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Non vi sono molti dati sul rischio/beneficio di un trattamento anticoagulante protratto dopo PCI primaria per STEMI. Le linee guida ESC - più recenti - raccomandano nelle sindromi coronariche acute di interrompere il trattamento effettuato durante la procedura (anche se con livello di evidenza C), mentre le linee guida ACC/AHA neppure menzionano l’argomento...

Lo studio POST-PCI (Pragmatic Trial Comparing Symptom-Oriented versus Routine Stress Testing in High-Risk Patients Undergoing Percutaneous Coronary Intervention), un trial randomizzato che ha confrontato una “strategia attiva “di follow-up basata sull’esecuzione di un test da sforzo a 1 anno da una procedura di PCI ad alto rischio, rispetto allo “standard of care” che prevedeva tale test solo in presenza di sintomatologia sospetta. Il risultato dello studio non ha mostrato beneficio dalla “strategia attiva” Tuttavia, è possibile che in pazienti con un maggior rischio di eventi come i diabetici...

L’insufficienza tricuspidalica severa (STR) isolata si associa a una prognosi spesso infausta. Le linee guida raccomandano l’intervento chirurgico quando il paziente è sintomatico e/o il ventricolo destro è dilatato con funzione non compromessa. . Tuttavia, c’è una certa riluttanza del clinico nel rivolgere il paziente all’intervento, sia perchè...

Questa analisi è basata sui dati dei singoli pazienti inclusi in quattro trial randomizzati che hanno confrontato l’outcome di pazienti con stenosi del tronco comune, trattati con l’intervento di bypass aortocoronarico (CABG) o con la PCI.

L’osteosarcopenia è frequente nella popolazione anziana. Benchè questa condizione sia considerata un fenotipo di fragilità e un suo importante marker, l’impatto diretto della osteosarcopenia sulla prognosi dei pazienti sottoposti a TAVI non è mai stato indagato. In questo studio di 605 pazienti con età media di 82.6 anni (45% donne, 75% rappresentato da ottuagenari) sottoposti a TAVI. la diagnosi di osteo sarcopenia è stata posta in base alla presenza di valori ridotti dell’area del muscolo psoas (PMA) e della densità ossea vertebrale (VBD) rispetto a cutoff standard della letteratura. Il 39% dei pazienti è risultato...

Negli ultimi anni è stata prodotta un’ampia letteratura che dimostra risultati inferiori nelle donne rispetto agli uomini sottoposti a interventi valvolari cardiaci. In questa revisione sistematica e meta-analisi della letteratura, gli autori hanno analizzato gli esiti clinici...

L’ipercolesterolemia familiare omozigote è una malattia genetica rara (prevalenza 1:300.000 soggetti), causata nel 90% dei casi da una variazione nella sequenza del gene che codifica per il recettore LDL (LDLR), che comporta valori molto elevati di colesterolo LDL (LDL-C) e conseguente alto rischio di eventi cardiovascolari . I farmaci ipolipemizzanti tradizionali (statine, ezetimibe) non abbassano in modo sostanziale il colesterolo LDL, mentre inclisiran, un siRNA (small interfering RNA) che previene la produzione epatica della proteina PCSK9...

La sensibilità e la specificità del test da sforzo (TS) è stata storicamente studiata avendo come “gold standard” l’esito della coronarografia invasiva, cioè la presenza di stenosi coronariche ischemizzanti. Un TS positivo per criteri elettrocardiografici, in assenza tuttavia di una malattia coronarica significativa, è sempre stato giudicato come un “falso positivo”. Tuttavia, sappiamo che l’ischemia miocardica può verificarsi anche in assenza di una malattia coronarica epicardica...

I principi basilari della diagnosi e trattamento delle sindromi coronariche acute (ACS) sono simili per le tre modalità di presentazione clinica: STEMI, NSTEMI, angina instabile. Pensa A.C.S.: A) considera l’ECG: è Anormale? C) considera la presentazione Clinica S) il paziente è in condizioni Stabili? ....

Lo studio ISCHEMIA, che ha randomizzato pazienti con cardiopatia ischemica stabile a rivascolarizzazione o terapia medica ottimale a una strategia conservativa (CONS) o invasiva (INV), non ha mostrato differenze significative nell’endpoint composito (morte cardiovascolare, infarto miocardico -MI-, o ospedalizzazione per angina instabile, scompenso, arresto cardiaco risuscitato) valutato a una mediana di follow-up di 3.2 anni. Dei pazienti rivascolarizzati, la maggior parte (74.1%) sono stati trattati con ...

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