FA

Assunzione di anticoagulanti orali diretti: attenzione all’associazione con diltiazem!

È stato utilizzato il database MEDICARE per individuare pazienti con fibrillazione atriale in terapia anticoagulante con rivaroxaban (34% dei pazienti) o apixaban e contemporaneamente in trattamento con diltiazem o metoprololo, un betabloccante il cui metabolismo non è dipendente dall’enzima CYP3A4. Sono stati così individuati 204.155 pazienti, di cui 53.275 trattati con diltiazem e 150.880 con metoprololo (età media 77 anni, 53% donne). Il confronto è stato effettuato utilizzando una tecnica…

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Paziente anziano fragile in fibrillazione atriale: anticoagulante orale diretto o warfarin?

L’efficacia e sicurezza della terapia anticoagulante con anticoagulanti diretti (DOAC) nei pazienti anziani fragili in fibrillazione atriale (AF), non è nota. Questi pazienti non sono stati inclusi nei trial di confronto con warfarin e non pochi dubbi sorgono nel praticare una terapia anticoagulante per la coesistenza di morbilità, spesso di deficit cognitivi e nell’alto rischio di bleeding e di cadute…

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Gli antagonisti recettoriali dei mineralcorticoidi: prevengono gli episodi di fibrillazione atriale?

Gli antagonisti recettoriali dei mineralcorticoidi (MRA) rappresentano un caposaldo della terapia dello scompenso  cardiaco  (HF). Tuttavia, non è noto se questa azione benefica sia esercitata anche nei pazienti scompensati in fibrillazione atriale (AF), nei quali alcuni interventi farmacologici (come i betabloccanti) e non farmacologici (come la resincronizzazione miocardica) appaiono meno efficaci che in assenza di questa aritmia…

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Amiodarone and pulmonary toxicity in atrial fibrillation: a nationwide Israeli study 

In una indagine eseguita in Israele utilizzando un database assicurativo che contiene i dati relativi ad oltre 4 milioni di cittadini, sono stati individuati 6.039 pazienti (età media 73.3 anni, 51.6% donne) con diagnosi di fibrillazione atriale (AF) osservati tra il 1 dicembre 1999 e il 31 Dicembre 2021, trattati senza interruzione con amiodarone. Questi pazienti sono stati “matchati” sulla base di età, sesso, etnia, durata di diagnosi di AF con 6.039 pazienti non trattati con quel farmaco. L’outcome primario dello studio era…

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Uso di apixaban nei pazienti con nefropatia cronica avanzata: quale dosaggio?

È nota la stretta relazione tra fibrillazione atriale (FA) e malattia renale cronica (IRC): la FA favorisce lo sviluppo e la progressione della IRC e, viceversa, la prevalenza e l’incidenza di FA, anche asintomatica, aumentano con la riduzione della funzione renale I pazienti con FA sono esposti a un elevato rischio di stroke, sanguinamenti maggiori e morte che aumenta progressivamente con la riduzione del filtrato glomerulare…

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Screening per fibrillazione atriale con impianto di loop recorder: solo se l’ NTproBNP è elevato?

Lo studio LOOP (Atrial Fibrillation detected by Continuous ECG Monitoring Using Implantable Loop Recorder to Prevent Stroke in High-Risk Individuals) è un trial randomizzato con lo scopo di verificare se un monitoraggio continuo, ottenuto con l’impianto di loop recorder (ILR), sia in grado di individuare più precocemente rispetto alla routine clinica (“usual care”) episodi di fibrillazione atriale (AF) in una popolazione anziana (70-90 anni) a rischio di stroke (almeno un altro fattore incluso nel CHADS-VASC score).

