Dalla letteratura internazionale

Stratificazione del rischio nei pazienti con insufficienza tricuspidalica severa sottoposti a procedura transcatetere

L’intervento di riparazione transcatetere della valvola tricuspide (TTVI), affetta da insufficienza severa, è effettuato con sempre maggior frequenza ed è associato a una migliore qualità di vita rispetto alla solaterapia medica. La valutazione del rischio operatorio e la previsione del successo procedurale eclinico dell’intervento sono molto importanti prima di sottoporre a TTVI. Il TRISCORE è uno scoreintrodotto per predire la mortalità operatoria nei pazienti sottoposti a chirurgia isolata della valvolatricuspide, un intervento gravato da alta mortalità…

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Dimensioni della cavità ventricolare sinistra e prognosi nei pazienti con fibrillazione atriale

Gli effetti emodinamici  della  fibrillazione atriale (AF) nei pazienti con ventricolo sinistro (LV)dilatato  e  ridotta  funzione  sono  ben noti; ; invece vi sono tuttora incertezze sulle conseguenze di tale aritmia nei pazienti con LV di volume ridotto: un LV piccolo potrebbe condurre alla manifestazione di sintomi correlati al suo scarso riempimento e di conseguenza a una ridotta portata cardiaca e a ipoperfusione tissutale in concomitanza con il manifestarsi dell’aritmia…

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Interventi percutanei di “mitral valve-in-ring”: lo stato dell’arte secondo un registro statunitense

Poichè i reinterventi sulla valvola mitralice sono gravati da una mortalità e morbilità superiore rispetto al primo intervento, gli interventi di impianto transcatetere di una valvola aortica “balloon-expandable” all’interno della valvola mitralica già operata (“valve-in-valve”), di un anello mitralico (“valve-in-ring”) o di un anello valvolare calcifico (“valve in annular calcification”) sono andati aumentando negli ultimi anni…

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Danno microvascolare da riperfusione: una spada di damocle nello STEMI trattato con PCI primaria

L’infarto miocardico acuto (IMA) è  una delle principali cause di mortalità a livello globale. Nei pazienti con infarto acuto con sopraslivellamento del tratto ST (STEMI), la prognosi è notevolmente migliorata negli ultimi anni grazie all’introduzione nella pratica clinica dell’angioplastica primaria (PCI), che ripristina il flusso epicardico in oltre il 90% dei casi. . Tuttavia, in una quota significativa di pazienti persiste un danno a carico del microcircolo nonostante il ripristino del flusso epicardico, condizione associata a una prognosi peggiore…

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Come trattare la ristenosi intrastent? i risultati dello studio AGENT-IDE

La restenosi dopo angioplastica coronarica (ISR)  nonostante  l’evoluzione  tecnologica degli ultimi decenni, prima con l’introduzione degli stent metallici (BMS) e poi con l’utilizzo generalizzato degli stent a rilascio di farmaco (DES) continua a rappresentare uno dei principali eventi  sfavorevoli  della  rivascolarizzazione coronarica percutanea, con una incidenza stimata nel primo anno dopo l’impianto, tra il 6% e 8% delle procedure e con esordio talora anche come sindrome coronarica acuta…

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Micro e nanoplastiche nelle arterie carotidi di pazienti sottoposti a endoarteriectomia: hanno significato prognostico?

I materiali plastici, ampiamente utilizzati, vengono degradati a microplastiche (particelle <5 mm) e a nanoplastiche (particelle <1 micrometro). Sia le micro che le nanoplastiche (MNP) possono entrare nel corpo umano attraverso ingestione, inalazione ed esposizione della cute, ed entrare nei tessuti umani essendo state riscontrate nei polmoni, nel fegato, nella placenta, persino nel latte materno. Dati sperimentali in vitro hanno mostrato come la presenza di questi corpi estranei determini stress ossidativo, infiammazione e apoptosi delle cellule endoteliali, favorendo potenzialmente lo sviluppo del processo aterosclerotico. . Tuttavia, non vi sono riscontri sull’eventuale impatto clinico di questi dati....

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Pulmonary vein isolation with optimized linear ablation vs pulmonary vein isolation alone for persistent AF. The prompt-AF randomized clinical trial

L’isolamento delle vene polmonari (PVI) è il fondamento della terapia ablativa della fibrillazione atriale (AF), ma risulta meno efficace per le forme persistenti (soprattutto quelle di durata >3 mesi) rispetto alle forme parossistiche. Il beneficio incrementale dell’ablazione lineare in questi casi è discutibile, per la difficoltà di ottenere lesioni durevoli. In particolare, appare critica l’ablazione dell’istmo mitralico, sia per la difficoltà di ottenere lesioni durevoli, sia perchè il flutter perimitralico è l’aritmia più frequentemente osservata  dopo  ablazione lineare. L’infusione di etanolo nella vena di Marshall…

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Partial cardiac denervation to prevent postoperative atrial fibrillation after coronary artery bypass grafting. The PCAD-POAF randomized clinical trial

Il sistema nervoso  autonomo  cardiaco  è composto da gangli e nervi che si trovano nel tessuto adiposo epicardico, soprattutto a livello del solco interatriale di Waterston e nel “legamento di Marshall”, un ripiegamento del pericardio, descritto da John Marshall nel 1850, contenente la vena di Marshall che drena nel seno coronarico e filamenti nervosi avvolti nel grasso, e decorre sopra l’auricola lateralmente alle vene polmonari superiori. Queste strutture nervose possono essere l’origine di alcune aritmie atriali e possono giocare un ruolo patogenetico nella fibrillazione atriale…

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