L’utilizzo degli inibitori della proproteina convertasi subtilisina/kexina di tipo 9 (PCSK9i) rappresentano una svolta nel trattamento dell’ipercolesterolemia, sebbene il rapporto costo-efficacia del loro utilizzo rimanga incerto. Nel presente studio, sono stati inclusi 246 pazienti età media 61 ± 11 anni, maschi 73%) trattati con evolocumab o alirocumab. Sono stati analizzati il valore lipidico, gli eventi avversi (AE), gli eventi avversi cardiovascolari maggiori (MACE) e lo spessore dell’intimamedia. La terapia con PCSK9i ha determinato un miglioramento significativo del profilo lipidico dei pazienti (colesterolo totale -35%, P<0.001; trigliceridi −9%, P<0.05; colesterolo LDL −51%, P<0.001; livelli di Lp(a)−4%, P<0.05), risultati che sono rimasti consistenti durante il follow-up. Non sono state osservate variazioni significative nello spessore dell’intima-media. Nel sottogruppo di pazienti trattati per più di 1 anno con PCSK9i è stata evidenziata una riduzione del 66% di MACE rispetto all’anno prima dell’arruolamento e un aumento tardivo dei MACE durante il follow-up. Questi risultati confermano le numerose evidenze sull’efficacia/tollerabilità della terapia con PCSK9i; tuttavia, l’aumentato rischio di MACE durante il follow-up è meritevole di ulteriori studi in futuro.
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