DAPT

È sicura una PCI “ASA-free”?

Negli ultimi anni, una serie di studi ha messo in discussione che la doppia terapia antipiastrinica (DAPT) prescritta dopo una procedura di PCI con impianto di stent, dovesse essere continuata per 12 mesi nei pazienti con sindrome coronarica acuta e per 6 mesi in quelli con coronaropatia cronica. Una “short DAPT”, da 1 a 3 mesi, ha il vantaggio di ridurre le complicanze emorragiche ed è particolarmente indicata nei pazienti ad alto rischio di bleeding. I dati a favore di questa strategia antipiastrinica sono a oggi…

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ASA da sola o doppia terapia antiaggregante nei pazienti con stroke ischemico?

I pazienti che presentano un “transient ischemic attack” (TIA) o uno stroke minore (definito in base a uno score ≤3 sulla scala National Institutes of Health Stroke Scale-NIHSS-) hanno una probabilità del 5/10% di avere un nuovo stroke entro 90 giorni; le Linee Guida raccomandano in questi pazienti una doppia terapia antipiastrinica (DAPT), quando essa può essere instaurata entro 24 ore dall’evento…

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Abbandono della doppia terapia antiaggregante entro un mese dalla sindrome coronarica acuta e prosecuzione con ticagrelor: un’altra evidenza favorevole dallo studio T-PASS

Nei pazienti con sindrome coronarica acuta (ACS), in assenza di una condizione di high-bleeding-risk (HBR), la durata della doppia terapia antipiastrinica (DAPT) raccomandata dalle Linee Guida è tuttora di 12 mesi . Tuttavia, la tendenza attuale degli operatori a impiantare un numero minore di stent ri spetto al passato e per lo più a maglie metalliche ultrasottili, così come il timore di eventi emorragici correlati alla DAPT anche in pazienti senza un profilo specifico HBR, hanno spianato la strada all’utilizzo di periodi sempre più brevi di DAPT proseguendo la terapia con inibitori del recettore P2Y12.

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Possiamo dare l’addio all’ASA nel trattamento della sindrome coronarica acuta?

Una serie di studi recenti ha dimostrato la sicurezza di strategie farmacologiche basate su breve durata di doppia terapia antipiastrinica (DAPT) dopo sindrome coronarica acuta (ACS) e successivo trattamento con monoterapia basata su inibitore del recettore piastrinico P2Y12. . Tuttavia nessuno studio ha sperimentato una strategia “ASA”, basata su una monoterapia immediata con un inibitore del recettore P2Y12, senza una fase iniziale di DAPT.

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Monoterapia con ticagrelor nelle sindromi coronariche acute: risultati di un’analisi congiunta degli studi TWILIGHT e TICO.

Tra le strategie antipiastriniche utilizzate per ridurre i sanguinamenti nei pazienti con sindrome coronarica acuta sottoposta a PCI a rischio ischemico non elevato, la sospensione dell’ASA dopo un periodo di DAPT di tre/sei mesi, continuando la terapia antipiastrinica con il solo inibitore del recettore P2Y12, è attualmente contemplata dalle Linee Guida con una raccomandazione di classe IIa. Tuttavia, gli studi che hanno utilizzato tale strategia confrontandola con la DAPT standard di 12 mesi esclusivamente in pazienti ACS non hanno dato esiti omogenei, in quanto ai risultati favorevoli a una “short DAPT” nello studio TICO , che ha utlizzato ticagrelor quale inibitore del recettore P2Y12, si sono contrapposti i risultati meno confortanti di STOPDAPT-2 ACS che ha invece utilizzato clopidogrel. Inoltre è da notare che un altro studio, il TWILIGHT aveva un disegno molto simile a quello dello studio TICO, pur rivolgendosi a una popolazione mista di ACS (63.5%) e coronaropatia stabile (36.5%). Una valutazione globale di TICO e TWILIGHT, limitatamente ai pazienti ACS, potrebbe dare una maggiore evidenza all’efficacia e sicurezza di una strategia antipiastrinica basata su una “short DAPT”, seguita da monoterapia con ticagrelor.

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De-escalation or abbreviation of dual antiplatelet therapy in acute coronary syndromes and percutaneous coronary intervention: a Consensus Statement from an international expert panel on coronary thrombosis.

Documento di consenso di un panel di esperti di trombosi coronarica volto a fare chiarezza su due strategie di doppia antiaggregazione piastrinica utilizzate quali alternative (“short DAPT”, “de-escalation”) alla durata standard della DAPT di 12 mesi, ribadita quale prima scelta nei pazienti con sindrome coronarica acuta nelle ultime Linee Guida ESC.

