le Linee Guida non prendono in considerazione alcun parametro ecocardiografico di dissincronia meccanica per selezionare i pazienti candidati alla CRT, anche se i presupposti fisiopatologici sono solidi. Sotto quest’ultimo aspetto, lo studio di Aalen JM et al. è innovativo in quanto associa alla valutazione del lavoro del setto e della parete laterale del ventricolo sinistro, la presenza di vitalità del miocardio settale valutata con la CMR. La combinazione di questi due dati è risultata predittiva sia della risposta alla CRT, espressa come riduzione del volume telesistolico di almeno il 15% a 6 mesi, sia della sopravvivenza senza necessità di trapianto durante un follow-up medio di 35 ± 11 mesi. A questo punto, abbiamo evidenze sufficienti per utilizzare i risultati dei test di immagine per selezionare i candidati alla CRT? La risposta è no, per una serie di motivi: in primo luogo, la definizione di “risposta” alla CRT in termini di rimodellamento ventricolare si basa sulla valutazione di parametri strumentali, quali la riduzione del volume telesistolico del ventricolo sinistro, che sottostimano i reali benefici della CRT ottenuti negli studi randomizzati. Per questo motivo, sono necessari studi randomizzati che utilizzino i parametri di dissincronia meccanica per arruolare pazienti al di fuori delle attuali Linee Guida e che valutino end-point clinici maggiori quali le ospedalizzazioni per scompenso cardiaco e la mortalità. Infatti, è noto che la presenza di dissincronia meccanica prima dell’impianto si associa a una risposta migliore in termini di rimodellamento[6]Breithardt OA, Stellbrink C, Kramer AP, Sinha AM, Franke A, Salo R, Schiffgens B, Huvelle E, Auricchio A. Echocardiographic quantification of left ventricular asynchrony predicts an acute hemodynamic … Continua a leggere, ma non ci sono evidenze a favore di un effetto favorevole su end-point clinici rilevanti quali mortalità e ospedalizzazioni[7]Chung ES, Leon AR, Tavazzi L, Sun JP, Nihoyannopoulos P, Merlino J, Abraham WT, Ghio S, Leclercq C, Bax JJ, Yu CM, Gorcsan J, III, St John SM, De SJ, Murillo J. Results of the Predictors of Response … Continua a leggere. Inoltre, le recenti tecniche di immagine o i nuovi parametri ecocardiografici non sono stati utilizzati nei trial randomizzati controllati e, pertanto, non dovrebbero essere utilizzati per escludere dalla CRT i pazienti che hanno le caratteristiche previste dalle attuali Linee Guida. Ciò non significa che i test di immagine non siano indicati prima dell’impianto. Basti un esempio per tutti: la CMR valuta la presenza di fibrosi miocardica che correla con il rischio di morte cardiaca improvvisa ed è determinante per guidare la scelta del tipo di dispositivo da impiantare (con o senza back-up di defibrillazione)[8]Gutman SJ, Costello BT, Papapostolou S, Voskoboinik A, Iles L, Ja J, Hare JL, Ellims A, Kistler PM, Marwick TH, Taylor AJ. Reduction in mortality from implantable cardioverter-defibrillators in … Continua a leggere.
Bibliografia[+]
↑1 | Vernooy K, Cornelussen RNM, Verbeek X, et al. Cardiac resynchronization therapy cures dyssynchronopathy in canine left bundle-branch block hearts. Eur Heart J 2007;28: 2148–2155. |
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↑2 | Russell K, Eriksen M, Aaberge L, et al. A novel clinical method for quantification of regional left ventricular pressure-strain loop area: a non-invasive index of myocardial work. Eur Heart J 2012;33:724–733. Investigatingmyocardial work as a CRT. |
↑3 | Prinzen FW, Lumens J: Investigating myocardial work as a CRTresponse predictor is not a waste of work.Eur Heart J 2020; doi:10.1093/eurheartj/ehaa677. |
↑4 | Cleland JG, Abraham WT, Linde C, Gold MR, Young JB, Claude DJ, Sherfesee L, Wells GA, Tang AS. An individual patient meta-analysis of five randomized trials assessing the effects of cardiac resynchronization therapy on morbidity and mortality in patients with symptomatic heart failure. Eur Heart J 2013;34(46):3547-3556. |
↑5 | Ponikowski P, Voors AA, Anker SD, Bueno H, Cleland JGF, Coats AJS, et al. 2016 ESC Guidelines for the diagnosis and treatment of acute and chronic heart failure: the task force for the diagnosis and treatment of acute and chronic heart failure of the European Society of Cardiology (ESC). Developed with the special contribution of the Heart Failure Association (HFA) of the ESC. Eur Heart J 2016;37:2129–200. |
↑6 | Breithardt OA, Stellbrink C, Kramer AP, Sinha AM, Franke A, Salo R, Schiffgens B, Huvelle E, Auricchio A. Echocardiographic quantification of left ventricular asynchrony predicts an acute hemodynamic benefit of cardiac resynchronization therapy. J Am Coll Cardiol 2002;40(3):536-545. |
↑7 | Chung ES, Leon AR, Tavazzi L, Sun JP, Nihoyannopoulos P, Merlino J, Abraham WT, Ghio S, Leclercq C, Bax JJ, Yu CM, Gorcsan J, III, St John SM, De SJ, Murillo J. Results of the Predictors of Response to CRT (PROSPECT) trial. Circulation 2008;117(20):2608-2616. |
↑8 | Gutman SJ, Costello BT, Papapostolou S, Voskoboinik A, Iles L, Ja J, Hare JL, Ellims A, Kistler PM, Marwick TH, Taylor AJ. Reduction in mortality from implantable cardioverter-defibrillators in non-ischaemic cardiomyopathy patients is dependent on the presence of left ventricular scar. |
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