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La Fractional Flow Reserve (FFR) è considerata il gold standard per la valutazione funzionale delle stenosi epicardiche da sottoporre a PCI; iFR costituisce una alternativa, essendosi dimostrata non-inferiore a FFR negli studi DEFINE-FLAIR e iFR-SWEDEHEART. .  Sono stati proposti altri indici non-iperemici (NHPRs “nonhyperemic pressure ratios”), come il rapporto diastolico non iperemico e il rapporto...

Le malattie cardiovascolari (che hanno subito un incremento dello 0.4% tra 2019 e 2023, da 660.000 a 680.000 decessi) e i tumori (in declino numericamente rispetto al 2019) si confermano le due più frequenti cause di mortalità; Il COVID-19 nel 2020 e nel 2021 è stata la terza causa di decesso, ma nel 2022 è sceso al quarto posto per divenire la decima causa più frequente nel 2023. I dati, tratti dal report del National Center for Health Statistics sulle cause principali di morte negli Stati Uniti tra il 2019 e il 2023, mostrano una netta riduzione...

1: Tratta tutti I pazienti con fibrillazione atriale (AF) secondo lo schema  AF-CARE, dove:  [C] Considera le comorbilità e i fattori di

Il trattamento delle stenosi coronariche calcifiche rappresenta una sfida per il cardiologo interventista, sia per la difficoltà di esecuzione della PCI che per le complicanze procedurali e a distanza. ). Il recente documento di consenso dell’European Association of Percutaneous Cardiovascular Interventions (EAPCI) sottolinea la necessità di preparare adeguatamente le stenosi (rotablator, litotripsia intravascolare) e di utilizzare tecniche di imaging per guidare...

La meta-analisi dei tre studi che hanno confrontato l’outcome di pazienti sottoposti a PCI per la presenza di lesioni su vasi piccoli (mediana 2.5 mm) ha un proposito lodevole, fornendo informazioni a medio-lungo termine (follow-up medio 3 anni) che sono molto importanti per individuare i benefici di un trattamento alternativo allo stent tradizionale, rappresentato dall’utilizzo del pallone medicato. Infatti, è presumibile supporre che i vantaggi di una PCI che non inserisca metallo in vasi piccoli e che rispetti la fisiologia vascolare (“leave nothing behind!”) si manifestino soprattutto a distanza dall’intervento, in quanto capaci di ridurre le complicanze tardive dell’impianto di stent. In effetti, a una prima analisi, i risultati appaiono convincenti e sembrano confortare l’ipotesi poichè i MACE sono risultati significativamente differenti all’analisi statistica “one stage”. In particolare, osservando le componenti dell’endpoint composito, risulta significativamente ridotta dal pallone medicato l’incidenza di infarto miocardico (4.7% versus 7.8%, OR 0.58, 0.35–0.94) e numericamente la necessità di rivascolarizzazione (7.6% versus 10.1%, OR 0.73 (0.47–1.13). Tuttavia...

I livelli di colesterolo LDL (LDL-C), di lipoproteina- LP- (a) e di proteina C reattiva sono correlati al verificarsi di eventi cardiovascolari futuri. Esistono tuttora incertezze se ognuno di questi parametri abbia valore prognostico indipendente. Lo studio ODYSSEY-OUTCOMES ha valutato l’occorrenza di eventi cardiovascolari in una popolazione di pazienti con sindrome coronarica acuta (ACS) che assumevano statine, ma rimanevano con valori di LDL-C ≥70 mg/dL, non-HDL C >100 mg/dl o apolipoproteina B >80 mg/dL). Essi sono stati randomizzati ad alirocumab (un inibitore di PCSK9) o a placebo. Essendo stati determinati nel corso dello studio i livelli di LDL-C, LP(a) e proteina C reattiva ad alta sensibilità (hs-CRP), i pazienti del gruppo placebo...

La ricerca scientifica esige la definizione di paradigmi (modelli teorici) per risolvere dei problemi e definire la metodologia per affrontarli. Tuttavia, i paradigmi non spiegano tutti gli aspetti del problema, perciò le anomalie sono inizialmente ignorate, ma col tempo conducono inevitabilmente alla “crisi” del paradigma e alla ricerca di uno nuovo che lo sostituisca. Così procede il progresso scientifico, attraverso continui “paradigm shifts” . La classificazione dell’infarto miocardico (MI) si è basata per anni sul paradigma derivato dalla lettura immediata dell’’elettrocardiogramma, cioè sulla presenza (o meno) di un sopraslivellamento persistente di ST (paradigma STEMI), distinguendo così gli infarti in STEMI e non(N)STEMI. Tuttavia, il substrato fisiopatologico che determina la storia naturale e la prognosi dei pazienti è la presenza...

La controversia si apre con la presentazione di un paziente di 54 anni senza fattori di rischio coronarico (e senza alcuna terapia farmacologica) in cui viene diagnosticato un NSTEMI ed eseguita PCI su una stenosi dell’80% della coronaria destra (la sinistra non presenta stenosi significative). L’esame obiettivo è nella norma e la pressione arteriosa nei limiti. La funzione ventricolare sinistra alla dimissione è nella norma (FE 55%). Non si sono registrati episodi aritmici durante la degenza. La domanda è: prescrivereste un betabloccante alla dimissione?

1. Boden WE, De Caterina R, Kaski JC, et al. Myocardial ischaemic syndromes: a new nomenclature to harmonize evolving international clinical practice

Spironolattone ed eplerenone, antagonisti recettoriali steroidei per i mineralcorticoidi (MRA) hanno significativamente ridotto un endpoint composito di morte e ospedalizzazione nei pazienti con scompenso cardiaco e FE ridotta nei due rispettivi trial clinici RALES (Randomized Aldactone Evaluation Study) ed EMPHASIS-HF (Eplerenone in Mild Patients Hospitalization and Survival Study in Heart Failure). Tuttavia, l’efficacia di questi farmaci nello scompenso e FE moderatamente ridotta o preservata è discutibile. Lo spironolattone è risultato non efficace...

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