L’impatto prognostico dello squilibrio tra domanda e offerta di ossigeno, come il danno miocardico o l’Infarto Miocardico (IM) tipo II nei pazienti ricoverati nei reparti di medicina d’Urgenza è ancora sconosciuto. In questo studio retrospettivo di 824 pazienti ricoverati nei reparti di medicina d’urgenza, gli endpoint primari sono la mortalità ospedaliera, la mortalità a 3 anni e gli eventi cardiovascolari avversi maggiori. I pazienti con IM o danno miocardico erano più anziani, con una maggior prevalenza di ipertensione arteriosa e di comorbidità. Il danno miocardico acuto e l’IM tipo II sono risultati significativamente associati alla mortalità ospedaliera (Odds Ratio [OR] 3.71; 95% intervallo di confidenza (CI): 1.90-7.33 e OR 3.15; 95% CI: 1.59-6.28, rispettivamente). Tuttavia, la mortalità a lungo termine non differiva rispetto ai pazienti che presentano danno miocardico cronico, oppure quelli con troponina normale. In conclusione, nei pazienti ricoverati in reparti di medicina d’Urgenza con squilibrio tra domanda e offerta di ossigeno, il danno miocardico acuto e l’IM di tipo II sono risultati fortemente associati alla mortalità ospedaliera, ma non a un rischio maggiore di mortalità o eventi cardiovascolari maggiori a lungo termine.
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