Il rischio derivante da valori elevati di lipoproteina(a) dipende dall’infiammazione residua?

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Lipoprotein(a), C-Reactive Protein, and Cardiovascular Risk in Primary and Secondary Prevention Populations

Small AM, Pournamdari A, Melloni GEM, et al. JAMA Cardiol. 2024;9:385-391.

doi:10.1001/jamacardio.2023.5605.

Indice

Stefano De Servi, Università degli Studi di Pavia

Inquadramento

La lipoproteina(a) [Lp(a)] è un importante fattore di rischio cardiovascolare, su base genetica, scarsamente influenzata dallo stile di vita, che possiede un elevato effetto pro-infiammatorio. Alcuni dati indicano che l’azione aterogena di Lp(a) si esplica solo in presenza di un burden infiammatorio caratterizzato da livelli patologici di proteina C reattiva ad alta sensibilità (hsCRP>2 mg/L)[1] Puri R, Nissen SE, Arsenault BJ, St John J, Riesmeyer JS, Ruotolo G, et al. Effect of C-reactive protein on lipoprotein(a)-associated cardiovascular risk in optimally treated patients with … Continua a leggere. Tali osservazioni tuttavia sono in contrasto con quelle ottenute nel Copenhagen General Population Study[2]Thomas PE, Vedel-Krogh S, Kamstrup PR, Nordestgaard BG. Lipoprotein(a) is linked to atherothrombosis and aortic valve stenosis independent of C-reactive protein. Eur Heart J … Continua a leggere, nel quale il rischio di eventi cardiovascolari associato ad elevati valori di Lp(a) era indipendente dalle concentrazioni di hsCRP. Tuttavia è possibile che i differenti risultati dipendano dalle diverse popolazioni arruolate nei due studi.

Lo studio in esame

Lo studio si compone di tre coorti nelle quali era stata determinata la proteina C reattiva ad alta sensibilità (hs-CRP) e la lipoproteina(a) -Lp[a]:

1.  individui inclusi nella UK Biobank senza precedenti di malattia  cardiovascolare (n= 357.220);

2.  pazienti del FOURIER TIMI 59 trial con storia di malattia cardiovascolare

3.  pazienti del SAVOR-TIMI 53 trial, diabetici con storia (o a rischio) di malattia cardiovascolare (globalmente 34.020 pazienti).

Nei pazienti inclusi nel database UK Biobank, il 65% aveva valori bassi di hs-CRP (<2mg/L), mentre il 35% aveva alti valori di hs-CRP (≥ 2mg/L). Alti valori di Lp(a) (>125nmol/L) si associavano ad un maggior rischio di eventi (MACE= composito di morte cardiovascolare, infarto miocardico [MI], o stroke ischemico) sia nei pazienti con hsCRP ≥2 mg/l (hazard ratio [HR] per incrementi di 50-nmol/L di Lp[a], 1.05; 95%CI, 1.04-1.07; P<.001) che nei pazienti con hsCRP <2mg/L (HR, 1.05; 95%CI, 1.04- 1.07; P<.001, P di interazione =.80). Il rischio di infarto miocardico, stroke e di malattia arteriosa periferica sono espressi nella Tabella. Negli studi FOURIER e SAVOR, il 52% dei pazienti aveva valori di hs-CRP <2 mg/l, mentre il 48% aveva valori ≥2 mg/l. Valori elevati di Lp(a) si associavano ad un rischio cardiovascolare aumentato,  indipendentemente  dal  valore basale di hs-CRP (per i MACE hs-CRP ≥2mg/L: HR per 50-nmol/L di incremento di Lp[a], 1.02; 95%CI, 1.00-1.05; P=.04; per valori di hs-CRP <2mg/L: HR, 1.05; 95%CI,1.02- 1.08; P<.001; P=.16 per interazione). Non vi era alcuna associazionetuttavia, tra i valori di Lp(a) e la mortalità cardiovascolare senza interazione con i valori di hs-CRP (Tabella).

Take home message

Valori incrementali di Lp(a) si associano ad eventi cardiovascolari, infarto miocardico e malattia arteriosa periferica sia nei pazienti in prevenzione primaria che secondaria, indipendentemente dai valori basali di hsCRP.

