FA

Correlation between epicardial adipose tissue and atrial fibrillation burden in coronary artery bypass graft surgery

Studi recenti suggeriscono un’associazione tra tessuto adiposo epicardico (EAT) e fibrillazione atriale (AF). Le caratteristiche istologiche dell’EAT, in relazione al burden di fibrillazione atriale dopo intervento di bypass aorto-coronarico (CABG), restano ancora poco definite e rappresentano l’oggetto del presente studio che ha incluso 56 pazienti, di cui ventidue hanno presentato almeno un episodio di AF. Nel gruppo con AF, si è riscontrato un volume atriale maggiore, un grado più elevato di disfunzione diastolica e uno spessore maggiore di EAT. Il EAT con un cut-off di 4 mm è risultato un predittore indipendente di AF (odds ratio [OR]: 1.49; 95% confidence interval [CI]: 1.09-2.04) con una sensibilità del 73% e specificità del 89%. I pazienti con AF presentavano, inoltre, una percentuale significativamente maggiore di fibrosi. All’analisi multivariata, il volume atriale, la fibrosi e l’età sono risultati predittori indipendenti di fibrillazione atriale. In conclusione, lo spessore di EAT, il volume atriale, la fibrosi e l’età rappresentano predittori indipendenti di AF post-chirurgica.

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Fibrillazione atriale e sviluppo di insufficienza tricuspidalica: incidenza e significato clinico

Una causa di frequente riscontro di insufficienza tricuspidalica (I.T.) idiopatica è la presenza di fibrillazione atriale che comporta una progressiva dilatazione atriale e dell’anello tricuspidalico. Non ci sono dati, tuttavia, sulla storia naturale della I.T. idiopatica, in particolare sulla sua progressione nei pazienti con storia di fibrillazione atriale e l’impatto che la valvulopatia può avere sulla sopravvivenza.

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Efficacia e sicurezza di apixaban nei pazienti sottoposti a TAVI: i risultati dello studio ATLANTIS

Le complicanze trombotiche ed emorragiche non sono infrequenti nei pazienti sottoposti a TAVI. A lungo si è discusso su un possibile ruolo terapeutico degli anticoagulanti orali diretti (DOAC) sia in sostituzione degli inibitori della vitamina K (VKA), quando vi è indicazione a una terapia anticoagulante (generalmente per la coesistenza di fibrillazione atriale) sia in luogo della terapia antiaggregante piastrinica, usualmente utilizzata in questi pazienti dopo TAVI in assenza di una indicazione a terapia anticoagulante.

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Effects of different exercise types on quality of life for patients with atrial fibrillation: a systematic review and meta-analysis.

L’impatto dei diversi tipi di esercizio fisico sulla qualità di vita (HRQoL) e la capacità di esercizio nei pazienti con fibrillazione atriale (FA) rimane poco definito e rappresenta l’oggetto della presente revisione sistematica e meta-analisi (n=12 studi, 670 pazienti). Gli interventi di esercizio consistevano in esercizio aerobico, interval training aerobico (AIT), Qigong, yoga e riabilitazione cardiaca (CR) basata sull’esercizio.

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Catheter ablation for treatment of bradycardia-tachycardia syndrome: is it time to consider it the therapy of choice? A systematic review and meta-analysis. 

