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L’insufficienza tricuspidalica (TR) è piuttosto frequente, soprattutto nella popolazione anziana (età ≥75 anni) dove è presente in circa il 4%. I pazienti con TR hanno un’alta mortalità (sopravvivenza a 15 anni del 10%) anche per la presenza frequente di comorbilità, quali ipertensione polmonare, scompenso cardiaco, fibrillazione atriale. Questi fattori e la mancanza di terapie specifiche, oltre alla mortalità elevata nei pazienti sottoposti a intervento cardiochirurgico per TR isolata, hanno causato per anni un certo disinteresse da parte della comunità cardiologica (“forgotten valve”). La recente introduzione di interventi transcatetere ha tuttavia determinato...

La prima angioplastica coronarica (PTCA) fu eseguita da Andreas Gruntzig il 17 settembre del 1977 a Zurigo: fu dilatata una stenosi dell’85% dell’arteria discendente anteriore utilizzando un catetere che aveva alla sua estremità distale un palloncino gonfiabile e che terminava con una guidina flessibile lunga 2 cm (vedi Figura 1). I primi 5 casi furono riportati da Gruntzig in una lettera pubblicata da Lancet l’anno successivo. Una tappa importante fu la prima...

Alcuni trial di confronto tra ecografia intravascolare (IVUS) e angiografia hanno mostrato la superiorità dell’IVUS come guida alle procedure di PCI, soprattutto in quelle complesse. Tuttavia, tali studi non confrontavano l’IVUS con i dati forniti dalla angiografia coronarica quantitativa (QCA). Il recente GUIDE-DES trial...

L’efficacia e sicurezza della terapia anticoagulante con anticoagulanti diretti (DOAC) nei pazienti anziani fragili in fibrillazione atriale (AF), non è nota. Questi pazienti non sono stati inclusi nei trial di confronto con warfarin e non pochi dubbi sorgono nel praticare una terapia anticoagulante per la coesistenza di morbilità, spesso di deficit cognitivi e nell’alto rischio di bleeding e di cadute...

Gli antagonisti recettoriali dei mineralcorticoidi (MRA) rappresentano un caposaldo della terapia dello scompenso  cardiaco  (HF). Tuttavia, non è noto se questa azione benefica sia esercitata anche nei pazienti scompensati in fibrillazione atriale (AF), nei quali alcuni interventi farmacologici (come i betabloccanti) e non farmacologici (come la resincronizzazione miocardica) appaiono meno efficaci che in assenza di questa aritmia...

L’editoriale si riferisce a un articolo apparso sulla stessa rivista[1]Pham HN, Holmstrom L, Chugh H, et al. Dynamic electrocardiogram changes are a novel

1.Mejia-Renteria H, Travieso A, Matias-Guiu JA, Yus M, Espejo-Paeres C, Finocchiaro F, et al. Coronary microvascular dysfunction is associated with impaired cognitive function:

Lo shock cardiogeno è una conseguenza molto temibile dell’infarto STEMI: si verifica in circa l’8% dei pazienti e ha tuttora una mortalità di circa il 50% . Gli studi sinora effettuati, suglieffetti dell’assistenza circolatoria meccanica, hanno dato risultati clinici deludenti. Infatti, sia la contropulsazione aortica che l’ECMO non si sono mostrati efficaci nel migliorare l’outcome di questi pazienti...

L’utilizzo dei betabloccanti nello STEMI senza disfunzione ventricolare sinistra deriva da studi datati, condotti in un’era in cui il trattamento di questi pazienti non includeva l’utilizzo di tecniche meccaniche di riperfusione, uso di farmaci antitrombotici potenti, statine ad alta intensità. Una recente meta-analisi ne ha dimostrato la mancanza di efficacia...

Gli inibitori di SGLT2 hanno effetti benefici nei pazienti con scompenso cardiaco, nei diabetici di tipo II e nei pazienti con nefropatia cronica. Non è chiaro se questi farmaci svolgano una azione favorevole anche nei pazienti con infarto miocardico (MI) recente. Nello studio DAPA-MI  i pazienti studiati non avevano scompenso cardiaco nè diabete, di conseguenza gli eventi sono stati numericamente ridotti e quindi non si è potuta verificare alcuna differenza di outcome tra i pazienti che assumevano questi farmaci oppure il placebo...

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