Stefano De Servi

RIVASCOLARIZZAZIONE COMPLETA DELLE LESIONI “NON CULPRIT” NEI PAZIENTI STEMI: I DATI DELLO STUDIO FULL-REVASC

Nei pazienti STEMI la rivascolarizzazione di lesioni non-culprit è raccomandata dalle linee guida, con una classe I, livello di evidenza A. Questa indicazione proviene soprattutto dall’ampio studio COMPLETE , nel quale la decisione sul trattamento delle stenosi non culprit derivava soprattutto da una valutazione angiografica (stenosi ≥70%). In quello studio l’endpoint primario (morte cardiovascolare, infarto miocardico) veniva ridotto del 26% da una rivascolarizzazione completa mediante PCI. Gli studi in cui la decisione era basata sul valore di FFR hanno mostrato una riduzione della necessità di nuove rivascolarizzazioni, ma non avevano una numerosità tale da permettere di valutare endpoint più “hard” quali la mortalità e l’evenienza di un nuovo infarto miocardico…

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The year in cardiovascular medicine 2023: the top 10 papers in interventional cardiology

1. Rajkumar CA, Foley MJ, Ahmed-Jushuf F, Nowbar AN, Simader FA, Davies JR, et al. A placebo-controlled trial of percutaneous coronary intervention for stable angina. Among patients with stable angina who were receiving little or no antianginal medication and had objective evidence of ischemia, PCI resulted in a lower angina symptom score than a placebo procedure, indicating a better health status with respect to angina.

2. Biscaglia S, Guiducci V, Escaned J, Moreno R, Lanzilotti V, Santarelli A, et al. Complete or culprit-only PCI in older patients with myocardial infarction. N Engl J Med 2023;389: 889–98. Among patients who were 75 years of age or older with myocardial infarction and multivessel disease, those who underwent physiology-guided complete revascularization had a lower risk of a composite of death, myocardial infarction, stroke, or ischemiadriven revascularization at 1 year than those who received culprit-lesion–only PCI.

3. Ali ZA, Landmesser U, Maehara A, Matsumura M, Shlofmitz RA, Guagliumi G, et al. Optical coherence tomographyguided versus angiography-guided PCI. N Engl J Med 2023;389:1466–76. Among patients undergoing PCI, OCT guidance resulted in a larger minimum stent area than angiography guidance, but there was no apparent between-group difference in the percentage of patients with targetvessel failure at 2 years.

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Risk of Cardiac Arrhythmias Among Climbers on Mount Everest

In questo studio originale sono stati inclusi 34 scalatori maschi con età media di 33 anni, senza precedenti cardiovascolari, parametri di funzione cardiaca nella norma e assenza di aritmie a registrazioni elettrocardiografiche continue (media 4 giorni). Essi sono stati sottoposti a ECG Holter durante i preparativi e l’effettuazione della scalata del monte Everest (8.849 metri). Dei 34 partecipanti, 32 sono saliti sia al campo base posto a 5.300 metri che a 7.900 metri e 14 sono arrivati in vetta. Sono stati registrati…

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Ruolo dell’infiammazione nel predire nuovi eventi cardiovascolari: superiore a quello del colesterolo LDL? un’analisi dello studio CLEAR outcomes

L’infiammazione rappresenta un importante fattore di rischio cardiovascolare residuo: la terapia antinfiammatoria con kanakinumab ha ridotto significativamente gli eventi cardiovascolari in pazienti in prevenzione secondaria, senza modificarne l’assetto lipidico. In un ampio studio recente di oltre 30.000 pazienti con patologia cardiovascolare in terapia ottimale che includeva le statine, il valore di proteina C reattiva (hsCRP) si è dimostrato superiore a quello del colesterolo LDL nel dettare la prognosi a distanza…

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Angina a coronarie normali: importanza pratica di una classificazione fisiopatologica

La presenza di angina, senza alterazioni ostruttive dei vasi coronarici epicardici (ANOCA), può essere secondaria a una disfunzione microvascolare (CMD). Essa viene diagnosticata quando vi è un ridotto incremento di flusso in risposta a uno stimolo farmacologico di vasodilatazione: in questi casi la riserva coronarica (CFR), cioè il rapporto tra flusso massimo rispetto a quello basale è ridotta (<2.5). Sono stati descritti due tipi...

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Oral strategies to target proprotein convertase subtilisin/kexin type 9 and lipoprotein(a): the new frontier of lipid lowering

Le nuove strategie per il trattamento delle dislipidemie prevedono una implementazione di terapie potenti per ridurre il valore di colesterolo LDL ai target fissati dalle Società Scientifiche, soprattutto nei pazienti in prevenzione secondaria, abbassando contemporaneamente il rischio residuo che proviene dalle altre lipoproteine che contengono apoB. Recenti progressi hanno reso possibile….

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Coronary calcified nodules versus nonnodular coronary calcifications: a systematic review and meta-analysis

Il ruolo della rivascolarizzazione coronarica percutanea (PCI) nelle lesioni coronariche marcatamente calcifiche è oggetto di dibattito. Il nodulo coronarico calcifico (CN) si riferisce a una calcificazione coronarica eccentrica e sporgente all’interno del lume del vaso. In questa revisione sistematica della letteratura e meta-analisi (5 studi, n=1.456 pazienti), gli autori hanno analizzato …

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Occlusion of the infarct-related coronary artery presenting as acute coronary syndrome with and without ST-elevation: impact of inflammation and outcomes in a real-world prospective cohort

In questa sottoanalisi tratta dal registro multicentrico prospettico SPUM-ACS che ha raccolto 4.787 pazienti con sindrome coronarica acuta (sia STEMI che NSTEMI) in quattro centri di terzo livello in Svizzera, abbiamo analizzato l’incidenza e l’impatto prognostico dell’occlusione coronarica acuta totale (definita come flusso TIMI 0 all’angiografia) senza evidenza all’ECG di sopraslivellamento del tratto ST nei pazienti con NSTEMI. Comunemente, circa il 20-30% dei pazienti che si presentano con sindrome coronarica acuta hanno un’occlusione completa della coronaria culprit, ma non presentano tratto ST-T sopraslivellato e quindi non vengono indirizzati tempestivamente in sala di emodinamica per un trattamento precoce…

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