L’ablazione transcatetere della fibrillazione atriale (AFCA) rappresenta una potenziale strategia di trattamento per evitare l’impianto di pacemaker (PM) nei pazienti con sindrome bradicardia-tachicardia (BTS). Tuttavia, solide evidenze in questo campo sono ancora limitate. In questa meta-analisi gli Autori hanno analizzato in 776 pazienti con BTS l’efficacia e la sicurezza della AFCA (371 pazienti) versus impianto di PM (405 pazienti). Ad una mediana di follow-up di 67.5 mesi, minori recidive di FA (odds ratio [OR] 0.06; intervallo di confidenza al 95% [95% CI]:0.02-0.18; p<0,001), progressione di FA (OR 0.12, 95% CI:0.06-0.26, p<0.001), insufficienza cardiaca (OR 0.12, 95% CI 0.04-0.34, p<0.001) e ictus (OR 0.30, 95% CI 0.15-0.61, p=0.001) sono stati osservati nel gruppo AFCA. Non sono state documentate differenze per quanto riguarda la morte e l’ospedalizzazione cardiovascolare, sebbene la maggiore necessità di procedure aggiuntive nel gruppo AFCA. L’impianto di PM è stato evitato nel 91% dei pazienti con BTS sottoposti ad AFCA. In conclusione, l’AFCA sembra essere più efficace dell’impianto di PM nel ridurre le recidive di FA nei pazienti con BTS e l’impianto di PM può essere evitato nella maggior parte dei pazienti trattati con ablazione transcatetere.

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Diagnosticare una fibrillazione atriale attraverso il loop recorder diminuisce il rischio di ictus?

La fibrillazione atriale è un’aritmia a decorso spesso asintomatico, che può complicarsi con la comparsa di ictus, con probabilità 5 volte maggiore rispetto a soggetti senza questa aritmia. Per tale motivo le linee guida della Società Europea di Cardiologia raccomandano metodologie di screening, anche se non ci sono studi che documentino come in questo modo si possa ridurre l’incidenza di ictus.

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Renal function and mortality in patients with atrial fibrillation (published online ahead of print, 2022 Jun 23).

L’impatto della disfunzione renale cronica (CKD) e dei corrispondenti valori di velocità di filtrazione glomerulare stimata (eGFR) sulla mortalità nei pazienti con fibrillazione atriale rimane sconosciuto. In questa analisi post-hoc di uno studio randomizzato controllato che ha incluso 1.064 pazienti ospedalizzati con fibrillazione atriale, 465 (43.7%) presentavano CKD. La presenza di CKD è risultata associata a un aumentato rischio di mortalità per tutte le cause e cardiovascolare dopo l’ospedalizzazione [hazard ratio aggiustato (adj.HR): 1.60; intervallo di confidenza al 95% (CI 95%): 1.25-2.05 e adj.HR: 1.74; CI 95%: 1.30-2.33, rispettivamente]. Rispetto allo stadio 1 della CKD, gli adj.HR per la mortalità per tutte le cause negli stadi 2-5 della CKD erano rispettivamente 2.18, 2.62, 4.20 e 3.38 (tutti P<0.05). Valori di eGFR inferiori a 50 ml/min/1.73 m2 sono risultati predittori indipendenti di una maggiore mortalità per tutte le cause e cardiovascolare. In conclusione, nei pazienti ricoverati con fibrillazione atriale, la presenza di CKD è risultata associata in modo indipendente a una minore sopravvivenza, che è risultata significativamente superiore negli stadi CKD da 2 a 5, rispetto allo stadio 1.> <0.05). Valori di eGFR inferiori a 50 ml/min/1.73 m2 sono risultati predittori indipendenti di una maggiore mortalità per tutte le cause e cardiovascolare. In conclusione, nei pazienti ricoverati con fibrillazione atriale, la presenza di CKD è risultata associata in modo indipendente a una minore sopravvivenza, che è risultata significativamente superiore negli stadi CKD da 2 a 5, rispetto allo stadio 1.

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Il giusto timing per un approccio ablate and pace

Lo studio Ablate and Pace for Atrial Fibrillation – Cardiac Resynchronization Therapy (APAF-CRT) è uno studio clinico randomizzato eseguito in pazienti con fibrillazione atriale (FA) permanente da più di 6 mesi, fortemente sintomatici, con durata del QRS ≤110 ms. Lo studio è stato condotto in 2 fasi.

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ECG nella malattia di Fabry

La malattia di Fabry è una patologia metabolica geneticamente determinata in cui l’attività dell’enzima Galattosidasi alfa-A è ridotta/assente causando un accumulo di glicolipidi in vari

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