Nonostante i benefici dell’Heart Team siano unanimemente riconosciuti, esistono ancora incertezze riguardo l’evoluzione temporale del livello di accordo e sull’impatto dell’Heart Team sugli eventi clinici. Nel 2015-2016, un cardiochirurgo e un cardiologo hanno esaminato in modo indipendente i dati clinici di 100 pazienti (Gruppo 1, G1) e, successivamente, hanno raccomandato per ogni paziente un trattamento (chirurgico, percutaneo, ibrido, terapia medica) o ulteriori indagini diagnostiche. Il giorno successivo, ogni caso è stato discusso dall’Heart Team dello stesso centro. La stessa procedura di studio è stata ripetuta nel 2017 in un secondo (G2) e nel 2018 in un terzo (G3) gruppo, entrambi comprendenti 100 pazienti. L’accordo generale nella selezione del trattamento è stato dimostrato nel 43% dei casi nel gruppo G1 e nel 70% e 68% nei gruppi G2 e G3, rispettivamente (G1 vs G2: P<0.001, G1 vs G3: P=0.01, G2 vs. G3: P=0.30). L’accordo decisionale era meno frequente nei pazienti con un profilo di rischio più elevato e nei pazienti con stenosi valvolare aortica. La decisione dell’Heart Team è stata implementata nel 95% dei casi, con una mortalità a 30 giorni <1%. In conclusione, il grado di accordo tra i vari partecipanti dell’Heart Team appare piuttosto limitato nelle fasi iniziali, con un successivo incremento con il tempo fino al raggiungimento di un plateau. La discussione dei casi clinici da parte dell’Heart Team rappresenta un passo fondamentale nella definizione del percorso terapeutico, migliorando potenzialmente il processo decisionale e gli esiti clinici.
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