Argomenti PRO
- Basati sui risultati dello studio ISAR-REACT 5 condotto in 4.018 pazienti con sindrome coronarica acuta (ACS) di cui il 59% presentava sindrome coronarica acuta non-ST elevation (NSTE-ACS[1]Schupke S, Neumann F-J, Menichelli M, et al. ISAR REACT 5 Trial Investigators. Ticagrelor or prasugrel in patients with acute coronary syndromes. N Engl J Med 2019;381:1524–1534.. L’endpoint primario (morte per ogni causa, infarto miocardico, ictus) era significativamente ridotto nei pazienti randomizzati a prasugrel (6.9%) rispetto a ticagrelor (9.3%, hazard ratio -HR- 0.74 95% CI 0.59-0.92). Risultati analoghi sono stati osservati nel sottogruppo dei pazienti NSTE-ACS (6.3% vs. 8.7%, HR 1.41; 95% CI 1.04–1.90)[2]Valina C, Neumann F-J, Menichelli M, et al. Ticagrelor or prasugrel in patients with non-ST-segment elevation acute coronary syndromes. J Am Coll Cardiol 2020;76:2436–2446.
- Lo studio ISAR REACT 5 è uno studio open label, non sponsorizzato dall’industria, con eventi aggiudicati da un apposito comitato indipendente. È uno studio pragmatico, che ha paragonato prasugrel (somministrato dopo la coronarografia nei pazienti che procedono a PCI) versus ticagrelor somministrato a tutti i pazienti alla diagnosi di ACS. Quindi non è solo un confronto tra due farmaci ma anche tra due strategie. Le Linee Guida NSTE-ACS 2020[3]Collet J-P, Thiele H, Barbato E, et al. Guidelines for the management of acute coronary syndromes in patients presenting without persistent ST-segment elevation. Eur Heart J 2021;42:1289–1367. in base a questo studio non solo raccomandano prasugrel in prima scelta rispetto a ticagrelor (classe di raccomandazione IIa evidenza B), ma anche danno una raccomandazione di classe III (evidenza A) al pretrattamento.
- Il rischio emorragico è risultato simile per i due farmaci. Non c’è quindi alcun prezzo da pagare per il minor rischio ischemico connesso all’uso di prasugrel.
- Il risultato dello studio ha una plausibilità biologica:
- più rapida azione anti-piastrinica di prasugrel rispetto a ticagrelor[4]Mayer K, Bongiovanni D, Karschin V, et al. Ticagrelor or prasugrel for platelet inhibition in acute coronary syndrome patients. J Am Coll Cardiol 2020; 76:2569–2571.;
- possibile maggiore aderenza alla terapia in quanto prasugrel è un farmaco da assumere in monosomministrazione mentre ticagrelor necessitadi doppia somministrazione giornaliera.
- Prasugrel, infine, presenta meno effetti collaterali di ticagrelor (dispnea) che possano causare una sospensione della terapia.
Argomenti CONTRO
Critica aspra nei confronti dello studio ISAR-REACT 5 in base a:
- sample size non adeguato (basato su dati studi PLATO e TRITON TIMI 38 non confrontabili)
- studio “open label”, soggetto quindi a “selection bias”
- alcuni pazienti in prasugrel non hanno ricevuto il farmaco (come da Linee Guida peraltro, non avendo eseguito PCI)
- Differenti strategie utilizzate (pre-treatment vs. no pretreatment): “confounding bias”
- Scarsa rappresentazione nel trial dei pazienti NSTEACS
- Aggiudicazione degli infarti con follow-up telefonico (“reporting bias”)
- Numero elevato di pazienti che hanno sospeso il farmaco (“attrition bias”)
- Numero di pazienti persi al follow-up superiore alla differenza di eventi riscontrata tra i due farmaci (segno di fragilità del trial).
Non evidenza dalla letteratura di un effetto negativo del “pre-trattamento” con ticagrelor e clopidogrel. Lo studio ACCOAST[5]Montalescot G, Bolognese L, Dudek D, et al. ACCOAST Investigators. Pretreatment with prasugrel in non-STsegment elevation acute coronary syndromes. N Engl J Med 2013;369:999–1010.citato nelle Linee Guida a supporto della raccomandazione di classe III confrontava differenti timing di inizio del trattamento con prasugrel e precedenti Linee Guida ne interpretavano i risultati riferendoli al farmaco specifico e non all’intera classe degli inibitori del recettore P2Y12.
