Fibrillazione atriale

Screening per fibrillazione atriale con impianto di loop recorder: solo se l’ NTproBNP è elevato?

Lo studio LOOP (Atrial Fibrillation detected by Continuous ECG Monitoring Using Implantable Loop Recorder to Prevent Stroke in High-Risk Individuals) è un trial randomizzato con lo scopo di verificare se un monitoraggio continuo, ottenuto con l’impianto di loop recorder (ILR), sia in grado di individuare più precocemente rispetto alla routine clinica (“usual care”) episodi di fibrillazione atriale (AF) in una popolazione anziana (70-90 anni) a rischio di stroke (almeno un altro fattore incluso nel CHADS-VASC score).

LEGGI TUTTO »

Prognosi dei pazienti con stroke in terapia anticoagulante: analisi combinata dei trial di confronto tra anticoagulanti orali diretti e warfarin.

I pazienti con storia di stroke o ischemia cerebrale sono ad alto rischio di un nuovo evento ictale. Negli studi individuali di confronto tra antagonisti della vitamina K e anticoagulanti orali diretti, in pazienti con fibrillazione atriale (AF) non è possibile disegnare con precisione la storia clinica dei pazienti che subiscono uno stroke nonostante la terapia anticoagulante, perché questi eventi sono poco numerosi. È stata perciò intrapresa una collaborazione tra gli autori dei quattro studi di confronto con lo scopo di creare un database comune (COMBINE AF), che permettesse di valutare il decorso clinico dei pazienti che dopo la randomizzazione sono risultati affetti da stroke.

LEGGI TUTTO »

Association of right atrial strain and long-term outcome in severe secondary tricuspid regurgitation

Objective: Severe secondary tricuspid regurgitation (STR) causes significant right atrial (RA) volume overload, resulting in structural and functional RA-remodelling. This study evaluated whether patients with severe STR and reduced RA function, as assessed by RA-reservoirstrain (RASr), show lower long-term prognosis. Results: A total of 586 patients with severe STR (age 68±13 years; 52% male) were included. Patients presented with mild right ventricular (RV) dilatation (end-diastolic area 13.8±6.5 cm2/m2) and dysfunction (free-wall strain 16.2±7.2%), and with moderate-to-severe RA dilatation (max area 15.0±5.3 cm2/m2); the median value of RASr was 13%. In the overall population, 10-year overall survival was low (40%, 349 deaths), and was significantly lower in patients with lower RASr (defined by the median value): 36% (195 deaths) for RASr ≤13% compared with 45% (154 deaths) for RASr >13% (log-rank p=0.016). With a median follow-up of 6.6 years, RASr was independently associated with all-cause mortality (HR per 5% RASr increase:0.928; 95% CI 0.864 to 0.996; p=0.038), providing additional value over relevant clinical and echocardiographic covariates (including RA size and RV function/size).

LEGGI TUTTO »

Pazienti fragili in fibrillazione atriale trattati con antagonisti della vitamina K: proseguimento oppure “switch” a anticoagulanti orali diretti?

I pazienti anziani affetti da fibrillazione atriale (AF) hanno spesso sindromi geriatriche, tra cui la fragilità, una condizione rappresentata da una maggiore vulnerabilità a situazioni di stress (come malattie, traumi etc). Questi pazienti non sono stati inclusi nei grandi trial di confronto tra antagonisti della vitamina K (VKA) e anticoagulanti orali diretti (DOAC). Poiché spesso questi pazienti sono trattati con VKA ci si pone la domanda se si debba proseguire con questo trattamento oppure “switchare” a DOAC.

LEGGI TUTTO »

Ablazione della fibrillazione atriale a campo pulsato: una tecnologia vincente?

L’ablazione che utilizza energia a radiofrequenza, crioablazione o laser è una tecnica efficace nel trattamento della fibrillazione atriale (AF), ma può danneggiare le strutture circostanti causando complicanze, quali la perforazione esofagea, la lesione del nervo frenico e la stenosi delle vene polmonari. L’ablazione a campo pulsato è, invece, una modalità non termica, in quanto fornisce brevi raffiche di campi elettrici creando un danno cellulare per “elettroporazione” irreversibile, cioè creando una iper-permeabilizzazione delle membrane cellulari e causando la morte dei cardiomiociti.

