Dapagliflozin in Patients Undergoing Transcatheter Aortic-Valve Implantation.

Raposeiras Roubin S, Amat Santos IJ, Rossello X, et al.
N Engl J Med 2025; published March 29, doi:10.1056/NEJMoa2500366.

Indice

Le Linee Guida americane ed europee raccomandano l’uso degli inibitori di SGLT2 nei pazienti con scompenso cardiaco, indipendentemente dal valore di FE e dalla presenza o meno di diabete. Non è noto, tuttavia, se questa indicazione sia da mantenere per quei pazienti nei quali viene rimossa la causa dello scompenso, come nei pazienti con stenosi aortica sottoposta a TAVI. Lo studio DapaTAVI, condotto in 39 centri spagnoli, ha randomizzato 1.257 pazienti con stenosi aortica severa sottoposti a TAVI (620 a dapagliflozin 10 mg singola dose giornaliera, 637 a “standard care”). Tutti i pazienti avevano avuto un episodio di scompenso cardiaco e per l’inclusione dello studio dovevano avere almeno una di queste caratteristiche: diabete, eGFR tra 25 e 75 ml per minuto per 1.73 m2, FE <40%. L’età media era 82.4 anni, 44% erano diabetici, il 42% in fibrillazione atriale, la FE media era 55%. I diuretici erano utilizzati in circa tre quarti dei pazienti. Lo studio è stato concepito come studio di superiorità di dapagliflozin su “standard of care” e la numerosità di campione calcolata su una differenza di eventi tra i due gruppi del 30% e una potenza statistica dell’80%.L’outcome primario, un composito di morte per ogni causa e aggravamento dello scompenso a 1 anno, si è verificato nel 15.0% nel gruppo dapagliflozin e nel 20.1% del gruppo “standard of care” (hazard ratio -HR- 0.72; 95% CI 0.55 -0.95, P=0.02, vedi Figura). La morte per ogni causa è stata osservata nel 7.8% del gruppo dapagliflozin e nell’8.9% del gruppo “standard of care” (HR 0.87; 95% CI, 0.59 to 1.28). Un peggioramento dello scompenso si è verificato nel 9.4% e 14.4% dei due gruppi, rispettivamente (HR 0.63; 95% CI, 0.45 – 0.88). Tra gli eventi avversi sono risultate più frequenti nel gruppo dapaglifozin le infezioni genito-urinarie (15.5 versus 11.5%, p=0.04) e le ipotensioni (6.6% versus 3.6%, p=0.01). In conclusione, la somministrazione giornaliera di dapagliflozin 10 mg ha ridotto, rispetto allo “standard of care”, un endpoint composito di morte per ogni causa e peggioramento dello scompenso in pazienti anziani con stenosi aortica severa sottoposti a TAVI.

Lascia un commento