L’articolo qui brevemente presentato è un editoriale relativo a un’analisi secondaria del PREDIMED trial che ha valutato gli effetti della dieta mediterranea sugli eventi cardiovascolari da parte di un gruppo di Autori dell’Università di Barcellona[1]Domínguez-López I, Lamuela-Raventós RM, Razquin C, Arancibia-Riveros C, Galkina P, Salas-Salvadó J, et al. Urinary tartaric acid as a biomarker of wine consumption and cardiovascular risk: the … Continua a leggere. Nell’analisi, pubblicata in European Heart Journal, veniva indagata la relazione tra il consumo di vino e gli eventi cardiovascolari[2]Lucerón-Lucas-Torres M, Saz-Lara A, Díez-Fernández A, et al. Association between wine consumption with cardiovascular disease and cardiovascular mortality: a systematic review and meta-analysis. … Continua a leggere. Un punto di forza della ricerca consisteva nell’utilizzo di un biomarker (dosaggio di acido tartarico nelle urine) per avere una misura oggettiva del consumo di alcol da parte dei soggetti inclusi nello studio. L’acido tartarico si trova essenzialmente negli acini d’uva e il suo riscontro nelle urine testimonia il consumo di vino effettuato entro alcuni giorni sino a 1 settimana. La relazione tra consumo di alcol, in particolare di vino, e sviluppo di patologia cardiovascolare, è tuttora controversa, nonostante decadi di ricerca epidemiologica. Numerosi studi hanno mostrato un effetto benefico del vino se bevuto in quantità lieve- moderata, definita come 1 bicchiere al dì preferibilmente al pasto[3]Lucerón-Lucas-Torres M, Saz-Lara A, Díez-Fernández A, et al. Association between wine consumption with cardiovascular disease and cardiovascular mortality: a systematic review and meta-analysis. … Continua a leggere. Tuttavia, tale effetto protettivo è oggetto di discussione, in quanto il consumo nei vari studi si è basato sulle affermazioni dei partecipanti ed è perciò di dubbia attendibilità, in quanto non confermato da criteri oggettivi. L’utilizzo della concentrazione dell’acido tartarico nelle urine rappresenta un evidente passo in avanti, di notevole importanza sul piano metodologico. Gli Autori spagnoli hanno potuto così confermare i risultati dei precedenti studi: come mostra la Figura, gli eventi cardiovascolari, nello studio caso-controllo “nested” di soggetti arruolati nel PREDIMED trial, sono risultati significativamente inferiori negli individui che avevano concentrazioni di 3–12 e 12–35 μg/mL, corrispondenti a ~3–12 e 12–35 bicchieri di vino al mese [rispettivamente HR 0.62, 95% CI 0.38-1.00 e HR 0.50,95% CI 0.27-0.95)] rispetto ai non bevitori, mentre per consumi superiori non vi era alcun effetto nè benefico nè sfavorevole. Il beneficio di un consumo di vino lieve-moderato riguardava soprattutto la riduzione dell’infarto miocardico [HR 0.70 (95%CI 0.50-0.97)]. D’altra parte va anche ricordato che dati della letteratura hanno dimostrato che consumi elevati di alcol possono impattare negativamente sulla mortalità e sull’evenienza di alcune patologie, particolarmente epatiche e certe tipologie di tumore[4]Costanzo S, de Gaetano G, Di Castelnuovo A, Djoussé L, Poli A, van Velden DP. Moderate alcohol consumption and lower total mortality risk: justified doubts or established facts? Nutr Metab … Continua a leggere. Bere vino può quindi avere un effetto salutare, ma con moderazione!

Bibliografia[+]
↑1 | Domínguez-López I, Lamuela-Raventós RM, Razquin C, Arancibia-Riveros C, Galkina P, Salas-Salvadó J, et al. Urinary tartaric acid as a biomarker of wine consumption and cardiovascular risk: the PREDIMED trial. Eur Heart J 2025;46:161–72. |
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↑2 | Lucerón-Lucas-Torres M, Saz-Lara A, Díez-Fernández A, et al. Association between wine consumption with cardiovascular disease and cardiovascular mortality: a systematic review and meta-analysis. Nutrients 2023;15:2785. https://doi.org/10.3390/nu15122785 |
↑3 | Lucerón-Lucas-Torres M, Saz-Lara A, Díez-Fernández A, et al. Association between wine consumption with cardiovascular disease and cardiovascular mortality: a systematic review and meta-analysis. Nutrients 2023;15:2785. https://doi.org/10.3390/ nu15122785 |
↑4 | Costanzo S, de Gaetano G, Di Castelnuovo A, Djoussé L, Poli A, van Velden DP. Moderate alcohol consumption and lower total mortality risk: justified doubts or established facts? Nutr Metab Cardiovasc Dis 2019;29:1003–8. https://doi.org/10.1016/j. numecd.2019.05.062. |
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