LEGGI TUTTO »

Correlation between epicardial adipose tissue and atrial fibrillation burden in coronary artery bypass graft surgery

Studi recenti suggeriscono un’associazione tra tessuto adiposo epicardico (EAT) e fibrillazione atriale (AF). Le caratteristiche istologiche dell’EAT, in relazione al burden di fibrillazione atriale dopo intervento di bypass aorto-coronarico (CABG), restano ancora poco definite e rappresentano l’oggetto del presente studio che ha incluso 56 pazienti, di cui ventidue hanno presentato almeno un episodio di AF. Nel gruppo con AF, si è riscontrato un volume atriale maggiore, un grado più elevato di disfunzione diastolica e uno spessore maggiore di EAT. Il EAT con un cut-off di 4 mm è risultato un predittore indipendente di AF (odds ratio [OR]: 1.49; 95% confidence interval [CI]: 1.09-2.04) con una sensibilità del 73% e specificità del 89%. I pazienti con AF presentavano, inoltre, una percentuale significativamente maggiore di fibrosi. All’analisi multivariata, il volume atriale, la fibrosi e l’età sono risultati predittori indipendenti di fibrillazione atriale. In conclusione, lo spessore di EAT, il volume atriale, la fibrosi e l’età rappresentano predittori indipendenti di AF post-chirurgica.

LEGGI TUTTO »

Fibrillazione atriale e sviluppo di insufficienza tricuspidalica: incidenza e significato clinico

Una causa di frequente riscontro di insufficienza tricuspidalica (I.T.) idiopatica è la presenza di fibrillazione atriale che comporta una progressiva dilatazione atriale e dell’anello tricuspidalico. Non ci sono dati, tuttavia, sulla storia naturale della I.T. idiopatica, in particolare sulla sua progressione nei pazienti con storia di fibrillazione atriale e l’impatto che la valvulopatia può avere sulla sopravvivenza.

LEGGI TUTTO »

Effects of different exercise types on quality of life for patients with atrial fibrillation: a systematic review and meta-analysis.

L’impatto dei diversi tipi di esercizio fisico sulla qualità di vita (HRQoL) e la capacità di esercizio nei pazienti con fibrillazione atriale (FA) rimane poco definito e rappresenta l’oggetto della presente revisione sistematica e meta-analisi (n=12 studi, 670 pazienti). Gli interventi di esercizio consistevano in esercizio aerobico, interval training aerobico (AIT), Qigong, yoga e riabilitazione cardiaca (CR) basata sull’esercizio.

LEGGI TUTTO »

Catheter ablation for treatment of bradycardia-tachycardia syndrome: is it time to consider it the therapy of choice? A systematic review and meta-analysis. 

L’ablazione transcatetere della fibrillazione atriale (AFCA) rappresenta una potenziale strategia di trattamento per evitare l’impianto di pacemaker (PM) nei pazienti con sindrome bradicardia-tachicardia (BTS). Tuttavia, solide evidenze in questo campo sono ancora limitate. In questa meta-analisi gli Autori hanno analizzato in 776 pazienti con BTS l’efficacia e la sicurezza della AFCA (371 pazienti) versus impianto di PM (405 pazienti). Ad una mediana di follow-up di 67.5 mesi, minori recidive di FA (odds ratio [OR] 0.06; intervallo di confidenza al 95% [95% CI]:0.02-0.18; p<0,001), progressione di FA (OR 0.12, 95% CI:0.06-0.26, p<0.001), insufficienza cardiaca (OR 0.12, 95% CI 0.04-0.34, p<0.001) e ictus (OR 0.30, 95% CI 0.15-0.61, p=0.001) sono stati osservati nel gruppo AFCA. Non sono state documentate differenze per quanto riguarda la morte e l’ospedalizzazione cardiovascolare, sebbene la maggiore necessità di procedure aggiuntive nel gruppo AFCA. L’impianto di PM è stato evitato nel 91% dei pazienti con BTS sottoposti ad AFCA. In conclusione, l’AFCA sembra essere più efficace dell’impianto di PM nel ridurre le recidive di FA nei pazienti con BTS e l’impianto di PM può essere evitato nella maggior parte dei pazienti trattati con ablazione transcatetere.

LEGGI TUTTO »
Cerca un articolo
Gli articoli più letti
Rubriche
Leggi i tuoi articoli salvati
La tua lista è vuota