In memoria di Attilio Maseri: un gigante della cardiologia

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Filippo Crea, Eugene Braunwald e Valentin Fuster hanno rievocato la figura di Attilio Maseri, che ci ha lasciato lo scorso settembre[1]Crea F, Braunwald E, Fuster V. In Memoriam: A Tribute to Attilio Maseri. J Am Coll Cardiol. 2021:S0735-1097(21)07176-X.doi: 10.1016/j.jacc.2021.10.001.. Riporteremo alcuni passaggi di quell’articolo che ben delineano l’importanza scientifica del Professor Maseri.

Gli Autori riferiscono un aneddoto relativo a una esperienza giovanile occorsa quando era reseach Fellow alla Columbia University dove conobbe il premio Nobel Andrè Cournand.
Un giorno, educatamente, gli fece notare che non era d’accordo con alcune considerazioni del maestro. Cournand, dopo una breve esitazione gli diede ragione. Da quel giorno Maseri trasse la conclusione (che diventò la Stella Polare della sua attività di ricerca) che tutti i dogmi scientifici possono essere messi in discussione e corretti sulla base di nuove esperienze ed evidenze. Una delle prime sfide di Maseri riguardò il concetto che l’ischemia miocardica fosse sempre il risultato di aumentate richieste metaboliche in presenza di stenosi coronariche fisse. Questo dogma non teneva in considerazione il racconto anamnestico dei pazienti con angina pectoris, che spesso riferiscono angor a riposo in presenza di una buona tolleranza allo sforzo, oppure una notevole variabilità di soglia all’angor durante l’esercizio fisico. Sulla base degli studi di Prinzmetal, dimostrò che lo spasmo coronarico rappresentava la base patogenetica dell’angina variante (come ipotizzato ma non dimostrato da Prinzmetal) e che l’angina a riposo era causata da una transitoria riduzione di flusso coronarico, sottolineando l’importanza dell’aspetto funzionale rappresentato dal tono coronarico nel determinismo dell’ischemia miocardica. Concetti ampiamente accolti oggi dalla comunità scientifica, ma fortemente avversati negli anni in cui egli per primo li propugnò. Un altro ambito innovativo di ricerca clinica che Maseri propose, a metà degli anni ’90, riguardò il ruolo dell’infiammazione nelle sindromi coronariche acute, un aspetto allora scarsamente considerato, ma che si è dimostrato avere un ruolo cruciale sia nella patogenesi delle sindromi coronariche acute che nel determinare la prognosi a lungo termine dei pazienti coronaropatici. Il suo carisma, la sua contagiosa passione per la ricerca, il rigore metodologico sono alla base della eccellente scuola di cardiologia da lui creata e dal successo dei suoi allievi. Grande ricercatore, non mancava di senso clinico. Il suo motto era che il nostro compito non è solo quello di prolungare la vita dei pazienti ma, soprattutto, di migliorarne la qualità di vita. Non era mai drastico nelle restrizioni allo stile di vita da imporre ai pazienti e osservava: “Non ha senso vivere da malati per avere il privilegio di morire in buona salute”.

Bibliografia

Bibliografia
1 Crea F, Braunwald E, Fuster V. In Memoriam: A Tribute to Attilio Maseri. J Am Coll Cardiol. 2021:S0735-1097(21)07176-X.doi: 10.1016/j.jacc.2021.10.001.

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