Stefano De Servi, Università degli Studi di Pavia
Inquadramento
La lipoproteina(a) [Lp(a)] è un importante fattore di rischio cardiovascolare, su base genetica, scarsamente influenzata dallo stile di vita, che possiede un elevato effetto pro-infiammatorio. Alcuni dati indicano che l’azione aterogena di Lp(a) si esplica solo in presenza di un burden infiammatorio caratterizzato da livelli patologici di proteina C reattiva ad alta sensibilità (hsCRP>2 mg/L)[1] Puri R, Nissen SE, Arsenault BJ, St John J, Riesmeyer JS, Ruotolo G, et al. Effect of C-reactive protein on lipoprotein(a)-associated cardiovascular risk in optimally treated patients with … Continua a leggere. Tali osservazioni tuttavia sono in contrasto con quelle ottenute nel Copenhagen General Population Study[2]Thomas PE, Vedel-Krogh S, Kamstrup PR, Nordestgaard BG. Lipoprotein(a) is linked to atherothrombosis and aortic valve stenosis independent of C-reactive protein. Eur Heart J … Continua a leggere, nel quale il rischio di eventi cardiovascolari associato ad elevati valori di Lp(a) era indipendente dalle concentrazioni di hsCRP. Tuttavia è possibile che i differenti risultati dipendano dalle diverse popolazioni arruolate nei due studi.
Lo studio in esame
Lo studio si compone di tre coorti nelle quali era stata determinata la proteina C reattiva ad alta sensibilità (hs-CRP) e la lipoproteina(a) -Lp[a]:
1. individui inclusi nella UK Biobank senza precedenti di malattia cardiovascolare (n= 357.220);
2. pazienti del FOURIER TIMI 59 trial con storia di malattia cardiovascolare
3. pazienti del SAVOR-TIMI 53 trial, diabetici con storia (o a rischio) di malattia cardiovascolare (globalmente 34.020 pazienti).
Nei pazienti inclusi nel database UK Biobank, il 65% aveva valori bassi di hs-CRP (<2mg/L), mentre il 35% aveva alti valori di hs-CRP (≥ 2mg/L). Alti valori di Lp(a) (>125nmol/L) si associavano ad un maggior rischio di eventi (MACE= composito di morte cardiovascolare, infarto miocardico [MI], o stroke ischemico) sia nei pazienti con hsCRP ≥2 mg/l (hazard ratio [HR] per incrementi di 50-nmol/L di Lp[a], 1.05; 95%CI, 1.04-1.07; P<.001) che nei pazienti con hsCRP <2mg/L (HR, 1.05; 95%CI, 1.04- 1.07; P<.001, P di interazione =.80). Il rischio di infarto miocardico, stroke e di malattia arteriosa periferica sono espressi nella Tabella. Negli studi FOURIER e SAVOR, il 52% dei pazienti aveva valori di hs-CRP <2 mg/l, mentre il 48% aveva valori ≥2 mg/l. Valori elevati di Lp(a) si associavano ad un rischio cardiovascolare aumentato, indipendentemente dal valore basale di hs-CRP (per i MACE hs-CRP ≥2mg/L: HR per 50-nmol/L di incremento di Lp[a], 1.02; 95%CI, 1.00-1.05; P=.04; per valori di hs-CRP <2mg/L: HR, 1.05; 95%CI,1.02- 1.08; P<.001; P=.16 per interazione). Non vi era alcuna associazionetuttavia, tra i valori di Lp(a) e la mortalità cardiovascolare senza interazione con i valori di hs-CRP (Tabella).

Take home message
Valori incrementali di Lp(a) si associano ad eventi cardiovascolari, infarto miocardico e malattia arteriosa periferica sia nei pazienti in prevenzione primaria che secondaria, indipendentemente dai valori basali di hsCRP.
Interpretazione dei dati
I risultati di questo studio, sulla base di una ampia casistica di individui in prevenzione primaria e pazienti in prevenzione secondaria, fanno chiarezza sulle possibili interazioni tra rischio di eventi cardiovascolari connessi a valori elevati di Lp(a) in relazione ai livelli concomitanti di hs-CRP. Le conclusioni indicano che valori incrementali di Lp(a) si associano ad eventi cardiovascolari futuri sia nei pazienti in prevenzione primaria che secondaria, indipendentemente dai valori basali di hsCRP. I pazienti con livelli elevati di Lp(a) (≥125 nmol/L) e di hs-CRP (≥2mg/L) avevano il rischio più alto di eventi nel follow-up, soprattutto di infarto miocardico e di sviluppo di malattia arteriosa periferica con HR rispettivamente di 1.63 (95% CI, 1.39-1.92; P<.001) e di 1.83 (95% CI, 1.49-2.25; P<.001), in confronto ai pazienti con il rischio più basso. Benchè questa casistica sia la più ampia sinora studiata, i risultati potrebbero anche non considerarsi definitivi, visto che, contemporaneamente alla pubblicazione di questo studio, una analisi simile è stata pubblicata da European Heart Journal(3), con” “conclusioni differenti, in quanto una interazione è stata riscontrata tra valori elevati di Lp(a) e valori elevati di hs-CRP nei pazienti in prevenzione secondaria. Alla base di questa interazione potrebbe esservi il forte potenziale pro- infiammatorio di Lp(a), derivante dalla presenza in questa liporoteina di fosfolipidi ossidati che possono aumentare l’espressione ed il rilascio di citochine infiammatorie, così come favorire la migrazione trans-endoteliale dei monociti[3]Arnold N, Blaum C, Goßling A et al. C-reactive protein modifies lipoprotein(a)-related risk for coronary heart disease:the BiomarCaRE project. Eur Heart J 2024; … Continua a leggere. La possibilità, ora a disposizione attraverso nuovi farmaci (siRNA e nucleotidi anti-sense, ma anche formulazioni per os) di ridurre significativamente i livelli di Lp(a) permetterà di rispondere a queste domande.
Bibliografia[+]
↑1 | Puri R, Nissen SE, Arsenault BJ, St John J, Riesmeyer JS, Ruotolo G, et al. Effect of C-reactive protein on lipoprotein(a)-associated cardiovascular risk in optimally treated patients with high-risk vascular disease: a prespecified secondary analysis of the ACCELERATE trial. JAMA Cardiol 2020;5:1136–43. https://doi.org/10.1001/jamacardio. 2020.2413 |
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↑2 | Thomas PE, Vedel-Krogh S, Kamstrup PR, Nordestgaard BG. Lipoprotein(a) is linked to atherothrombosis and aortic valve stenosis independent of C-reactive protein. Eur Heart J 2023;44:1449–60. https://doi.org/10.1093/eurheartj/ehad055 |
↑3 | Arnold N, Blaum C, Goßling A et al. C-reactive protein modifies lipoprotein(a)-related risk for coronary heart disease:the BiomarCaRE project. Eur Heart J 2024; 45,1043–1054.9). L’oggetto di questo studio riguarda solo uno degli interrogativi che tuttora concernono il ruolo patogenetico di Lp(a) nel processo aterosclerotico ed in particolare nelle fasi che portano alla instabilizzazione della placca. Rimane infatti da verificare che l’abbassamento dei livelli di Lp(a) si traduca effettivamente in un beneficio clinico, in relazione anche allo stato infiammatorio di base((Tsimikas S, Karwatowska-Prokopczuk E, Gouni-Berthold I, Nordestgaard BG, Xia S, Guerriero J, et al. Lipoprotein(a)reduction in persons with cardiovascular disease. N Engl J Med 2020;382:244–55. https://doi.org/10.1056/NEJMoa1905239 |
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