Interpretazione dei dati

I  risultati  di  questo  studio,  sulla  base  di  una ampia   casistica   di   individui   in   prevenzione primaria e pazienti in prevenzione secondaria, fanno  chiarezza  sulle  possibili  interazioni  tra rischio   di   eventi   cardiovascolari   connessi a  valori  elevati  di  Lp(a)  in  relazione  ai  livelli concomitanti di hs-CRP. Le conclusioni indicano che valori incrementali di Lp(a) si associano ad eventi  cardiovascolari  futuri  sia  nei  pazienti in    prevenzione    primaria    che    secondaria, indipendentemente dai valori basali di hsCRP. I pazienti con livelli elevati di Lp(a) (≥125 nmol/L) e di hs-CRP (≥2mg/L) avevano il rischio più alto di  eventi  nel  follow-up,  soprattutto  di  infarto miocardico  e  di  sviluppo  di  malattia  arteriosa periferica con HR rispettivamente di 1.63 (95% CI, 1.39-1.92; P<.001) e di 1.83 (95% CI, 1.49-2.25;  P<.001),  in  confronto  ai  pazienti  con  il rischio più basso. Benchè questa casistica sia la più ampia sinora studiata, i risultati potrebbero anche  non  considerarsi  definitivi,  visto  che, contemporaneamente      alla      pubblicazione di  questo studio,  una  analisi  simile  è  stata pubblicata  da  European  Heart  Journal(3),  con”   “conclusioni differenti, in quanto una interazione è stata riscontrata tra valori elevati di Lp(a) e valori elevati  di  hs-CRP  nei  pazienti  in  prevenzione secondaria.  Alla  base  di  questa  interazione potrebbe   esservi   il   forte   potenziale   pro- infiammatorio di Lp(a), derivante dalla presenza in questa liporoteina di fosfolipidi ossidati che possono aumentare l’espressione ed il rilascio di  citochine  infiammatorie,  così  come  favorire la  migrazione  trans-endoteliale  dei  monociti[3]Arnold N, Blaum C, Goßling A et al. C-reactive protein modifies lipoprotein(a)-related risk for coronary heart disease:the BiomarCaRE project. Eur Heart J 2024; … Continua a leggere.  La  possibilità,  ora  a disposizione  attraverso  nuovi  farmaci  (siRNA e nucleotidi anti-sense, ma anche formulazioni per  os)  di  ridurre  significativamente  i  livelli di  Lp(a)  permetterà  di  rispondere  a  queste domande.

Bibliografia

Bibliografia
1  Puri R, Nissen SE, Arsenault BJ, St John J, Riesmeyer JS, Ruotolo G, et al. Effect of C-reactive protein on lipoprotein(a)-associated cardiovascular risk in optimally treated patients with high-risk vascular disease: a prespecified secondary analysis of the ACCELERATE trial. JAMA Cardiol 2020;5:1136–43. https://doi.org/10.1001/jamacardio. 2020.2413
2 Thomas PE, Vedel-Krogh S, Kamstrup PR, Nordestgaard BG. Lipoprotein(a) is linked to atherothrombosis and aortic valve stenosis independent of C-reactive protein. Eur Heart J 2023;44:1449–60. https://doi.org/10.1093/eurheartj/ehad055
3 Arnold N, Blaum C, Goßling A et al. C-reactive protein modifies lipoprotein(a)-related risk for coronary heart disease:the BiomarCaRE project. Eur Heart J 2024; 45,1043–1054.9). L’oggetto  di  questo studio  riguarda  solo  uno degli   interrogativi   che   tuttora   concernono il  ruolo  patogenetico  di  Lp(a)  nel  processo aterosclerotico ed in particolare nelle fasi che portano   alla   instabilizzazione   della   placca. Rimane infatti da verificare che l’abbassamento dei livelli di Lp(a) si traduca effettivamente in un beneficio clinico, in relazione anche allo stato infiammatorio  di  base((Tsimikas S, Karwatowska-Prokopczuk E, Gouni-Berthold I, Nordestgaard BG, Xia S, Guerriero J, et al. Lipoprotein(a)reduction in persons with cardiovascular disease. N Engl J Med 2020;382:244–55. https://doi.org/10.1056/NEJMoa1905239

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