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Abbreviated or Standard Dual Antiplatelet Therapy by Sex in Patients at High Bleeding Risk: A Prespecified Secondary Analysis of a Randomized Clinical Trial.

I pazienti ad alto rischio di sanguinamento (HBR) rappresentano una proporzione considerevole (fino al 40%) dei soggetti sottoposti a rivascolarizzazione percutanea (PCI). Nonostante le crescenti evidenze abbiano dimostrato un beneficio di una duplice terapia antiaggregante (DAPT) abbreviata, in questi pazienti (N Engl J Med. 2021;385(18):1643-1655; doi:10.1056/NEJMoa2108749), l’impatto del sesso sugli outcome clinici dopo la PCI rimane sconosciuto. In questa analisi pre-specificata del MASTER DAPT, abbiamo analizzato gli outcome clinici nei pazienti maschi e femmine ad alto rischio di sanguinamento sottoposti a PCI e l’efficacia/sicurezza di una DAPT abbreviata versus terapia standard in base al sesso. I principali risultati della nostra analisi…

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Thrombotic risk in patients with acute coronary syndromes discharged on prasugrel or clopidogrel: results from the PROMETHEUS study

Aims: Based on recent clinical data, the 2020 ESC guidelines on non-ST-elevation acute coronary syndrome (NSTE-ACS) suggest to tailor antithrombotic strategy on individual thrombotic risk. Nonetheless, prevalence and prognostic impact of the high thrombotic risk (HTR) criteria proposed are yet to be described. In this analysis from the PROMETHEUS registry, we assessed prevalence and prognostic impact of HTR, defined according to the 2020 ESC NSTE-ACS guidelines, and if the benefits associated with prasugrel vs. clopidogrel vary with thrombotic risk.

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Strategia di de-escalation della terapia antipiastrinica nei pazienti con sindrome coronarica acuta: una scelta vincente?

Nei pazienti con sindrome coronarica acuta (ACS), la de-escalation è una strategia di terapia antipiastrinica che consiste in un trattamento iniziale con ASA associata a un inibitore potente del recettore P2Y12 (ticagrelor o prasugrel fulldose) seguita da uno “switch” a un inibitore meno potente (clopidogrel o prasugrel lowdose). Essa si basa sull’osservazione che il rischio ischemico in questi pazienti è elevato nel periodo immediatamente successivo alla fase acuta, per diminuire progressivamente nelle fasi successive, mentre il rischio emorragico resta costante. L’efficacia e la sicurezza di questa strategia è stata oggetto di alcune metanalisi, basate sui risultati globali dei vari studi inclusi (study-level analyses), i cui esiti sono tuttavia inficiati dall’eterogeneità delle casistiche e dall’impossibilità di approfondire il rischio ischemico ed emorragico dei pazienti inseriti. Le metanalisi basate, invece, sui dati di tutti i pazienti (patient-level analyses) permettono di ottenere maggiori informazioni e di individuare gruppi di pazienti che potrebbero meglio rispondere clinicamente a questa strategia terapeutica.

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Abbreviated or Standard Antiplatelet Therapy in HBR Patients: Final 15-Month Results of the MASTER-DAPT Trial.

Background: Clinical outcomes and treatment selection after completing the randomized phase of modern trials, investigating antiplatelet therapy (APT) after percutaneous coronary intervention (PCI), are unknown.

Objectives: The authors sought to investigate cumulative 15-month and 12-to-15-month outcomes after PCI during routine care in the MASTER DAPT trial.

Methods: The MASTER DAPT trial randomized 4,579 high bleeding risk patients to abbreviated (n = 2,295) or standard (n = 2,284) APT regimens. Coprimary outcomes were net adverse clinical outcomes (NACE) (all-cause death, myocardial infarction, stroke, and BARC 3 or 5 bleeding); major adverse cardiac and cerebral events (MACCE) (all-cause death, myocardial infarction, and stroke); and BARC type 2, 3, or 5 bleeding.

Results: At 15 months, prior allocation to a standard APT regimen was associated with greater use of intensified APT; NACE and MACCE did not differ between abbreviated vs standard APT (HR: 0.92 [95% CI: 0.76-1.12]; P=0.399 and HR: 0.94 [95% CI: 0.76-1.17]; P= 0.579; respectively), as during the routine care period (HR: 0.81 [95% CI: 0.50-1.30]; P= 0.387 and HR: 0.74 [95% CI: 0.43-1.26]; P= 0.268; respectively). BARC 2, 3, or 5 was lower with abbreviated APT at 15 months (HR: 0.68 [95% CI: 0.56-0.83]; P= 0.0001) and did not differ during the routine care period. The treatment effects during routine care were consistent with those observed within 12 months after PCI.

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