Diagnostica per immagini

Qual è il vantaggio offerto da una strategia IVUS guidata nella PCI complessa?

L’utilità dell’ecografia intravascolare (IVUS) nelle procedure di PCI, soprattutto in quelle complesse, è ampiamente documentata e ribadita nelle Linee Guida : il suo utilizzo permette, infatti, una migliore stima delle dimensioni del vaso da trattare, un più accurato impianto dello stent, una più rapida e attendibile valutazione di eventuali complicanze. Tuttavia, non è noto quale sia l’effettivo utilizzo nel mondo reale di questa tecnica, la variabilità di uso tra ospedale e ospedale, le conseguenze sull’outcome dei pazienti (in particolare mortalità e necessità di reintervento) nelle procedure in cui venga o non venga utilizzata.

LEGGI TUTTO »

Lesioni complesse sottoposte a PCI: quanto è utile l’imaging intracoronarico?

È noto come la guida intravascolare (soprattutto la ultrasonografia intracoronarica –IVUS) sia utile sia per favorire la sede e la dimensione degli stent da utilizzare durante le procedure di PCI che per ottimizzarne l’impianto. Gli studi in proposito sono indicativi di questo beneficio, ma hanno delle limitazioni, perché talora eseguiti in casistiche sottodimensionate o in gruppi di pazienti definiti in base a singole caratteristiche anatomiche. Nessuno studio di ampie dimensioni ha indagato l’utilità dell’utilizzo dell’IVUS nelle procedure di PCI complesse, la cui esecuzione è più impegnativa e il cui esito a distanza meno favorevole.

LEGGI TUTTO »

TC coronarica con misurazione on-site della FFR: strategia diagnostica vincente rispetto ai test funzionali?

L’utilizzo della TC coronarica (CCT) permette la visualizzazione anatomica dell’albero coronarico, ma spesso la quantizzazione della stenosi non corrisponde al dato fornito dalla coronarografia invasiva. Inoltre, nel riscontro di lesioni intermedie, il ricorso a test funzionali è ancora molto alto. L’utilizzo della FFR, utilizzando algoritmi basati sulla dinamica dei fluidi, consente di migliorare la specificità dell’ indagine e ridurre il numero di pazienti inviati all’esame invasivo ma è basato su una costosa valutazione offline.

LEGGI TUTTO »

Unusual Presentation of a Common Diagnosis in a Patient With Chronic Kidney Disease

Un paziente di circa 40 anni, affetto da insufficienza renale cronica sottoposta a regolare emodialisi (ad eccezione delle ultime due sedute), giunge in pronto soccorso per insorgenza acuta di dispnea in assenza di ulteriore sintomatologia. Il paziente si presentava bradicardico (frequenza cardiaca di 52 battiti/min.) e normoteso (160/100 mmHg). L’elettrocardiogramma (ECG) a 12 derivazioni è presentato nella Figura (modificata).

LEGGI TUTTO »

Pubblicazioni Top in medicina cardiovascolare nel 2022: cardiovascular imaging

1. Brener MI, Lurz P, Hausleiter J, Rodés-Cabau J, Fam N, Kodali SK, et al. Right ventricularpulmonary arterial coupling and afterload reserve in patients undergoing transcatheter tricuspid valve repair. J Am Coll Cardiol 2022;79:448–461. https://doi.org/10.1016/j. jacc. 2021.11.031. Right ventricular-Pulmonary arterial coupling is a powerful, independent predictor of allcause mortality in patients with tricuspid regurgitation undergoing transcatheter tricuspid valve repair. These data suggest that the TAPSE/Pulmonary artery systolic pressure ratio can inform patient selection and prognostication following transcatheter tricuspid valve repair.

2. Cahill TJ, Pibarot P, Yu X, Babaliaros V, Blanke P, Clavel MA, et al. Impact of right ventriclepulmonary artery coupling on clinical outcomes in the PARTNER 3 trial. JACC Cardiovasc Interv 2022;15:1823–1833. https://doi.org/10.1016/j. jcin.2022.07.005. In patients with symptomatic severe aortic stenosis at low surgical risk undergoing trans-catheter aortic valve replacement or surgical aortic valve replacement, baseline right ventricle – Pulmonary artery uncoupling defined by TAPSE/Pulmonary artery systoli pressure ≤0.55 mm Hg-was associated with adverse clinical outcomes at 2 years, including all-cause mortality, cardiovascular mortality, and rehospitalization.