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Association of right atrial strain and long-term outcome in severe secondary tricuspid regurgitation

Objective: Severe secondary tricuspid regurgitation (STR) causes significant right atrial (RA) volume overload, resulting in structural and functional RA-remodelling. This study evaluated whether patients with severe STR and reduced RA function, as assessed by RA-reservoirstrain (RASr), show lower long-term prognosis. Results: A total of 586 patients with severe STR (age 68±13 years; 52% male) were included. Patients presented with mild right ventricular (RV) dilatation (end-diastolic area 13.8±6.5 cm2/m2) and dysfunction (free-wall strain 16.2±7.2%), and with moderate-to-severe RA dilatation (max area 15.0±5.3 cm2/m2); the median value of RASr was 13%. In the overall population, 10-year overall survival was low (40%, 349 deaths), and was significantly lower in patients with lower RASr (defined by the median value): 36% (195 deaths) for RASr ≤13% compared with 45% (154 deaths) for RASr >13% (log-rank p=0.016). With a median follow-up of 6.6 years, RASr was independently associated with all-cause mortality (HR per 5% RASr increase:0.928; 95% CI 0.864 to 0.996; p=0.038), providing additional value over relevant clinical and echocardiographic covariates (including RA size and RV function/size).

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Pazienti fragili in fibrillazione atriale trattati con antagonisti della vitamina K: proseguimento oppure “switch” a anticoagulanti orali diretti?

I pazienti anziani affetti da fibrillazione atriale (AF) hanno spesso sindromi geriatriche, tra cui la fragilità, una condizione rappresentata da una maggiore vulnerabilità a situazioni di stress (come malattie, traumi etc). Questi pazienti non sono stati inclusi nei grandi trial di confronto tra antagonisti della vitamina K (VKA) e anticoagulanti orali diretti (DOAC). Poiché spesso questi pazienti sono trattati con VKA ci si pone la domanda se si debba proseguire con questo trattamento oppure “switchare” a DOAC.

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Mitral annular calcification as a predictor of stroke in the multiethnic study of atherosclerosis.

La calcificazione dell’annulus mitralico (MAC) è associata a un aumento del rischio di morbilità e mortalità cardiovascolare. Tuttavia, l’impatto della MAC sull’insorgenza di eventi cerebrovascolari rimane sconosciuto e rappresenta l’obiettivo del presente studio, che ha incluso 6.814 pazienti arruolati in studi multietnici sull’aterosclerosi, sottoposti a tomografia computerizzata (TC) cardiaca. Complessivamente, il 9% dei partecipanti presentava MAC al basale. A un follow-up di 15 anni, si sono verificati 304 ictus (di cui il 79% erano ischemici). Dopo l’aggiustamento per multipli fattori clinici, la MAC al basale è risultata associata a un aumento del rischio di ictus (hazard ratio [HR]: 1.68; intervallo di confidenza [CI] al 95%: 1.22-2.30; P=0.0013). Con l’inclusione di fibrillazione/flutter atriale e delle dimensioni dell’atrio sinistro nel modello multivariato finale, la MAC si è confermata predittore indipendente di ictus (HR: 1.93; 95% CI: 1.22-3.05; P<0.005) e di ictus ischemico (HR: 2.03; 95% CI: 1.24-3.31; P<0.005). In conclusione, la MAC è un predittore indipendente di rischio di ictus a lungo termine, in aggiunta ai fattori di rischio cardiovascolare convenzionali e alla fibrillazione atriale.

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Ablazione della fibrillazione atriale a campo pulsato: una tecnologia vincente?

L’ablazione che utilizza energia a radiofrequenza, crioablazione o laser è una tecnica efficace nel trattamento della fibrillazione atriale (AF), ma può danneggiare le strutture circostanti causando complicanze, quali la perforazione esofagea, la lesione del nervo frenico e la stenosi delle vene polmonari. L’ablazione a campo pulsato è, invece, una modalità non termica, in quanto fornisce brevi raffiche di campi elettrici creando un danno cellulare per “elettroporazione” irreversibile, cioè creando una iper-permeabilizzazione delle membrane cellulari e causando la morte dei cardiomiociti.

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