Il progressivo invecchiamento della popolazione generale ha determinato un aumento costante del numero di pazienti anziani sottoposti a impianto di Pacemaker (PM). Tuttavia, lo status di fragilità o la ridotta performance fisica possono influenzare la prognosi di questi pazienti dopo l’impianto di PM. In questo studio prospettico, monocentrico, gli Autori hanno analizzato l’impatto di indici di fragilità e di performance fisica (valutati mediante Short Physical Performance Battery [SBPP] e Handgrip Strength Test) sulla mortalità per ogni causa (primary endpoint) in 119 pazienti con età >70 anni. A una mediana di follow-up di 46 mesi, la mortalità complessiva è risultata pari al 31%. Il valore di SPPB alla dimissione è risultato predittore di mortalità (hazard ratio aggiustato 0.91, 95% confidence interval (CI) 0.84 – 0.99, p 0.02). Inoltre, i pazienti con un punteggio SPPB più basso alla dimissione (SPPB 0-3) avevano un aumentato rischio di morte o di re-ospedalizzazione a 1 anno rispetto ai pazienti con SPPB più alto (odds ratio 4.05, 95% CI 1 – 16.6). In conclusione, una ridotta performance fisica si associa a una minore sopravvivenza nei pazienti anziani con bradiaritmia sottoposti a impianto di PM e adeguate misure preventive sono necessarie in questa popolazione di pazienti.
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