TAVI

TAVI o chirurgia (SAVR) per i pazienti con stenosi aortica severa? 

La scelta deve essere effettuata dall’Heart Team che tenga presente gli aspetti clinici, anatomici e procedurali, comunicando e discutendo con il paziente le due opzioni e i motivi della eventuale scelta.
La SAVR è preferibile nei pazienti a basso rischio chirurgico (STS-PROM/EuroSCORE II <4%) con età <75 anni, mentre la TAVI rappresenta la prima scelta nei pazienti anziani. Gli interventi devono essere eseguiti presso Heart Valve Centers a elevata qualità di cura.

LEGGI TUTTO »

Stenosi aortica severa a rischio chirurgico intermedio: confronto a 5 anni dei risultati ottenuti con TAVI e con sostituzione valvolare

Gli studi di confronto tra TAVI e chirurgia (SAVR), nei pazienti anziani con stenosi aortica severa e rischio intermedio (mortalità operatoria stimata a 30 giorni tra 3% e 15%), hanno mostrato risultati clinici simili per le due procedure. Tra questi, lo studio SURTAVI ha mostrato una non-inferiorità di TAVI rispetto a TAVR per un endpoint di morte per ogni causa e stroke invalidante a distanza di due anni dall’intervento. Tuttavia sono stati avanzati dubbi sulla durata nel tempo delle protesi impiantate per via percutanea, sottolinenando la necessità di follow-up prolungati per accertare eventuali differenze che si manifestino con il passare del tempo.

LEGGI TUTTO »

Prognostic value of right ventricle to pulmonary artery coupling in transcatheter aortic valve implantation recipients.

Il ruolo prognostico del ventricolo destro e, in particolare, dell’accoppiamento tra ventricolo destro e arteria polmonare (RV-PA), nei pazienti sottoposti a sostituzione valvolare aortica transcatetere (TAVR), è oggetto di intenso dibattito nella comunità scientifica. In 377 pazienti sottoposti a TAVR tra febbraio 2011 e agosto 2020, gli autori hanno analizzato il rapporto tra l’escursione sistolica del piano dell’anulus tricuspidalico e la pressione sistolica dell’arteria polmonare (TAPSE/PASP) come surrogato dell’accoppiamento RVPA, stratificando la popolazione in base al rapporto TAPSE/PASP pari a <0.36 mm/mmHg. Il successo procedurale è risultato simile tra i due gruppi. Un rapporto TAPSE/PASP <0,36 mm/mmHg è risultato associato ad un maggior rischio di morte per tutte le cause a 6 mesi (17.3% contro 5.3%; hazard ratio aggiustato 2.66; P=0.041). L’impatto prognostico del rapporto TAPSE/ PASP è risultato maggiore rispetto a TAPSE e PASP considerati separatamente, indipendentemente dal rischio chirurgico. Sia il TAPSE che la PASP sono migliorati al follow-up a 1 e 6 mesi dopo la TAVI. In conclusione, un rapporto TAPSE/PASP<0.36 mm/mmHg è fortemente associato a un aumento del rischio di mortalità dopo la TAVR. L’intervento di TAVR si associa a un miglioramento significativo di TAPSE, PASP e del loro rapporto.

LEGGI TUTTO »

Transcatheter aortic valve replacement with or without anesthesiologist: results from a high-volume single center.

L’anestesia locale anziché quella generale rappresenta l’approccio standard in molti centri per la sostituzione transcatetere della valvola aortica (TAVR) con o senza la presenza di un anestesista in loco (AOS). In questo studio, gli Autori hanno confrontato gli outcome nei pazienti sottoposti a TAVR con AOS, oppure con anestesista di guardia (AOC). Dei 332 pazienti sottoposti a TAVR, 96 (29%) sono stati trattati con AOS, mentre 236 (71%) con AOC. Non sono state osservate differenze in termini di tempo procedurale, tempo di fluoroscopia e quantità di mezzo di contrasto. Non sono stati riportati decessi procedurali o conversioni a chirurgia a torace aperto. Il tasso di ictus/attacchi ischemici transitori e di complicanze vascolari maggiori è risultato comparabile tra i due gruppi. Due pazienti (0.8%) del gruppo AOC hanno richiesto l’intervento urgente dell’anestesista. Nel gruppo AOC si è registrato un maggior uso di morfina (55.9% vs. 33.3%, p = 0.008), ma con una dose inferiore per ciascun paziente (2.0 vs. 2.8 mg, p = 0.006). Nei pazienti a rischio basso o intermedio, sottoposti a TAVR transfemorale, l’anestesia locale senza la presenza di un anestesista nel laboratorio di cateterismo rappresenta una procedura sicura ed efficace.

LEGGI TUTTO »

Transcatheter aortic valve replacement in aortic stenosis and cardiac amyloidosis: a systematic review and meta-analysis.

Aims: Aortic stenosis (AS) and cardiac amyloidosis (CA) are typical diseases of the elderly. Up to 16% of older adults with severe AS referred to transcatheter aortic valve replacement (TAVR), have a concomitant diagnosis of CA. CA-AS population suffers from reduced functional capacity and worse prognosis than AS patients. As the prognostic impact of TAVR in patients with CA-AS has been historically questioned and in light of recently published evidence, we aim to provide a comprehensive synthesis of the efficacy and safety of TAVR in CA-AS patients.

LEGGI TUTTO »

Predictors of early discharge after transcatheter aortic valve implantation: insight from the core valve clinical service.

