Routine Cerebral Embolic Protection during Transcatheter Aortic-Valve Implantation

Lo stroke è una complicanza riscontrata in circa il 2% dei pazienti sottoposti a TAVI. Una protezione dalle complicanze emboliche della procedura, attraverso l’utilizzo di appositi filtri, potrebbe ridurre tale complicanza, ma i dati provenienti dal trial più ampio sinora pubblicato, il PROTECTED TAVR che ha arruolato circa 3.000 pazienti^[1]Kapadia SR, Makkar R, Leon M, et al. Cerebral embolic protection during transcatheter aortic-valve replacement. N Engl J Med 2022; 387:1253-63., sono stati contrastanti, perché l’utilizzo del dispositivo di protezione (CEP) non ha ridotto il numero globale degli stroke, ma ha diminuito significativamente quelli invalidanti. Lo studio presentato all’ACC conference di Chicago è stato condotto in 33 centri della Gran Bretagna ed è il più ampio sinora effettuato: ha arruolato 7.635 pazienti, di cui 3.815 al gruppo CEP, (utilizzando il dispositivo Sentinel, Boston Scientific, inserito dall’arteria radiale destra e posizionato all’origine della carotide sinistra e del tronco anonimo a destra) e 3.820 al gruppo controllo. L’età media dei pazienti era di 81.2±6.5 anni e il 39% erano donne. Si è ottenuto un corretto posizionamento di entrambi i filtri nell’81.2% dei pazienti assegnati al gruppo CEP.
L’outcome primario (stroke a 72 ore) è stato raggiunto nel 2.1% del gruppo CEP e nel 2.2% del gruppo controllo (differenza -0.02 punti percentuali, 95% CI, -0.68 to 0.63; P=0.94, vedi Figura).
Gli stroke invalidanti sono stati 0.85% e 0.7% nei due gruppi. Le complicanze legate all’accesso sono state simili (8.1% nel gruppo CEP e 7.7% nel gruppo controllo). In conclusione, nei pazienti sottoposti a TAVI, l’uso routinario dei dispositivi di protezione cerebrale non riduce l’incidenza post-procedurale di stroke, neppure di quelli invalidanti.