Intensive blood-pressure control in patients with type 2 diabetes

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Bi Y, Li M,Liu Y, et al. on behalf of the BPROAD Research Group.

N Engl J Med 2024, published on November 16, doi:10.1056/NEJMoa2412006.

Indice

L’ipertensione arteriosa è il più frequente fattore di rischio nei pazienti diabetici. Benchè studi precedenti (in particolare lo studio ACCORD) avessero affrontato la problematica di una riduzione intensiva della pressione arteriosa (target PA sistolica <120 mm Hg rispetto a un trattamento standard, <140 mmHg) in questa popolazione, l’esito non fu conclusivo[1]The ACCORD Study Group. Effects of intensive blood-pressure control in type 2 diabetes mellitus. N Engl J Med 2010;362:1575-85.. Lo studio BPROAD è stato condotto in 145 centri cinesi con lo scopo di verificare se un controllo intensivo della PA possa ridurre gli eventi cardiovascolari in pazienti con diabete di tipo II. Sono stati arruolati 12.821 pazienti ipertesi, con diabete di tipo II, con età di almeno 50 anni (età media 63.8 anni, durata del diabete 10.3 anni, storia di malattia cardiovascolare clinicamente nota 22.5%, subclinica nel 34.5%; emoglobina glicata 7.6%, colesterolo LDL medio 84 mg/dl), randomizzati a un trattamento intensivo della PA con target di PA sistolica <120 mmHg (n = 6.414, IT group), oppure a un trattamento standard (<140 mmHg, n = 6.407 standard group). A 1 anno di follow-up, la PA media sistolica era 121.6 mmHg nell’ITgroup e 133 mmHg nello standard group (Figura 1, pannello A). I farmaci più utilizzati erano i calcio-antagonisti (59%) seguiti dai sartani (44%) e dai betabloccanti (15%). A un follow-up mediano di 4.2 anni, l’outcome primario (morte cardiovascolare,  infarto miocardico non fatale, stroke non fatale e scompenso cardiaco trattato o ospedalizzato) si era verificato nell’1,65 per 100 persone/anno nell’IT group e nel 2,09 per 100 persone/anno nello standard group (hazard ratio, 0.79; 95% CI 0.69 – 0.90; P<0.001). Una progressione di malattia renale era simil- mente osservata nei due gruppi, mentre una albuminuria incidentale (raddoppio del valore di UACR – urinary albumin-to-creatinine ratio – da <10 a ≥10 mg/g) si verificava nell’11,29 per 100 eventi/anno nell IT group e nel 13,84 per 100 eventi/anno nello standard group (hazard ratio, 0.87; 95% CI, 0.77 to 0.97). Benchè gli eventi avversi fossero percentualmente simili nei due gruppi (36%), nell’IT group prevaleva l’ipotensione sintomatica e l’iperkaliemia.

Gli Autori concludono che nei pazienti con diabete di tipo 2, l’incidenza di eventi cardiovascolari è minore se la PA sistolica viene mantenuta <120 mmHg rispetto a un target standard (<140 mmHg).

Bibliografia

Bibliografia
1 The ACCORD Study Group. Effects of intensive blood-pressure control in type 2 diabetes mellitus. N Engl J Med 2010;362:1575-85.

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