L’identificazione di predittori procedurali ed elettrocardiografici di una dimissione precoce nei pazienti sottoposti a impianto transcatetere di bioprotesi aortica (TAVI), rappresenta un obiettivo importante. In questo studio, gli Autori hanno categorizzato 1.501 pazienti sottoposti a TAVI in due gruppi in base alla durata dell’ospedalizzazione (LoS): “Fast-Track” (LoS post-procedurale inferiore o uguale a 3 giorni) e “Slow-Track” (LoS post-procedurale >3 giorni). I pazienti nel gruppo “Slow-Track” presentavano un rischio chirurgico più elevato (P<0.001) e più frequentemente venivano trattati in anestesia generale (P=0.002). A 30 giorni, non è stata osservata alcuna differenza tra pazienti “Slow-Track” e “Fast-Track” per quanto riguarda la morte e la re-ospedalizzazione cardiovascolare. All’analisi multivariata, il punteggio STS di almeno il 4% [odds ratio (OR): 1.64], l’anestesia generale (OR: 2.80), la pre-dilatazione (OR: 0.45), la classe NYHA III o IV al baseline (OR: 1.65), l’insorgenza di disturbi di conduzione (OR: 2,41) e impianto di PM durante l’ospedalizzazione (OR: 2,63; P<0,001) sono risultati predittori indipendenti di “Slow-Track”.

LEGGI TUTTO »

Stenosi aortica severa associata a coronaropatia: meglio la TAVI e la PCI o la sostituzione valvolare chirurgica associata al bypass aortocoronarico?

La coesistenza di una coronaropatia moderato/ severa ha rappresentato un criterio di esclusione all’arruolamento dei pazienti con stenosi aortica severa sintomatica nei trial di confronto tra TAVI e sostituzione valvolare chirurgica (SAVR). Tuttavia molti pazienti con stenosi aortica ed età avanzata presentano una coronaropatia significativa e non è noto quale sia il loro destino quando alla TAVI si associa la PCI piuttosto che alla SAVR un intervento di bypass aortocoronarico (CABG).

LEGGI TUTTO »

TAVI e necessità clinica di trattamento anticoagulante: a che punto siamo?

I risultati dello studio ENVISAGE-TAVI AF, mostrando un maggior rischio di sanguinamenti maggiori gastrointestinali (GI) con edoxaban rispetto a VKA, possono suscitare stupore in quanto apparentemente discordanti rispetto ai precedenti trial che hanno dimostrato un migliore profilo di sicurezza degli anticoagulanti orali diretti (DOAC) nella FA, sia se assunti in monoterapia, sia in associazione a una terapia anti-aggregante piastrinica. Tuttavia, alcune considerazioni sono necessarie per un più corretto inquadramento clinico dei risultati. Innanzitutto è importante osservare che, nonostante questo dato, l’endpoint clinico netto dello studio si è mantenuto simile nei due gruppi, poiché l’incidenza annuale della mortalità, dell’ictus e anche delle emorragie cerebrali è stata numericamente più bassa nel gruppo edoxaban. Il maggior tasso di emorragie GI nei pazienti con stenosi aortica e sottoposti a TAVI, arruolati nello studio ENVISAGE-TAVI AF, può dipendere da un differente profilo di rischio emorragico rispetto a quello dei pazienti arruolati nei trial relativi alla FA, come dimostrato da un CHADS-VASC score più elevato legato a un’età più avanzata e a un maggior carico di comorbidità. Inoltre, è ben noto che i pazienti con stenosi aortica presentano una intrinseca vulnerabilità dal punto di vista dei sanguinamenti GI, in quanto più frequentemente sono affetti da una malattia di von Willebrand acquisita e malformazioni arterovenose.

LEGGI TUTTO »

Prognostic value of systemic inflammatory response syndrome after transcatheter aortic valve implantation.

L’endpoint primario dello studio era la mortalità a 30 giorni e a 24 mesi. La SIRS si è sviluppata in 27 pazienti dopo la TAVI (20%). A 30 giorni, la SIRS si è verificata più frequentemente nei pazienti con esito avverso a breve termine (60% vs. 17%; p=0.001). A 24 mesi, la mortalità è stata del 19% e la SIRS è risultata un predittore indipendente di esito avverso a lungo termine [hazard ratio [HR]: 3.70, 95% intervallo di confidenza [CI]: 1.5-9.0; p=0.004], insieme alle complicanze vascolari maggiori (HR: 4.0; 95% CI: 1.6-9.9; p=0.003), ai sanguinamenti significativi (HR: 6.4; 95% CI: 1.5-28; p=0.013) e all’ipertensione polmonare al baseline (HR 2.4; 95% CI: 1.05-5.6; p=0.039). In conclusione, la SIRS post-TAVI si è verificata più frequentemente nei pazienti deceduti a 30 giorni di follow-up, risultando un predittore di mortalità a lungo termine insieme alle complicanze vascolari, ai sanguinamenti significativi e all’ipertensione polmonare.

LEGGI TUTTO »

L’impianto di pacemaker dopo TAVI influisce sulla prognosi a distanza?

La necessità di impiantare un pacemaker (PM) è la complicanza più frequente delle procedure di TAVI data la vicinanza del tessuto di conduzione all’anello aortico, ed è particolarmente elevata utilizzando valvole autoespandibili, con percentuali riportate tra il 9% e il 26% delle procedure [1]. L’impatto prognostico di tale complicanza tuttavia non è ancora chiaro.

LEGGI TUTTO »
Cerca un articolo
Gli articoli più letti
Rubriche
Leggi i tuoi articoli salvati
La tua lista è vuota