mortalità

Infezione di dispositivi elettronici cardiaci impiantati: correlazione tra mortalità e tempistica di estrazione

L’uso sempre più diffuso dei dispositivi elettronici cardiaci impiantabili (CIED) i ha inevitabilmente portato a un aumento delle infezioni con ripercussioni significative sulla morbilità e sulla mortalità dei pazienti. È noto che i pazienti con infezioni dei CIED presentano una mortalità oltre 3 volte superiore rispetto ai pazienti senza infezioni; inoltre, le infezioni di questi dispositivi sono associate a un significativo onere finanziario per il sistema sanitario. La rimozione completa del sistema (dispositivo ed elettrocateteri) è raccomandata come intervento di classe 1 per le infezioni, ma le pratiche correnti e gli esiti di questa procedura richiedono ancora una valutazione approfondita.

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Effect of sodium-glucose cotransporter 2 inhibitors on left atrial remodeling and prognosis in patients with type 2 diabetes and heart failure with reduced ejection fraction.

I meccanismi fisiopatologici della riduzione del numero di ospedalizzazioni e della mortalità cardiovascolare documentata dagli inibitori del cotrasportatore 2 del sodio-glucosio (SGLT2i) restano sconosciuti. Lo scopo del presente studio retrospettivo (2019-2022) è stato quello di valutare se gli SGLT2i migliorino il rimodellamento dell’atrio sinistro nei pazienti con diabete di tipo 2 e insufficienza cardiaca con frazione di eiezione ridotta (HFrEF). L’endpoint primario dello studio era la mortalità per tutte le cause.

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Trends in age-specific and sex-specific pulmonary hypertension mortality in Italy between 2005 and 2017

I dati sulla mortalità correlata all’ipertensione polmonare (PH), e i relativi trend nel tempo restano limitati e rappresentano l’oggetto della presente analisi. Mediante il database globale dell’OMS, sono stati calcolati i dati relativi alla mortalità causa-specifica e alla dimensione della popolazione interessata stratificata per sesso. In Italia, il tasso di mortalità annuale per PH standardizzato per età è diminuito da 2.34 (95% CI: 2.32-2.36) decessi per 100.000 abitanti a 1.51 (95% CI: 1.48-1.53) decessi per 100.000 abitanti. Nell’intero periodo, gli uomini hanno avuto tassi di mortalità correlati alla PH più elevati rispetto alle donne. L’analisi di regressione ha rivelato una diminuzione lineare significativa della mortalità per PH standardizzata per età dal 2005 al 2017 nell’intera popolazione italiana. Tuttavia, il calo è stato più pronunciato tra gli uomini rispetto alle donne. In conclusione, i tassi di mortalità correlati alla PH sono diminuiti linearmente dal 2005 al 2017 nella popolazione italiana.

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Mortalità ospedaliera nello STEMI in tempi di COVID negli Stati Uniti: quale prezzo è stato pagato?

La relazione tra outcome dei pazienti ricoverati per STEMI e tempistica della riperfusione è ben nota e ribadita nei documenti delle Società scientifiche internazionali, che raccomandano obbiettivi di tempo specifici per ottimizzare il trattamento in questi pazienti. La pandemia di Covid-19 ha causato importanti problemi organizzativi agli ospedali e generato timori dei pazienti, inducendo ritardi nell’accesso alle strutture di Pronto Soccorso. Negli Stati Uniti è stato calcolato un eccesso di 116.000 eventi fatali per cause cardiovascolari secondarie alla pandemia. Un’analisi delle tempistiche e dell’outcome osservati nei pazienti STEMI in tempo di Covid, rispetto agli standard degli anni precedenti, è perciò di notevole interesse.

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Aneurisma dissecante dell’aorta ascendente: qual è la mortalità?

La mortalità dell’aneurisma dissecante dell’aorta ascendente di tipo A è tuttora elevata (soprattutto nelle prime 24 ore) nonostante i progressi degli ultimi anni nel trattamento chirurgico o endovascolare. Benché la maggior parte dei pazienti venga trattata in urgenza alcuni pazienti non vengono operati rapidamente soprattutto quando sia presente uno stato di ipotensione o shock o perché decedono prima dell’intervento.

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Aneurisma dissecante di tipo B non complicato: come trattarlo?

Un aneurisma dissecante di tipo B (ADB) è una patologia che riguarda 3 pazienti su 100.000 persone e nel 60% dei casi decorre senza complicanze. In questi casi rimane incertezza sul trattamento, se ci si debba affidare all’osservazione ed alla sola terapia medica oppure utilizzare tecniche endovascolari (TEVAR).

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Riduzione di eventi cardiovascolari con le statine: è tempo di una analisi “revisionista”?

Le statine sono un caposaldo importante della prevenzione primaria e secondaria delle vasculopatie su base aterosclerotica. Le meta-analisi della Cholesterol Treatment Trialists’ (CTT) collaboration hanno mostrato una relazione logaritmico/lineare tra riduzione di colesterolo LDL e diminuzione del rischio relativo (RRR) degli eventi cardiovascolari. Una riduzione di colesterolo LDL di 38.7 mg/Dl comporta una diminuzione del 21% degli eventi vascolari maggiori e del 10% della mortalità per ogni causa. Tuttavia, queste analisi si riferiscono a endpoint compositi che spesso includono componenti soggettive, quali la necessità di rivascolarizzazione. Inoltre, riportare i dati come RRR e non fornire contestualmente anche la riduzione del rischio assoluto (ARR) non esprime compiutamente la portata clinica dell’intervento farmacologico.

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