Colchicine in acute myocardial infarction

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La persistenza di indici infiammatori elevati ha valore prognostico negativo nei pazienti con sindrome coronarica acuta[1]Ridker PM, Everett BM, Thuren T, et al. Antiinflammatory therapy with canakinumab for atherosclerotic disease. N Engl J Med 2017;377:1119-31.. La colchicina, inibendo la produzione di citochine infiammatorie da parte dei neutrofili, ha favorevolmente migliorato la prognosi di pazienti con infarto miocardico e ha, in prevenzione secondaria, una raccomandazione di classe IIA nelle Linee Guida delle sindromi coronariche croniche[2]Vrints C, Andreotti F, Koskinas KC, et al. 2024 ESC guidelines for the management of chronic coronary syndromes. Eur Heart J 2024;45:3415-537..Scopo dello studio è stato quello di verificare l’efficacia e la sicurezza della colchicina in una ampia casistica di pazienti con infarto miocardico trattati con PCI. La casistica è analoga a quella descritta precedentemente in questo numero di Journal Map per il confronto tra spironolattone e placebo, avendo lo studio un disegno fattoriale 2 x 2 che prevedeva una doppia randomizzazione in doppio cieco a spironolattone e a colchicina. In breve, sono stati randomizzati 7.062 pazienti (età media 60.5 anni, 95% STEMI, 99% in Classe Killip I, diabete 18%, sede anteriore 39%) di cui 3.528 assegnati a colchicina (0.5 mg/die, per i primi 3 mesi 1 mg/die nei pazienti >70 Kg) e 3.534 assegnati a placebo. Il trial è stato concepito come studio di superiorità della colchicina versus placebo, ma il numero di eventi inferiore alle attese ha determinato un incremento della numerosità di campione da 4.000 a 7.000 pazienti. Come mostra la Figura, il primary outcome, un  composito  di  morte  cardiovascolare, infarto miocardico, stroke, rivascolarizzazione motivata da ischemia si è verificato, a un follow-up mediano di 3 anni, nel 9.1% del gruppo colchicina versus il 9.3% del gruppo placebo (hazard ratio, 0.99; 95% CI, 0.85-1.16; P=0.93). L’incidenza delle varie componenti dell’endpoint sono risultate simili nei due gruppi (morte cardiovascolare 3.3% versus 3.2%, infarto miocardico 2.9% versus 3.1%). Il valore di proteina C reattiva a 3 mesi (misurato in circa 2.800 pazienti) è risultato 2.98±0.19 mg/L nel gruppo colchicina e 4.27±0.1 mg/L nel gruppo placebo. La diarrea è risultata più elevata nei pazienti in terapia con colchicina (10.2% vs 6.6%; P<0.001), senza differenza nell’incidenza delle infezioni. Il 25% dei pazienti ha abbandonato il trial. Gli Autori concludono che in pazienti con infarto miocardico trattato con PCI, la somministrazione della colchicina, a un follow-up di 3 anni, non ha ridotto, rispetto al placebo, un endpoint composito di morte cardiovascolare, infarto miocardico ricorrente, stroke o rivascolarizzazione coronarica motivata da ischemia.

Bibliografia

Bibliografia
1 Ridker PM, Everett BM, Thuren T, et al. Antiinflammatory therapy with canakinumab for atherosclerotic disease. N Engl J Med 2017;377:1119-31.
2 Vrints C, Andreotti F, Koskinas KC, et al. 2024 ESC guidelines for the management of chronic coronary syndromes. Eur Heart J 2024;45:3415-537.

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