Commento
Stefano De Servi, Università degli Studi di Pavia
L’argomento è di grande interesse clinico in quanto riguarda una ampia popolazione di pazienti. A mio parere le Linee Guida non hanno fatto altro che trarre logiche conclusioni dai risultati dello studio ISAR-REACT 5. Del resto, questo è l’unico studio di confronto “head to head” tra prasugrel e ticagrelor condotto in un ampio numero di pazienti, di cui poco meno di due terzi erano NSTE-ACS (l’altro trial di confronto diretto, il PRAGUE-18, aveva randomizzato 1.230 pazienti STEMI, con un endpoint primario a 7 giorni e appariva, perciò, ampiamente sottodimensionato). È evidente che nessun trial è perfetto, anche se randomizzato e condotto da esperti trialisti come quelli del gruppo di Monaco di Baviera. Le obiezioni rivolte al trial e sopra sintetizzate non appaiono, tuttavia, convincenti. In particolare la critica all’ISAR-REACT 5 di essere uno studio “open label” non tiene conto del fatto che questo è un limite insito nella tipologia dello studio, che è indipendente, “investigators-driven”. Studi come ISAR-REACT 5 offrono garanzie di libertà dalle pressioni dell’industria e sono fondamentali per il progresso delle conoscenze. Benchè non sia scorretta la critica di essere uno studio “fragile” (l’indice di fragilità di un trial è definito dal numero di pazienti necessari per convertire uno studio statisticamente significativo a non-significativo, con numeri alti indicativi di robustezza dello studio) è tuttavia vero, come sottolineano Thiele et al. nella difesa delle Linee Guida e che, oltre la metà dei trial che informano le Linee Guida hanno indici di fragilità inferiori al numero dei pazienti persi al follow-up. Lo stesso studio PLATO, considerando solo i pazienti con 12 mesi di follow-up, non appare più robusto dello studio ISAR-REACT 5. Per quanto riguarda il problema del pretrattamento, la raccomandazione di classe III (evidenza A) espressa nelle Linee Guida è anch’essa una conseguenza dei risultatidell’ISAR-REACT trial: se prasugrel si è rivelatopiù efficace di ticagrelor nel ridurre l’endpoint ischemico in pazienti ACS indirizzati alla PCI, è evidente che esso vada utilizzato come nel trial di riferimento (TRITON TIMI 38) cioè dopo la coronarografia. Nulla vieta, peraltro, di utilizzare il pre-trattamento con ticagrelor o clopidogrel nei pazienti per i quali non si prevede di effettuare una PCI precoce (classe IIb, evidenza C nelle Linee Guida). Va infine notato (last but not least!) che dei 15 Autori che hanno firmato il paper critico nei confronti delle Linee Guida, 13 hanno dichiarato, tra i conflitti di interesse, di aver ricevuto “grants” o “personal fees” da Astra Zeneca.
Sei d’accordo o meno con le raccomandazioni delle Linee Guida ESC 2020 nei pazienti NSTE-ACS riguardo all’uso di prasugrel (vs. ticagrelor, classe IIa, evidenza B) e al pre-trattamento (classe III, evidenza A) nei pazienti avviati a strategia invasiva precoce?
Per rispondere, clicchi qui: https://it.research.net/r/YDW5S5R
Bibliografia[+]
↑1 | Schupke S, Neumann F-J, Menichelli M, et al. ISAR REACT 5 Trial Investigators. Ticagrelor or prasugrel in patients with acute coronary syndromes. N Engl J Med 2019;381:1524–1534. |
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↑2 | Valina C, Neumann F-J, Menichelli M, et al. Ticagrelor or prasugrel in patients with non-ST-segment elevation acute coronary syndromes. J Am Coll Cardiol 2020;76:2436–2446. |
↑3 | Collet J-P, Thiele H, Barbato E, et al. Guidelines for the management of acute coronary syndromes in patients presenting without persistent ST-segment elevation. Eur Heart J 2021;42:1289–1367. |
↑4 | Mayer K, Bongiovanni D, Karschin V, et al. Ticagrelor or prasugrel for platelet inhibition in acute coronary syndrome patients. J Am Coll Cardiol 2020; 76:2569–2571. |
↑5 | Montalescot G, Bolognese L, Dudek D, et al. ACCOAST Investigators. Pretreatment with prasugrel in non-STsegment elevation acute coronary syndromes. N Engl J Med 2013;369:999–1010. |
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