LEGGI TUTTO »

Placche coronariche non ischemizzanti, ma con caratteristiche di rischio alla TC coronarica: devono essere trattate con PCI?

L’utilizzo della fractional flow reserve (FFR) è utile per individuare nei pazienti stabili, sottoposti a indagini invasive, quelle stenosi che possono essere trattate con beneficio mediante un intervento di PCI. Tuttavia, alcuni pazienti nei quali l’intervento viene differito sulla base dell’esito del test FFR, presentano eventi ischemici nel successivo follow-up.

LEGGI TUTTO »

Riserva frazionale di flusso coronarico (FFR) misurata mediante optical coherence tomography (OCT): è capace di predire gli eventi avversi cardiovascolari?

L’OCT è una tecnica di imaging intravascolare che permette una valutazione anatomica dei vasi coronarici. Osservazioni recenti hanno suggerito un’applicazione di questa metodica anche per la valutazione fisiopatologica delle stenosi coronariche (OCT-FFR), utilizzando equazioni di dinamica dei fluidi, sulla base di una correlazione con la FFR determinata con la guidina pressoria. Non ci sono ancora dati, tuttavia sulla capacità di questa tecnica di predire successivi eventi avversi cardiovascolari.

LEGGI TUTTO »

Serial T-Wave Changes in a Patient With Chest Pain.

Una paziente di circa 50 anni, con ipertensione arteriosa e dislipidemia, giunge in Pronto Soccorso lamentando dolore toracico e stanchezza. La paziente riferiva, inoltre, periodo di particolare stress lavorativo. Qui un ECG risultata nei limiti di norma (figura A), mentre un successivo ECG eseguito a distanza di nove ore dal primo (figura B) mostrava alterazioni della ripolarizzazione ventricolare compatibili con sindrome di Wellens (pattern elettrocardiografico associato a lesione critica nel tratto prossimale dell’arteria discendente anteriore). Un terzo ECG eseguito 7 ore più tardi (figura C) mostrava un’ulteriore evoluzione della ripolarizzazione ventricolare con onde T negative profonde in sede antero-laterale con prolungamento dell’intervallo QT corretto (470 msec).

LEGGI TUTTO »

Electrocardiogram findings worthy of vigilance. A rare and fatal disease

Un paziente di circa 20 anni, senza antecedenti cardiologici di rilievo, giunge in Pronto Soccorso (PS) per dolore toracico e dispnea riferendo, inoltre, cardiopalmo e sintomi delle prime vie respiratorie occorsi circa 3 giorni prima. I parametri vitali sono nella norma eccetto per una saturazione dell’ossigeno pari a 89% in aria ambiente. Il paziente presenta una perdita di conoscenza circa 20 minuti dopo con ipotensione arteriosa (67/43 mmHg). L’ECG all’arrivo in PS e quello dopo la rianimazione cardiopolmonare e la defibrillazione sono mostrati nelle figure A e B.

LEGGI TUTTO »

Utilizzo sistematico della FFR nei pazienti sottoposti a coronarografia: quali vantaggi può comportare?

Le linee guida raccomandano l’utilizzo di FFR per stabilire il significato fisiopatologico di una stenosi, ritenuta all’angiografia di grado intermedio, prima di eseguire una PCI in assenza di una documentazione di ischemia miocardica. Tuttavia, l’uso di FFR è ancora modesto (circa il 10% delle procedure di PCI) verosimilmente per il costo addizionale che esso comporta. Lo studio RIPCORD ha dimostrato come, eseguendo una FFR prima di indirizzare un paziente verso un intervento di rivascolarizzazione, la decisione clinica venga mutata nel 26% dei casi. In quello studio tutti i vasi coronarici venivano testati con FFR (“RIPCORD concept”). Non è chiaro, tuttavia, quale siano le conseguenze di tale condotta, in particolare se conduca a vantaggi o svantaggi sui costi ospedalieri e sulla qualità di vita dei pazienti.

LEGGI TUTTO »
Cerca un articolo
Gli articoli più letti
Rubriche
Leggi i tuoi articoli salvati
La tua lista è vuota